Covid-19, lo Sri Lanka dichiara lo stato di emergenza alimentare

Di Rodolfo Casadei
09 Settembre 2021
Il paese asiatico è sull'orlo del tracollo: l'economia è crollata, mancano i generi di prima necessità e i prezzi sono alle stelle
Lunghe code nella capitale dello Sri Lanka, Colombo, per comprare generi di prima necessità a prezzi calmierati a causa della crisi innescata dal Covid-19

Lunghe code nella capitale dello Sri Lanka, Colombo, per comprare generi di prima necessità a prezzi calmierati a causa della crisi innescata dal Covid-19

Molti sono i paesi (Italia compresa) che hanno dichiarato lo stato di emergenza a causa della pandemia da Covid-19. Finora nessuno aveva  proclamato lo “stato d’emergenza alimentare”: il primo a farlo è stato lo Sri Lanka il 31 agosto scorso, e con ciò ha rivelato al mondo una situazione sull’orlo del tracollo, con penurie di generi di prima necessità e code di consumatori davanti ai supermercati e alle stazioni di rifornimento che ricordano il collasso del Venezuela.

Calmierati i prezzi dei beni di prima necessità

Per arrestare i rincari in corso il governo ha imposto un calmiere dei prezzi e ha nominato un generale a capo di un organismo che dovrà sequestrare i prodotti stoccati dai commercianti e metterli in vendita ai prezzi fissati dal governo. «I pubblici ufficiali incaricati potranno assumere le iniziative necessarie per fornire i generi alimentari di base a prezzi calmierati, inclusi il riso greggio (paddy), il riso lavorato e lo zucchero», recita il comunicato governativo. Su questa base sarebbero già state espropriate (con indennizzo pari al valore doganale della merce) 13 mila tonnellate di zucchero.

Le misure d’emergenza non potranno però risolvere il problema strutturale dello Sri Lanka, paese con un forte deficit della bilancia dell’import-export (21,3 miliardi di dollari di import, dei quali 1,6 sono costituiti da prodotti alimentari, contro 11,6 di export). A mettere nei guai il paese è stato il crollo del turismo internazionale, che da solo valeva il 10 per cento del Pil fino al 2019, con 2 milioni di visitatori all’anno: agli attentati terroristici jihadisti di Pasqua contro tre chiese e quattro hotel, che causarono 253 morti e 500 feriti nell’aprile di quell’anno, si è sommata la pandemia da Covid-19 che ha quasi completamente arrestato il turismo nel 2020 e in parte anche nel 2021.

Crisi economica in Sri Lanka

Il risultato è che l’anno scorso il Pil è diminuito del 3,6 per cento in un paese dove il reddito pro capite non supera i 3.700 dollari all’anno, e che le riserve di valuta pregiata sono scese dai 7,5 miliardi di dollari del novembre 2019 ai 2,8 miliardi di dollari della fine del luglio scorso. Il debito estero è più che raddoppiato nel giro di dieci anni, e oggi supera i 56 miliardi di dollari. Entro la fine dell’anno lo Sri Lanka deve restituire 3,7 miliardi di dollari, in gran parte a creditori cinesi, e non sa proprio come fare.

Finora il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha accordato soltanto un prestito d’emergenza di 787 milioni di dollari: serve molto di più, ma il governo non appare intenzionato a negoziare un programma di aggiustamento strutturale col Fmi. Al timone del paese c’è il “clan Rajapaksa”, che da due anni detiene tutte le leve del potere: Gotabaya Rajapaksa occupa la presidenza e il fratello Mahinda, che è stato capo dello Stato fra il 2005 e il 2015, è primo ministro. Altri tre membri della famiglia, fratelli e figli, occupano cariche all’interno del governo, in particolare all’interno del dicastero delle finanze. Le politiche con cui stanno affrontando la crisi sono a dir poco discutibili, e sono di fatto all’origine dell’esplosione dei prezzi.

Prezzi alle stelle, code per la benzina

Per risparmiare dollari il governo ha bloccato le importazioni di prodotti considerati non essenziali come gli autoveicoli, le attrezzature sanitarie (!), gli oli alimentari e la curcuma, una spezia molto popolare nel paese. Queste misure non hanno risolto il problema della carenza di valuta presso le banche, che non riescono a finanziare le altre importazioni di prodotti manifatturieri e di generi alimentari. Il risultato è stato che questi provvedimenti hanno fatto schizzare i prezzi dei prodotti di base: zucchero, lenticchie, riso, gas liquido e latte in polvere, tutti colpiti da penuria.

Secondo gli economisti la situazione è stata aggravata dalla decisione del presidente, nell’aprile scorso, di vietare l’utilizzo di fertilizzanti chimici in agricoltura, costretta così a diventare interamente biologica. La decisione doveva fare risparmiare 400 milioni di dollari di importazioni di pesticidi, ma quando si tireranno le somme si scoprirà che non è affatto così: il passaggio troppo brusco dall’agricoltura chimica a quella biologica sta causando una forte flessione della produzione di tè, spezie e riso, e in prospettiva una perdita di reddito. A complicare la situazione il 20 agosto scorso è arrivato un intervento del ministro dell’Energia che annunciava l’imminente esaurimento delle scorte di diesel e di benzina nel giro di dieci giorni e invitava gli automobilisti a economizzare il carburante per non essere costretto a razionarlo. Il risultato è stato il formarsi di lunghe code davanti alle pompe e l’incetta di benzina e diesel.

Pessima gestione della pandemia di Covid-19

Non è stata questa l’unica sbavatura di un governo che fatica a contenere la quarta ondata di Covid-19, che attualmente registra 3.300 casi e 200 morti al giorno. Nel mese di giugno gli ospedali sono rimasti senza ossigeno e ad alleviare la situazione è stata necessaria un’iniziativa del governo indiano che ne ha inviate 150 tonnellate. Il 16 agosto è stato spostato ad altro incarico il ministro della Salute, signora Pavithra Wanniarachchi, che aveva pubblicamente incoraggiato i suoi concittadini, dando per prima l’esempio, a consumare una pozione preparata da un guaritore per prevenire il Covid-19; in seguito aveva versato acqua benedetta da un guru in un fiume allo scopo di mettere fine alla pandemia. Nonostante tutto questo, il ministro si era ammalato di Covid-19 e aveva dovuto essere ospedalizzato. Ripresasi, la signora è stata trasferita dalla sanità al dicastero dei Trasporti per decisione del primo ministro.

@RodolfoCasadei

Foto Ansa

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