Cortocircuito woke: la sinistra censura il libro che denuncia le censure della sinistra

Di Mauro Zanon
15 Maggio 2025
La guerra preventiva e violenta di intellettuali, giornali e femministe francesi a un volume sull'oscurantismo progressista non fa che confermare le tesi del saggio
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Atti vandalici contro la sede dell'editore Puf (foto via X)

Parigi. Paul Garapon, direttore delle edizioni Puf (Presse universitaires de France), non aveva mai assistito a una tale violenza. A tal punto che, spaventato dalla campagna mediatica orchestrata da un certo mondo giornalistico e intellettuale di sinistra, stava pensando di rinunciare al progetto a cui teneva da molto tempo e per il quale si era avvalso di luminari del mondo accademico francese: la professoressa di Letteratura Emmanuelle Hénin, il professore di Storia Pierre Vermeren e il linguista Xavier-Laurent Salvador, che è anche direttore dell’Observatoire du décolonialisme, coadiuvati da altri ventisei studiosi di primo piano come la ricercatrice del Cnrs Florence Bergeaud-Blackler e lo storico Pierre-André Taguieff.

Ma di che progetto stiamo parlando? Di un libro collettivo, Face à l’obscurantisme woke, che spiega con rigore accademico la debolezza intellettuale del wokismo, mettendo in luce le contraddizioni evidenti di questo movimento nato negli Stati Uniti e sviluppatosi in Francia a ritmi forsennati, o meglio di questo “oscurantismo” che soffoca il dibattito e imperversa nelle università e nei luoghi del sapere d’oltralpe.

L’anatema della sinistra francese

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Tutto è iniziato il 7 marzo. Quando lo storico Patrick Boucheron, professore al Collège de France e co-autore della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi, si è scagliato pubblicamente contro l’editore e gli autori del libro: senza averlo letto, va da sé. In occasione di una giornata di azione contro i tagli alla ricerca decisi dal presidente americano Donald Trump, Boucheron ha dichiarato: «Anche nel mondo accademico ci sono alcuni utili idioti. Certi libri vengono ancora pubblicati. Ce n’è uno edito da Puf intitolato Face à l’obscurantisme woke». L’anatema lanciato da Bucheron è stato amplificato dai media e i salotti progressisti, dando inizio a una vera e propria crociata contro il libro.

Per i giornalisti del Monde e di Libération, i due quotidiani della gauche benpensante francese, il titolo del saggio bastava da solo a screditarlo e a considerare i suoi autori dei proseliti francesi del trumpismo e del putinismo. Ma l’offensiva contro il libro non si è limitata a recensioni e prese di posizione pubbliche ostili: è culminata in un atto vandalico contro la sede parigina delle edizioni Puf. Sulla vetrina della casa editrice, lo scorso 30 aprile, le militanti woke hanno scritto: «Femministe woke fiere».

L’autocensura e la retromarcia: il libro contro il woke si pubblica

La direzione di Puf, in un comunicato stampa, aveva in un primo momento annunciato la sospensione della pubblicazione dinanzi all’ondata di violenza: «Crediamo che non ci siano più le condizioni necessarie per un’accoglienza serena di questo libro collettivo». Un’autocensura che aveva mandato in sollucchero i fogli della sinistra, tra cui l’Obs: «Sul punto di diventare trumpiste pubblicando un pamphlet anti-woke, le edizioni Puf hanno fatto un passo indietro». Pochi giorni dopo l’esplosione della polemica, Paul Garapon ha fatto retromarcia, rifiutandosi di cedere alle pressioni wokiste.

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Ma l’episodio conferma l’esistenza di un clima di caccia alle streghe in Francia. «Siamo venuti a conoscenza della sospensione del libro dalla stampa, annunciata da Libération e l’Obs, prima ancora che il nostro editore ci informasse. Puf ha cambiato la sua decisione di fronte al clamore suscitato da quella che sembrava essere una censura. Ma la polemica conferma l’obiettivo del libro», ha dichiarato al Journal du dimanche Emmauelle Hénin, prima di aggiungere:

«Sono apparse due recensioni, su Libération e Le Monde, che non rispondono a nessuna delle argomentazioni esposte nel libro, ma ci accusano di aver pubblicato un pamphlet estremista: è una vera e propria caccia alle streghe. Ma queste reazioni sono tipiche dell’oscurantismo, che pensa solo in termini di rapporti di forza e, in modo manicheo, divide il mondo in buoni e cattivi. I nostri avversari non sopportavano il fatto che pubblicassimo con Presses universitaires de France, perché rivendicano il monopolio del sapere accademico».

“Face à l’obscurantisme woke” in cima alle classifiche di vendita

Secondo quanto rivelato dal Figaro, altre case editrici si erano fatte avanti per pubblicare il libro, tra cui Albin Michel, Fayard, Ellipse e Plon. Con quest’ultima, le discussioni erano in fase avanzata, tanto che il direttore della maison, Jean-Luc Barré, aveva già pensato alla fascetta da apporre in copertina per creare un caso editoriale: “Le livre interdit”, il libro proibito.

La brutta notizia per i wokisti e i loro fiancheggiatori è che Face à l’obscurantisme woke è in cima alle classifiche di vendita ed è già in ristampa, come riportato da Livreshebdo. I vandali che hanno attaccato la sede delle edizioni Puf hanno imbrattato la vetrina anche con questa scritta: «Femministe contro la propaganda fascista». Non c’era miglior modo per confermare la tesi del saggio, perché prendere di mira i libri, chiedendone la censura, è la peculiarità degli oscurantisti e dei regimi totalitari.

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