Condannare il Vaticano per gli abusi in Belgio? La Cedu ci pensa

Di Leone Grotti
16 Gennaio 2022
Un gruppo di vittime di abusi ha chiesto alla Grande Chambre della Corte europea per i diritti umani di giudicare la Santa Sede responsabile delle violenze di singoli sacerdoti. L'ennesimo uso politico della piaga degli abusi per colpire la Chiesa
La sede della Corte europea dei diritti umani (Cedu)

La sede della Corte europea dei diritti umani (Cedu)

Un gruppo di 24 vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti cattolici vuole che il Vaticano venga incriminato e sia riconosciuto colpevole per gli abusi e ha chiesto alla Grande Chambre della Corte europea dei diritti umani (Cedu) di ascoltare il caso.

Il ricorso alla Cedu contro il Vaticano

Le vittime, residenti in Belgio, si erano rivolte alla Cedu per la prima volta a ottobre dopo che i tribunali locali avevano stabilito che il Vaticano non può essere ritenuta responsabile degli abusi, né dell’eventuale comportamento inadeguato dei vescovi belgi, e godeva dell’immunità dovuta agli Stati sovrani.

La Corte europea dei diritti umani aveva dato ragione ai tribunali belgi specificando che la Chiesa cattolica non è «strutturalmente responsabile» degli abusi dei suoi singoli. Inoltre, aveva aggiunto che il Papa non può essere considerato il «principale» dei vescovi e che «la condotta inappropriata attribuita direttamente alla Santa Sede non era stata compiuta sul territorio belga ma a Roma; e che né il Papa né la Santa Sede erano presenti in territorio belga quando la condotta inappropriata attribuita ai leader della Chiesa del Belgio era stata compiuta».

Il Papa non è un amministratore delegato

Insomma, in alcun modo la Santa Sede è responsabile del comportamento di singoli membri della Chiesa in determinati paesi, allo stesso modo il Papa non può essere considerato alla stregua di un amministratore delegato di un’azienda.

Dopo il verdetto della Cedu, le vittime avevano tre mesi di tempo per presentare un ulteriore ricorso alla Grande Chambre e l’hanno fatto giovedì, argomentando che il Vaticano è responsabile a causa del modo «strutturalmente inadeguato» con la gerarchia cattolica ha trattato per decenni il tema degli abusi sessuali. In realtà, negli ultimi 20 anni la Santa Sede, insieme alle Conferenze episcopali locali, ha stravolto i propri regolamenti più di ogni altra istituzione laica al mondo per cercare di impedire alla radice la possibilità di abusi e per intervenire prontamente nel caso si verifichino. Le vittime belghe non tengono però conto di tutti questi interventi.

L’utilizzo politico della piaga degli abusi

Non è chiaro quando la Grande Chambre, composta da 17 giudici, deciderà se ci siano o meno le basi «eccezionali» necessarie per accogliere il caso. I magistrati non dovrebbero però avallare l’utilizzo della piaga degli abusi sessuali come un grimaldello per scardinare dalle fondamenta la Chiesa cattolica, come avvenuto in Francia (con la complicità degli stessi vescovi). Non è utilizzando il diritto per perseguire scopi politici e ideologici che potrà essere fatta giustizia.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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