Condanna Berlusconi, il Csm salva Esposito. Ma il Foglio ricorda: giudicò “definitive” anche le patacche sul caso Moro
Antonio Esposito, il presidente della sezione feriale della Corte di cassazione che l’1 agosto ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi per la frode fiscale Mediaset, con ogni probabilità se la caverà al Csm, visto che la commissione ha chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto a suo carico dopo le sue esternazioni al quotidiano il Mattino in merito alle motivazioni della sentenza. Tuttavia la sua credibilità è messa di nuovo pesantemente in questione dai fatti segnalati oggi dal Foglio.
FONTI INESISTENTI. Il giudice Esposito, spiega Giuliano Ferrara nell’editoriale pubblicato in prima pagina, «ha scritto la prefazione a un libro di Ferdinando Imposimato sul caso Moro (I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia, edizioni Newton Compton, ndr) in cui si sostiene che nuove fonti dimostrano come il covo in cui lo statista fu prigioniero era presidiato da servizi italiani e stranieri, che abbandonarono la postazione il giorno prima del suo assassinio, il 9 maggio del 1978». Ebbene, le “nuove fonti” su cui si basa principalmente la tesi complottista di Imposimato sono due militari, Giovanni Ladu e Oscar Puddu. Peccato però che nel frattempo i carabinieri del Ros, guidati dal pm di Roma Luca Palamara, hanno scoperto – notizia di ieri – che il primo in realtà «era un pover’uomo senza il minimo indizio a suffragio delle proprie accuse», scrive Ferrara, mentre «il secondo dichiarante, che era valso a Imposimato un best seller, la coglionatura forse involontaria ma ben delineata della dell’opinione pubblica più inesperta, e dei media corrivi alla congiurite, (…) era un interlocutore via mail con il nome Oscar Puddu, ma in realtà non era, perché trattavasi dello stesso Ladu».
CERTEZZE DEFINITIVE. In pratica, sintetizza l’Elefantino citando passaggi della prefazione firmata da Esposito, «il dottore della famosa sentenza avvalora le asserzioni demenziali del libro che “trovano oggi definitiva conferma e certezza” grazie alle “dirompenti dichiarazioni di due dei numerosi militari” coinvolti nell’operazione». Il fatto è tanto più grave in quanto, sottolinea Ferrara, intorno a questo giudice «dal primo agosto scorso girano i destini della nazione, gettata in un caos da guerricciola civile non guerreggiata per via della sua aurea sentenza “definitiva” contro Berlusconi». Insiste il direttore del Foglio: «Il firmatario della condanna “definitiva” giudica “definitiva” una palla colossale sul caso più grave e doloroso della storia repubblicana».
COSTITUZIONE E PATACCHE. Il giudizio di Ferrara è durissimo: «Questa che con sussiego viene venduta come la Repubblica della Costituzione e della legge uguale per tutti, un paese in cui una sentenza Esposito può ribaltare il ruolo parlamentare attribuito da milioni di elettori a un uomo di Stato di due decenni, in realtà è una Repubblica delle patacche». In Italia «un confermatore di definitività delle fregnacce scritte con dappocaggine in un libro di rivelazioni, uno che non tiene un cecio in bocca, è il giudice definitivo della nostra storia riscritta. E noi dobbiamo credergli perché la legge è uguale per tutti».
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1 commento
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ma il csm non è meglio di esposito, è un organismo da chiudere.
sfiduciato e di parte