Chi sono e quanti sono i cristiani perseguitati nel mondo
Solo in Corea del Nord si calcola ci siano tra 50 e 70.000 cristiani nei campi di detenzione. Poi ci sono i Paesi africani e del vicino e medio Oriente dove i cristiani sono perseguitati con una violenza più evidente. Da novembre 2013 al 31 ottobre 2014 Caritas calcola che i cristiani uccisi per ragioni strettamente legate alla loro fede siano stati 4.344, mentre le chiese attaccate per la stessa ragione siano state 1.062.
Il dossier di Caritas Italiana, scaricabile dal suo sito internet, descrive dunque un problema drammaticamente attuale. Esso, rende noto l’organismo caritativo, ha un duplice obiettivo: fare luce sulle cause della persecuzione dei cristiani nel mondo, tenendo conto delle variabili economiche, culturali e geopolitiche dei singoli Paesi coinvolti, e, al tempo stesso, dare voce alle testimonianze silenziose dei tanti cristiani che continuano a custodire la fede a rischio della propria vita.
Un anno fa, nel luglio 2014, gli uomini dell’Is irruppero a Mosul e tale azione segnò l’inizio di un esodo che in poche settimane ha portato più di un milione di persone a rifugiarsi nella regione irachena del Kurdistan. Si tratta di cristiani, yazidi e altre minoranze, accolte in particolare nella regione di Erbil, Dohuk e Zakho. La situazione si è poi progressivamente aggravata con cicliche ondate di sfollati verso la stessa regione del Kurdistan.
«La Chiesa locale si è subito mobilitata, dando accoglienza nei cortili, nelle chiese e in ogni spazio disponibile», sottolinea il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, che insieme al segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Nunzio Galantino, lo scorso ottobre ha visitato i campi profughi ad Erbil.
Dopo la la missione, l’impegno di Caritas Italiana si è concentrato su progetti di assistenza nelle diocesi di Erbil e Dohuk con un programma di gemellaggi per oltre un milione di euro a favore di 13.000 famiglie di cristiani e di yazidi, costretti a fuggire dai loro luoghi di residenza. Dal 2003 a oggi il sostegno economico di Caritas Italiana ai progetti di Caritas Iraq e della rete delle organizzazioni collegate alla Chiesa locale è stato di 3,3 milioni di euro. Il dossier evidenzia come spesso le cosiddette guerre di religione nascono per precisi interessi politici ed egemonici e, spiegano i responsabili del dossier, rilancia con la concretezza dei fatti come sia possibile partire dalle differenze religiose per lavorare insieme a favore della pace, come non cessano di testimoniare le Caritas del medio Oriente, dove è sempre più frequente la collaborazione attiva tra cristiani e musulmani.
Foto croce in fiamme da Shutterstock
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12 commenti
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No, decisamente non si ferma svendendo la propria dignità.
Si fermano invece degli ebrei degni di tale nome : i Neturei Karta.
Guarda caso i commenti spariscono ed il troll riappare. Non si ferma nemmeno di fronte ad un bimbo bruciato vivo.
Guarda che non è un caso, chi falsifica e si spaccia per qualche altra decina di commentatori interloquendo autisticamente con se stesso è uno sciacallo della peggor specie filo-islamica di osservanza irano-amasiana che si mette a accusare il prossimo di esaltare la morte di un bambino: questa ennnesia cialtroneria il multinick ultra-troll la spara al solo scopo di non commentare la notizia qui riportata sulle vittime cristiane dell’islamismo nelle vaioe liee di produzione di violeza, sopraffazione, discriminazione, dhimmitudine, SOTTOMISSIONE – cioè, appunto, ISLAM.
Che un mistificatore e falsario sia capace di tutto questo, per limitarci a questo, spiega come, paranoicamete, finga che siano rimossi da altri i post che, giustamente, gli elimina la Redazione.
NO ALL’ISLAM!
Gradirei passassero i post che ho inviato, grazie!
Il troll multinick la cui incontenibile idiozia necessita di svariati nickname perché la sua bestialità vale per mille e che, giusto per onorare la fede nazi-islamica, si fregia di pseudonimi digitali arabi e teutonici, invece di rispondere, quando non ha nulla da copincollare, passa alle amenità come queste sul leone, da quel gran coniglio imbalsamato nei nickame fasulli che è.
Nulla, o quasi nulla, è stato detto in questi mesi e in questi anni della violenza perpetrata dai coloni israeliani che vivono, e continuano a costruire, in Palestina, territorio occupato. Neanche due giorni fa, il governo israeliano ha approvato altri 300 alloggi per i coloni.
Più o meno la stessa mole di informazioni su:
1) libri di testo negazionisti della shoah imposti da Hamas nelle scuole di Gaza (e qui c’è ancora qualcuno che fa manifestazioni per sostenere la cosiddetta “istruzione” palestinese);
2) fatto acclarato che Hamas, provocando le rappresaglie di Israele, ha sparacchiato 6000 (diconsiseimila) razzi (ma qui c’è ancora qualcuno che pensano che siano i resti dei mortaretti di carnevale)
3) fatto altrettanto acclarato che i razzi li spara da postazioni “civili”, infischiandosene delle proteste di quelli che ci abitano
4) fatto che Hamas, per statuto, nega la possibilità che Israele possa avere un suo stato
E taccio del traffico di armi nei tunnel, della fine che fanno gli aiuti internazionali, della situazione dei cristiani, della vicinanza (per non dire collusione) di Hamas con i Fratelli Musulmani, Al Qaeda e simil spazzatura.
Per sostenere la giusta aspirazione dei palestinesi ad avere un loro stato, cantare la mezza messa non solo non serve ma è addirittura controproducente. Se volete ergervi a cantori della verità, dovete abituarvi a dirla tutta.
@Yusuf :
Evidentemente per il troll qua sopra il bambino Ali Saad Dawabsheh valeva non più del leone Cecil.
Evidentemente, il re dei re dei troll multinick che ora yusufeggia da voglacco qual è per sciacalleggiare meglio, vale a dire, come “religione naturale dell’umanità” comanda, chi entra nel merito dell’articolo e deplora cristiani ammazzati ogni anno è a favore dell’uccisione dei bambini palestinesi. Tanto è cretino, lo yusufatto e tutta la sua madrassa di controfigure digitali, da non capire che, una volta di più, dimostra di strumentalizzare i bambini palestinesi morti pur di non accusare gli islamici che ammazzano i cristiani, bambini compresi: e compresi i bambini israeliani uccisi a domicilio a pugnalate dai boia di Hamas strisciati dai tunnel di Gaza, non per l’incendio innescato dal lancio di una molotov.
Raider, sei grande, continua, ti prego…
Sintomatico caso di sciacallaggio a scopo diversivo del solito multinick, qui, yusufeggiante: si parla di cristiani perseguitati nel mondo, perlopiù, da parte di islamici come il troll col nickame di copertura yusifico? Be’, rispondiamo con un bambino islamico ucciso in un attacco di estremisti ebrei.
(E i bambini cristiani decapitati dall’Isis perché non si volevano convertire, le bambine uccise da Boko Haram, i bambini cristiani uccisi con i loro genitori in Pakistan? Eh! Basta dire che i canefici non sono islamici: e i nazi-islamici, infatti, non copincollano, non deplorano, non condannano mai, in questi casi. E i bambini iraniani che durante la guerra con l’Iraq venivano mandati a correre sui campi minati per andare in paradiso incontro a 72 vergini 72? Non pervenuti.)
Questi mentecatto-islamisti non sembrano rendersi conto né dell'”errore” che commettono né dell’intenzione che rivelano con “errori” così vistosi: per costoro, evidentemente, ebrei e cristiani pari sono. Che le colpe degli uni ricadano sugli altri, “dopo il sabato, viene la domenica” e altre promesse di rivalse storico-teologiche in nome dell'”Islam, religione naturale dell’umanità.”
È solo l’ultimo di almeno 120 attacchi perpetrati dai coloni israeliani in Cisgiordania contro i palestinesi, dall’inizio dell’anno. Solo l’ultimo di 120 attacchi, secondo i dati delle Nazioni Unite che stilano con precisione burocratica rapporti, grafici, statistiche, bollettini su quello che succede nel Territorio palestinese occupato, in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est. Poco meno di un attacco al giorno, contro le persone, le case, le macchine, gli olivi, le campagne.
Quella di Ali Saad Dawabsheh, appena 18 mesi, morto bruciato nella sua casa di Duma, è dunque una morte annunciata. Stra-annunciata, per chi guarda e conosce la Palestina, Israele, il conflitto, l’occupazione.