Che fine farà il mondo conservatore dopo Trump, l’anarchico pro life?

Di Marco Invernizzi
15 Dicembre 2020
Indifferente ai valori della vita e della famiglia quando è entrato in politica, ha finito per promuovere le leggi più favorevoli di sempre in questi ambiti, anche sfidando il suo partito. E adesso?
Una sostenitrice di Trump alla Marcia per la vita

Articolo tratto dal numero di dicembre 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.

C’è un tema che vale la pena affrontare per il dopo-Trump: che fine farà il partito repubblicano e in generale il movimento conservatore dopo questi quattro anni di presidenza Trump? Il tema è importante anche per le ricadute in tante nazioni del mondo, dove esistono partiti o movimenti che hanno sempre guardato al conservatorismo americano, quello nato dopo la stagione politica, in particolare con le elezioni presidenziali del 1964, del senatore Barry Goldwater (1909-1998) e articolatosi definitivamente durante le presidenze (1981-1989) di Ronald Reagan (1911-2004).

Quando Donald Trump decise di candidarsi non aveva il sostegno del Partito repubblicano, ma ha saputo cambiare atteggiamento durante la sua campagna per ottenere la candidatura e soprattutto durante gli anni della presidenza. Oggi si può dire che la maggioranza del partito gli sta rimanendo vicino nonostante la sconfitta.

Ma domani che cosa potrebbe accadere? La risposta non è irrilevante per chi ha a cuore i princìpi fondamentali del bene comune, secondo quanto insegnano la dottrina sociale della Chiesa e il senso comune. Trump non era schierato a fianco di queste posizioni quando cominciò a “fare politica”. Era un uomo d’affari, che gli affari li faceva se erano convenienti, senza preoccuparsi delle conseguenze politiche. Poi è cambiato e ha progressivamente abbracciato i princìpi di vita e famiglia, sia attraverso dichiarazioni pubbliche sempre più impegnative sia promuovendo decisioni legislative importanti, tutte in direzione pro life e pro family. La domanda sul perché lo ha fatto è stucchevole o maliziosa. Solo Dio conosce la coscienza degli uomini e può giudicarla. A noi poveri uomini spetta però il giudizio sui fatti, in concreto sulle leggi, sulle iniziative e sulle dichiarazioni pubbliche, su tutto quello che è richiesto a un uomo politico, in questo caso a un capo di Stato.

Ma a noi in questo momento non interessa tanto la figura dell’ex presidente degli Stati Uniti, ma il futuro del partito che Trump voleva “disfare” e che in realtà ha ereditato, diventandone un punto di riferimento. Che cosa sarà di questo partito? Rimarrà legato alle posizioni del conservatorismo classico? E Trump sarà coerente con il suo cambiamento? Prestare attenzione a queste domande è importante per ragioni oggettive da parte di chi ha a cuore il futuro degli Stati Uniti ma anche del mondo in generale.

Come accadde con Berlusconi

Si può provare antipatia per Trump, si possono non condividere i suoi atteggiamenti che forse allontanano elettori più che avvicinarne, ma non si può dimenticare che ha aumentato i consensi in quattro anni di presidenza, che quasi la metà dei votanti lo sostengono, che è inviso ai “poteri forti” di tutto il mondo e che i suoi sostenitori sono l’espressione del popolo più semplice. Lo dico in riferimento ai tanti cattolici italiani che ne parlano male con la stessa foga con cui per decenni hanno attaccato con la bava alla bocca Silvio Berlusconi: due uomini d’affari, “anarchici sui valori” come si definì Berlusconi e come forse non è più Trump, che stando al governo hanno impedito che eutanasia, ideologia gender, droga libera e matrimonio omosessuale venissero legalizzati e, per di più, hanno promosso (soprattutto Trump) politiche a favore della vita e della famiglia. Anche questo si vuole negare?

Ritorno alle domande iniziali. Cosa sarà del mondo conservatore americano e indirettamente di tutti coloro che nel mondo si richiamano a quei princìpi? Si può aprire una finestra su questo punto evitando le trappole del politicamente corretto, tenendo conto che si aprono dibattiti sul nulla e non si affrontano temi come questi, così rilevanti per chi ha a cuore la vita, la famiglia, la libertà di educazione e quella religiosa.

Foto Ansa

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