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Caro direttore, intervengo sul caso di Giulia e Tommaso. Afflosciata (mi pare) la causa rintracciata nella famiglia patriarcale, in vari articoli si scrive che l’uomo consideri la donna un suo (di lui) possesso e da qui le violenze. Non mi sembra una questione di lana caprina dire che è assolutamente corretto che l’uomo consideri la donna come possesso e naturalmente anche il contrario. Infatti il possesso implica qualcosa che è affidato, che dovrai curare secondo la sua natura con la massima tenerezza e precisione. Altro è la parola proprietà. Nel caso l’uomo che consideri la donna come sua proprietà, genererà una relazione secondo i suoi sogni, le sue pulsioni, magari anche le sue ragioni, diventa cioè “creatore”. Infatti nella Genesi Dio affida all’uomo tutto il creato affinché divenga sub creator (molto interessante in questo senso, il libro di Paolo Prosperi La caduta degli angeli), a sua volta generatore: il rapporto uomo donna non ha forse ques...
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