
«In Libano la situazione è critica. Senza aiuti sarà una tragedia»

«La situazione in Libano è molto critica: siamo tutti confusi e abbiamo paura». A un mese dallo scoppio della guerra tra Israele e Hezbollah, il paese dei cedri, già indebolito da una fortissima crisi economica, è sull’orlo del collasso. Gli sfollati a causa dei combattimenti sono 1,2 milioni, circa il 20 per cento della popolazione, e il bisogno è immenso. «La gente è in estrema difficoltà», dichiara a Tempi padre Michel Abboud, presidente di Caritas Libano.
Caritas Libano al servizio di tutti
La Caritas, racconta il sacerdote carmelitano, «dall’inizio del conflitto si è unita in partnership con molte associazioni locali e internazionali per portare a tutti l’aiuto necessario», racconta. «Abbiamo distribuito da subito cibo e pasti caldi ai 190 mila sfollati disseminati nei 900 centri di accoglienza predisposti dal governo».
La maggior parte degli sfollati, però, ha trovato riparo a casa di amici e parenti. La Caritas «si è mossa per raccogliere i nomi delle famiglie e così fornire assistenza a chi accoglie». Infatti, prosegue padre Abboud, «le famiglie che aprono le proprie case sono già in grande difficoltà a causa della crisi economica. Noi li aiutiamo a comprare cibo, vestiti, medicine e tutto il necessario».
Sfidare le bombe di Israele
Israele sta prendendo di mira tutti i responsabili di Hezbollah, bombardando le case e i palazzi dove si nascondono in ogni parte del paese, anche lontano dal fronte. Nessun posto può più essere considerato «sicuro» in Libano, come dimostra il recente bombardamento ad Aitou, nel nord del paese. Per questo tante persone «hanno paura ad accogliere gli sfollati: nessuno sa chi siano i capi di Hezbollah».
Nonostante il rischio, la Caritas «continua ad accogliere tutti. Non siamo in grado di distinguere, non sappiamo chi è miliziano e chi no. Quindi continuiamo ad assolvere alla nostra missione: accogliere tutti».
«Quando finirà la guerra in Libano?»
Fino ad ora, la Caritas insieme ad altre associazioni umanitarie è riuscita a far fronte ai bisogni della gente. Ma la guerra non accenna a finire e padre Abboud è molto preoccupato: «Quanto durerà ancora questa crisi? La gente non può sopportare a lungo questa situazione e gli aiuti non bastano per tutti», spiega a Tempi.
Il numero degli sfollati, continua il carmelitano, «aumenta sempre di più. Le donazioni che riceviamo non sono sufficienti per tante persone».
Soprattutto, sottolinea, «ora sta per arrivare il freddo, la gente avrà bisogno del riscaldamento. Se non riceviamo più aiuti dal di fuori del Libano sarà una tragedia».
«Abbiamo solo Dio in questa vita»
La guerra tra Israele e Hezbollah non sta impoverendo il Libano soltanto dal punto di vista materiale, ma anche da quello umano. Come già accaduto dopo l’esplosione del porto di Beirut del 4 agosto 2020, che spinse 200 mila libanesi ad abbandonare il paese, tanti stanno andando via a causa del conflitto: «Chi ha i mezzi, i soldi e il visto se n’è già andato via. Questa purtroppo è diventata una cosa normale per noi. Ma così il Libano si impoverisce sempre di più».
Nonostante le enormi difficoltà, padre Michel Abboud sottolinea la forza del popolo libanese: «Noi manteniamo sempre la speranza, perché abbiamo passato tanti momenti difficili nella nostra storia, anche più difficili di questo, e grazie a Dio siamo riusciti sempre ad andare avanti».
«Hanno distrutto le nostre case», conclude il presidente di Caritas Libano, «hanno ucciso i nostri parenti, hanno fatto scappare i nostri amici dal paese, ma nessuno può strapparci la nostra fede. Perché abbiamo solo Dio in questa vita».
Dona a Caritas Libano
Per donare a Caritas Libano effettuare un pagamento con carta oppure un bonifico con i seguenti dati:
Banca: Banque Libano-Francaise SAL
Filiale: Agence SIN EL FIL
Intestatario: Caritas Liban
Iban: LB10001000000011628518102978
Swift: BLFSLBBX
Conto: 011628518102978
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