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«In mezzo alle bombe in Libano noi cristiani abbiamo un compito»

Di Leone Grotti
09 Ottobre 2024
«Tutti viviamo nell'angoscia e abbiamo paura. Ma dobbiamo superare le barriere, accogliere e portare speranza a tutte le persone, sciiti inclusi». Intervista al vescovo Jules Boutros, guida della Chiesa patriarcale di Antiochia dei Siri in Libano
La chiesa di San Giorgio a Yaroun, nel sud del Libano, colpita dai bombardamenti israeliani
La chiesa di San Giorgio a Yaroun, nel sud del Libano, colpita dai bombardamenti israeliani (Ansa)

«La situazione è sempre più grave in Libano: Israele bombarda ovunque e nessuno si sente più al sicuro». Anche monsignor Jules Boutros, come tutti libanesi che abitano a Beirut o nei paesi vicini alla capitale, la notte non dorme. «Da mezzanotte fino all'alba i bombardamenti non permettono di prendere sonno», racconta a Tempi il vescovo alla guida della Chiesa patriarcale di Antiochia dei Siri, un piccolo gregge di 140 mila fedeli nel mondo e 16 mila in Libano.

«Il Libano non vuole questa guerra»

L'invasione israeliana, che in due settimane ha già fatto più di duemila vittime e diecimila feriti e che coinvolge ormai tre divisioni dell'esercito, ha svuotato il sud del paese. Decine di migliaia di persone sono fuggite cercando rifugio verso nord e nella capitale Beirut. Tanti abbandonano il paese sfollando in Siria o in Iraq.

Il vescovo ha paura che molti cristiani se ne vadano per non tornare più: «Ci stiamo appellando ai governi europei per chiedere che facciano pressione su...

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