Camion e Tir bloccano l’Italia. Un morto. Milioni di euro di danni
Uno dei manifestanti della protesta dei Tir che sta bloccando il paese, Massimo Crepaldi, astigiano di 46 anni, è morto all’altezza di Asti Ovest, investito da una collega tedesca che non partecipava alla manifestazione. Secondo i primi accertamenti della polizia stradale si tratterebbe di un incidente. L’uomo, dipendente della ditta «Astigiana Trasporti», ha cercato di bloccare la conducente, aggrappandosi alla portiera dell’automezzo ed è caduto sotto le ruote.
«Scendono dai camion e bloccano autostrade, tangenziali, porti. Dicono di essere allo stremo per il gasolio alle stelle, per i pagamenti che non arrivano, per il costo dei pedaggi, delle polizze assicurative. Chiedono provvedimenti «ora o non finirà mai» e su questo grido di battaglia migliaia di autotrasportatori hanno ieri semiparalizzato l’Italia, spostando le proteste dei «forconi» siciliani all’intera penisola, dalla Calabria alla Basilicata alla Campania alla Puglia, fino alla Lombardia e al Piemonte. Sulle strade chilometri di Tir in coda e di lavoratori urlanti; sui mercati i banchi spogli di derrate alimentari che non arrivano, mentre alcune aziende stanno fermando il vapore in attesa della materia prima. Non solo piccole e medie imprese ma addirittura la Fiat, che oggi ha sospeso un turno di lavoro negli stabilimenti di Pomigliano, Sevel, Cassino, Melfi e Mirafiori. Insomma, una giornata nera per i trasporti e per l’economia reale» (Corriere, p. 3).
Sulla tangenziale dell’interporto di Torino 7 chilometri di coda in entrambi i sensi di marcia, pare 1.500 autotrasportatori a motore spento e interporto chiuso. «E rimbalzano le notizie dal resto d’Italia, con una sessantina di “concentramenti”, diversi a ridosso di raffinerie, porti e centri intermodali. Tutti camionisti, tutti a usare il freno come forcone. Bloccato lo svincolo di Novara, problemi sulla statale di Asti, code nelle lombarde Capriate e Seriate, chiuse le uscite di Bologna San Lazzaro e Cesena nord. Più a sud soffrono Napoli, all’uscita di Mercato San Severino, Foggia e Taranto (A14), dove i mezzi pesanti hanno bloccato le entrate di Andria, San Severo e Poggio Imperiale» (Corriere, p. 3).
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«Un’agenzia riporta la previsione del danno della Confederazione italiana agricoltori: “Quasi 60 milioni di euro per il fermo della Sicilia. La protesta può dare il colpo di grazia al settore primario”. Scende in campo Francesco pugliese, direttore di Conad: “Frutta, latte e carne incominciano a scarseggiare sugli scaffali. Chiediamo che il governo si attivi immediatamente per trovare al più presto una soluzione”» (Corriere, p. 3).
La risposta del governo è che «i blocchi sono inaccettabili e non saranno tollerati», il ministro dell’Interno Cancellieri minaccia sanzioni contro «chiunque stia violando la legge e danneggiando i cittadini. Massima disponibilità al dialogo con tutti, manche massima fermezza per assicurare il rispetto della legge». Poi esprime preoccupazione «perché nulla esclude che certi malesseri possano sfociare in manifestazioni di tipo diverso».
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