![Trump presidente. Per Meloni grandi opportunità e grandi rischi](https://www.tempi.it/wp-content/uploads/2025/01/trump-giuramento-ansa-345x194.jpg)
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Annunciando un nuovo patto militare con Regno Unito e Australia (Aukus), gli Stati Uniti non hanno fatto appena uno sgarbo da 34 miliardi alla Francia, hanno estromesso l’Unione Europea dalla partita chiave del XXI secolo: lo scontro con la Cina.
Il 15 settembre, alla Casa Bianca, Joe Biden ha presentato insieme al premier britannico Boris Johnson e al primo ministro australiano Scott Morrison un’alleanza «storica» con l’obiettivo di «difendersi contro minacce in rapida evoluzione» (leggi: Cina). Per contenere l’espansione del regime comunista nell’area del Pacifico, e per assicurarsi rapidità d’intervento in caso di invasione di Taiwan, gli Usa forniranno all’Australia la tecnologia necessaria per costruire otto sottomarini nucleari, in grado di pattugliare rapidamente il Mar cinese meridionale.
Si tratta di una svolta importante dal momento che soltanto sei paesi al mondo possiedono questo tipo di sottomarini (Usa, Russia, Francia, Regno Unito, Cina e India). Washington non aveva mai concesso una simile tecnologia ad alcun alleato, salvo alla Marina britannica, durante la Guerra Fredda, per far fronte alla minaccia sovietica.
La notizia ha scatenato un terremoto in Francia, che nel 2016 aveva firmato proprio con l’Australia «l’accordo del secolo» per rifornire Canberra di 12 sottomarini a fronte di un corrispettivo di 34 miliardi. L’accordo era anche «alla base delle ambizioni francesi di Emmanuel Macron nella regione del Pacifico, teatro dello scontro del secolo tra Cina e America», scrive Le Figaro.
Parigi ha denunciato senza mezzi termini la «pugnalata alla schiena» degli alleati e «l’assenza di coerenza della scelta americana di estromettere un alleato europeo» nel momento in cui Washington invoca l’unità transatlantica di fronte a Pechino.
Se la Cina ha denunciato come «irresponsabile» la scelta americana, gli Stati Uniti sono già pronti a rincarare la dose: la prossima settimana, infatti, si riunirà a Washington il Quad, il quadrilatero di democrazie della regione Indo-Pacifico, che comprende oltre anche India, Giappone e Australia.
Se il messaggio inviato da Biden alla Cina è chiaro, lo è altrettanto quello all’Europa. Come scrive ancora Le Figaro, «la Francia e l’Europa post Brexit escono marginalizzate da questa grande manovra, come se l’America avesse preso atto della loro incapacità a farsi carico della sfida cinese».
La scelta di Biden, uno schiaffo all’Unione Europea, mostra anche che il rapporto tra Stati Uniti e Ue non si è incrinato soltanto per gli atteggiamenti bizzosi e isolazionisti di Donald Trump durante la sua permanenza alla Casa Bianca. E indica che le speranze europee dopo l’elezione del democratico erano mal riposte: non sarà affatto facile recuperare il rapporto di collaborazione e fiducia con gli americani.
A ben vedere, la mossa di Washington potrebbe anche essere una vendetta, o più semplicemente la diretta conseguenza, del clamoroso sgarbo che l’Europa, per volere di Germania e Francia, ha fatto alla fine dell’anno scorso alla presidenza Biden. Quando infatti il 30 dicembre 2020 Angela Merkel, insieme a Macron e ai rappresentanti dell’Ue, annunciò trionfante la chiusura delle trattative con la Cina sull’Accordo completo sugli investimenti (Cai), lo fece senza consultare gli Stati Uniti e senza aspettare l’insediamento ufficiale di Biden alla Casa Bianca.
Allora Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale di Biden, offrì ai giornalisti un commento al vetriolo sulla chiusura dell’accordo: «Il governo americano avrebbe gradito consultarsi con i nostri partner europei sulle comuni preoccupazioni per la condotta economica della Cina».
Di quanto fosse scellerato quell’accordo, ora bloccato per il reciproco scambio di sanzioni, abbiamo già scritto in modo approfondito. Ma al di là dei dettagli contrattuali estremamente vantaggiosi per Pechino, l’intesa come si temeva ha reso gli americani ancora più diffidenti verso l’Europa. «Sia i democratici che i repubblicani in America sono rimasti sconvolti dall’atteggiamento europeo», commentò allora Matthew Pottinger, viceconsigliere sulla Sicurezza nazionale di Trump. Alle critiche americane, i diplomatici tedeschi risposero con supponenza: «Pensano di poterci dire cosa dobbiamo fare?». Mentre i rapporti tra Usa e Ue si sfilacciavano, Pechino stava a guardare e commentava compiaciuta cercando di allargare ancora di più il solco tra i due storici alleati: «I leader europei dovrebbero aver capito che gli interessi americani sono diversi dai loro».
L’accesa polemica innescata dal Cai sembrava sopita; dopo l’annuncio di mercoledì l’Unione Europea si sveglia e scopre che non è così. Scopre che l’America di Biden non ha avuto alcun riguardo per un paese come la Francia, spingendo l’Australia a stralciare la più importante commessa economica dei transalpini. E soprattutto scopre che gli Stati Uniti non considerano più l’Ue né un alleato fondamentale né utile nella partita più importante del XXI secolo. Tra un applauso a Bebe Vio e un vertice sui migranti, a Bruxelles hanno di che riflettere.
Foto Ansa
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