Lo hanno ucciso con un machete, hanno amputato il braccio di sua moglie, hanno trascinato fuori dalle case e ucciso altre sei persone, soprattutto anziani, della sua comunità. È morto così Angus Abraham Fung, stimato traduttore della Bibbia della città di Wum, in Camerun, massacrato da un gruppo di quelli che i residenti avrebbero identificato come pastori fulani, incoraggiati a compiere attacchi contro le comunità agricole locali che sostengono i ribelli separatisti.
L’ASSASSINIO DI FUNG
Secondo le fonti locali sentite da Efi Tembon, già direttore dell’Associazione camerunense per la traduzione e l’alfabetizzazione biblica e costretto a lasciare il paese dopo aver parlato dei conflitti al Congresso degli Stati Uniti nel giugno del 2018, Fung è stato trascinato fuori di casa nel cuore della notte e massacrato con un machete. Sua moglie Eveline, a cui è stato tagliato un braccio, si trova ora in ospedale, dopo aver perso moltissimo sangue: «Non so cosa abbia scatenato l’attacco», ha detto Tembon al Christian Post, elogiando l’intensa opera di alfabetizzazione ed educazione del traduttore sessantenne per la comunità di Wum.
CASE IN FIAMME E RAPPRESAGLIE
Una comunità di cinquemila abitanti, quasi tutti cristiani, situata ai piedi di una collina dove i pastori musulmani fulani pascolano il loro bestiame. «Il governo ha armato molti mandriani spingendoli ad attaccare e terrorizzare la popolazione locale che sostiene i separatisti». Non tutti, specifica Tembon, alcuni fulani si sono uniti ai ribelli o hanno scelto di vivere nelle città, ma gli attacchi di chi sostiene il governo si stanno intensificando. A giugno hanno appiccato roghi a case e chiese locali, scatenando la rappresaglia della popolazione, e, va da sé, nuovi attacchi. Si calcola che dall’inizio del conflitto, nel 2016, oltre cinquantamila persone siano sfollate oltreconfine, verso il Ghana ma soprattutto verso la polveriera d’Africa, la Nigeria, dove la popolazione vive oggi imprigionata tra due fuochi, «i soprusi di politici, militari e forze dell’ordine, da una parte, le violenze e le razzie dei pastori fulani e di altri banditi, dall’altra».
L’APPELLO DEI VESCOVI NIGERIANI
Con queste parole i vescovi della provincia di Owerri, capitale dello Stato dell’Imo a sud-est del paese, tornano a denunciare oggi la gravissima situazione della Nigeria. «Ogni giorno, lungo tutti i nostri Stati, ascoltiamo storie strazianti di rapimenti, stupri, mutilazioni, estorsioni, accaparramento di terre, uccisioni e distruzione delle fonti di sostentamento delle persone. Continuiamo a sperare invano che i pubblici funzionari eletti e gli agenti di sicurezza proteggano i nostri cittadini come previsto e sancito dalla Costituzione», si legge nella lettera pastorale “Siate forti! Non abbiate paura!” pervenuta all’Agenzia Fides. Invitando i fedeli a restare saldi nella fede e il governo a non dare per scontata la disposizione amichevole dei cristiani, i vescovi hanno indetto oggi, 30 agosto, una giornata di preghiera per la pace in Nigeria.
OLTRE CINQUANTA OSTAGGI
Intanto nel paese cresce la preoccupazione per la sorte dei prigionieri dell’imponente assalto al villaggio di Katsina, nel nord-ovest della Nigeria. Oltre cento banditi la sera del 27 agosto, sparando da tutte le angolazioni, hanno accerchiato la comunità di Wurma e rapito 53 persone, tra cui la figlia del capo del villaggio e sua madre, insieme a numerose donne incinte, bambini e neonati. La polizia, che ha già liberato dieci donne, promette di salvarli tutti, ma sono tante le richieste di riscatto che in queste ore stanno pervenendo alle famiglie dei residenti. Gli aggressori hanno fatto razzia di pecore, capre e cibo, una dinamica che ricalca il modus operandi dei molti attacchi dei mandriani fulani, armati fino ai denti, che da nord a sud insanguinano il paese.
L’APPELLO DI ACS
Il 2 agosto Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) ha denunciato l’assassinio di padre Paul Offu, il secondo sacerdote cristiano freddato da presunti fulani nella diocesi di Enugu. E ovunque cresce la paura «per il drastico aumento del terrorismo di questo gruppo di nomadi», ha dichiarato padre Valentine Onwunjiogu della Veritas University, «oltre 100 persone sono state uccise dai mandriani fulani nei primi quattro mesi dello scorso anno». Acs ha rivolto un pressante appello alle autorità affinché sia garantita la sicurezza necessaria: «Si fermi la mattanza!».