Arrestato un altro vescovo in Nicaragua per aver «pregato»
Sotto la feroce dittatura di Daniel Ortega, da anni il Nicaragua è diventato un paese orwelliano dove persino il più innocente dei gesti o la più moderata delle parole può diventare un crimine a giudizio insindacabile del regime. Per questo il 20 dicembre, alle porte del Natale, la polizia ha arrestato monsignor Isidro del Carmen Mora Ortega, vescovo della diocesi di Siuna.
Colpevole di avere pregato
Non è ancora chiaro quale sia la colpa di Mora, ma il prelato aveva appena presieduto una messa per i 99 anni della diocesi di Matagalpa, durante la quale aveva dichiarato che i vescovi del Nicaragua «sono uniti in preghiera con Rolando Alvarez». Il riferimento è al vescovo della diocesi di Matagalpa, attualmente in carcere dopo essere stato condannato nel 2022 in un processo farsa a 26 anni di reclusione con l’accusa di «tradimento».
Monsignor Mora sarebbe stato fermato dalla polizia e obbligato a salire su una camionetta mentre si dirigeva in chiesa per la cresima di 230 cattolici. Non si sa al momento dove sia detenuto.
Persecuzione feroce in Nicaragua
Nel suo delirio di onnipotenza, il dittatore Ortega ha dichiarato guerra alla Chiesa cattolica (e a tutto il paese) nel 2018, quando i vescovi si sono schierati a difesa dei giovani scesi in piazza per protestare contro il governo.
A partire dall’anno scorso la persecuzione è diventata particolarmente feroce: Ortega ha definito i vescovi «terroristi» dediti a organizzare «colpi di Stato», ha messo al bando l’ordine gesuita e i francescani, confiscato i beni e i mezzi di comunicazione della Chiesa, cacciato dal paese vescovi e suore, arrestato sacerdoti, proibito pellegrinaggi e funzioni religiose.
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