Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

«Vorrei che il Papa venisse in Iraq tutti gli anni»

Qaraqosh accoglie Francesco: «Bisogna avere il coraggio di perdonare ma anche di continuare a lottare». Dal nostro inviato

Leone Grotti
08/03/2021 - 4:00
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia

DAL NOSTRO INVIATO A QARAQOSH (IRAQ) – SOSTIENI IL REPORTAGE DI TEMPI CLICCANDO QUI

Qaraqosh si sveglia presto per il grande giorno. L’arrivo di papa Francesco è previsto intorno alle 11 ma alle 6 del mattino la strada che collega l’ingresso della città, dove è atteso l’atterraggio dell’elicottero con a bordo il Papa di ritorno da Mosul, con la chiesa dell’Immacolata Concezione è già piena di gente. Nessuno vuole perdersi «l’evento storico» e i cristiani, ma ci sono anche tanti musulmani, fanno a gara per contendersi un posto in prima fila.

Il dispiegamento di forze per prevenire attentati è ingente: nessuno può avvicinarsi alla strada principale senza un apposito badge, distribuito a tutti i fedeli, gli elicotteri sorvolano la città mentre l’esercito è appostato ovunque, a ogni angolo di strada e sopra i tetti di ogni casa. La visita del Papa infatti è anche una scommessa e il governo vuole lanciare un messaggio: l’Iraq è tornato sicuro, la stagione del terrorismo è finita.

LEGGI ANCHE:

Iraq carte Saddam

«Quello iracheno è un popolo unito dalla sofferenza»

24 Marzo 2023
Una scialuppa di migranti al largo di Lampedusa nel Mediterraneo

Perché il diritto a rimanere è più profondo del diritto ad emigrare

23 Marzo 2023

Chi l’avrebbe mai detto?

Fin dalle prime ore del mattino padre Roni Momika è in fibrillazione. È lui che ha preparato i balli, i canti e le coreografie per accogliere degnamente il Papa. È visibilmente agitato, non riesce a star fermo e corre e salta da una parte all’altra della strada incitando le migliaia di persone ad alzare la voce, a cantare, a fare festa. Perché oggi Qaraqosh è in festa: «Il Papa, qui, a casa nostra», ci dice senza fiato. «Ma ti rendi conto? Chi l’avrebbe mai detto?».

Di sicuro non lui, che nell’agosto 2014 fu l’ultimo a lasciare Qaraqosh insieme al vescovo siro-cattolico di Mosul, monsignor Boutros Moshe, per l’invasione dell’Isis. Allora era ancora un seminarista e faceva da segretario al vescovo. «Dormivamo nel seminario, non volevamo abbandonare la città. Ma quando un proiettile infranse una finestra e si conficcò nel muro, capimmo che era giunto il momento. Il vescovo suonò per l’ultima volta la campana della chiesa e ce ne andammo». Ma ora tutto questo è un lontano ricordo perché «sta per arrivare il Papa, ci darà speranza e il popolo tornerà a Qaraqosh».

«Non si delude un popolo»

La parola non è scelta a caso: più che mai in questo giorno la gente che si assiepa in strada per vedere il Papa è un vero e proprio popolo. Tutto trasuda gioia ed esaltazione: i vestiti tradizionali delle donne, chiassosi e accecanti con i loro rosa, viola, verde smeraldo e azzurro cielo sfavillanti mischiati insieme; i balli concitati al rullo dei tamburi; lo sventolio incessante delle bandiere: gli inni cantati a squarciagola e, a tratti, in modo sguaiato; gli altoparlanti che gridano a tutto volume. «Siamo eccitati e siamo grati», conferma il giovane Aram Khalil. «Vorrei che il Papa venisse tutti gli anni».

Anche lui sa che non succederà, ma tanta gioia scaturisce proprio dalla consapevolezza che questo viaggio di papa Francesco era quasi impossibile. Pur di venire in Iraq e in particolare qui a Qaraqosh, per riconoscere la grandezza di «un piccolo gregge» che ha sofferto immensamente negli ultimi anni per mantenere la fede, il Santo Padre ha sfidato il terrorismo, la guerra, la pandemia di Covid-19. Non si è fatto spaventare neanche dagli attentati che nell’ultimo mese hanno falcidiato Baghdad e lo stesso aeroporto di Erbil. Pur sapendo di mettere a rischio la propria incolumità, il Papa ha voluto partire alla volta dell’Iraq, compiendo il sogno che Giovanni Paolo II non riuscì a realizzare, e rispondendo a tutte le critiche così: «Non si può deludere un popolo per la seconda volta».

Cori e canti

Quando i teleschermi trasmettono l’atterraggio dell’elicottero del Papa verso mezzogiorno, con un’ora di ritardo, le voci fiaccate dalla stanchezza e da tante ore di attesa, sotto un sole cocente, si rinvigoriscono ed esplodono nel canto: «La gioia del Signore resta con noi. Papa Francesco è tra noi». Il lungo corteo di automobili blindate partono alla volta della cattedrale. Anche il Pontefice ha dovuto a malincuore rinunciare alla papamobile, perché tra coraggio e incoscienza c’è una bella differenza, e viaggia su un’auto blindata. La notizia aveva fatto storcere il naso a molti fedeli nei giorni scorsi, ma quando Francesco arriva non c’è più spazio per i mugugni, spazzati via da cori e canti. Forse rompendo il protocollo il Papa abbassa il finestrino per allungare la mano verso la gente, che lo ricambia visibilmente soddisfatta.

«Duha mi ha commosso»

Dopo essere entrato nella chiesa dell’Immacolata concezione, sormontata da una splendida statua della Madonna, accompagnato dal patriarca dei siro-cattolici Ignazio Giuseppe III Younan, papa Francesco ascolta le commoventi testimonianze di padre Ammar Yako e soprattutto di Duha, la mamma del piccolo David, uno dei tre bambini uccisi a Qaraqosh il 6 agosto 2014 dalla prima bomba lanciata dall’Isis dentro la città. Come anticipato in un’intervista a tempi.it, Duha parla della tragedia della morte del figlio e dichiara di aver perdonato i jihadisti. La testimonianza è così forte che il Papa, presa la parola, dichiara: «Una cosa che ha detto Duha mi ha commosso: il perdono è necessario per restare cristiani. Bisogna avere il coraggio di perdonare ma anche di continuare a lottare. Dio può portare la pace in questa terra ed è in Lui che noi confidiamo».

Il Papa tocca le corde giuste, con un discorso che è di immensa importanza per un popolo che ha bisogno di sentirsi incoraggiato a restare in Iraq nonostante le mille difficoltà, a partire da un governo che non fa nulla per aiutarli fino all’aggressività di gruppi islamici che cercano di cacciarli: «Vi incoraggio a non dimenticare chi siete. Non arrendetevi, non perdete la speranza. I santi vegliano su di voi, invocateli. Perdonate, mettete a frutto i doni di Dio, pregate per la conversione dei cuori e collaborate con coraggio con tutte le persone di buona volontà per ricostruire. La Madonna che ci guarda dall’alto, e la cui effigie qui è stata ferita e calpestata, interceda per voi».

«Non siete soli»

Nel suo discorso Francesco, segnato soprattutto dalla distruzione vista a Mosul, ricorda «con grande tristezza i segni della violenza, dell’odio e della guerra. Quante case sono distrutte, quante sono da ricostruire. Ma il terrorismo e la morte non hanno l’ultima parola, perché questa appartiene a Dio». I vostri padri, aggiunge, «hanno faticato per perseverare nella fede. Questa è la grande eredità spirituale di cui dovete fare tesoro, questa sarà la vostra forza per ricominciare e ricostruire questa terra, affidandovi a Dio. Non siete soli, la Chiesa universale vi è vicina».

Dopo l’Angelus, è già ora di andare. Il Papa è atteso a Erbil per la Messa del pomeriggio. La gente di Qaraqosh torna ad assieparsi sulle strade per salutare l’auto che riporta Francesco in Kurdistan. Anche se è tutto finito, nessuno si allontana e tutti continuano a seguire sui maxischermi la vettura blindata del Papa che esce infine da Qaraqosh. Solo a questo punto le migliaia di persone si mettono in marcia per tornare a casa a piedi. I genitori portano in braccio i figli più piccoli addormentati, stremati dalla fatica. I più grandi non sono affatto stanchi e continuano ad agitare le bandierine dell’Iraq e del Vaticano. Tutti sorridono. Qualcuno canticchia ancora la colonna sonora della mattinata: «Santo Padre, noi ti amiamo. Santo Padre, benvenuto. As-Salaam: la pace sia con te».

@LeoneGrotti

Foto in apertura: Ansa – Le altre foto © Tempi

Clicca qui per vedere tutti gli articoli e i video del reportage di Tempi dall’Iraq

Tags: Cristiani PerseguitatiIraqPapa FrancescoPapa Francesco in Iraqqaraqosh
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Iraq carte Saddam

«Quello iracheno è un popolo unito dalla sofferenza»

24 Marzo 2023
Una scialuppa di migranti al largo di Lampedusa nel Mediterraneo

Perché il diritto a rimanere è più profondo del diritto ad emigrare

23 Marzo 2023
Papa Francesco pianta un albero dei giardini vaticani

Per il Bmj il Papa dovrebbe dare l’esempio e diventare fertilizzante per carote

23 Marzo 2023
Beppe Grillo in "Cercasi Gesù" di Luigi Comencini, 1982

Chiesa 5 stelle

22 Marzo 2023
Gruppi di sciiti protestano in Iraq contro gli Usa

A 20 anni dall’invasione americana, l’Iraq sanguina ancora

21 Marzo 2023
Georg Baetzing a un evento del Sinodo della Chiesa tedesca

La Chiesa tedesca e l’errore di «rincorrere il mondo»

14 Marzo 2023

Video

Caorle 2023
Video

Chiamare le cose con il loro nome. Tutti a Caorle a giugno

Redazione
6 Marzo 2023

Altri video

Lettere al direttore

Pier Paolo Pasolini

Perché i ciellini sono così affascinati dai “corsari” Pasolini e Testori

Peppino Zola
28 Marzo 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Il lato farsesco della propaganda di Elly Schlein, democristianismo alla enne
    Lodovico Festa
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Il David pornografico
    Rodolfo Casadei
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Arringa cristiana e popolare per il «diritto dei turchi a restare turchi»
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Ribadiamo: l’inchiesta di Bergamo sulla pandemia ha solo «valore catartico»
    Emanuele Boffi
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    La vita «ordinaria, tragica e bella» di Elena Bonner
    Angelo Bonaguro

Foto

Foto

Cura: quale integrazione tra territorio e domicilio?

22 Marzo 2023
Foto

“Bisogna pur aver fiducia di qualcuno”. Il concorso dei Nonni 2.0

13 Marzo 2023
Foto

Cosa c’è di allegro in questo maledetto paese?

10 Febbraio 2023
8/2/2014 Milano Giornata Banco Farmaceutico
punto raccolta farmaci presso Farmacia Foglia C.so di Porta Romana 56
Iconphotos/Paolo Bonfanti
Foto

Inizia oggi la Giornata di raccolta del farmaco: ecco come e perché aderire

7 Febbraio 2023
Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Via Traù, 2 – 20159 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Via Traù, 2 – 20159 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist