Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

Nella Mosul distrutta dall’Isis «noi cristiani abbiamo già perdonato»

Viaggio tra le rovine della città sventrata dalla furia dei jihadisti che qualche iracheno s'ostina a chiamare "casa". Dal nostro inviato

Leone Grotti
05/03/2021 - 3:00
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia
Mosul, chiesa di San Efrem

DAL NOSTRO INVIATO IN IRAQ – SOSTIENI IL REPORTAGE DI TEMPI CLICCANDO QUI

Che meraviglia la città vecchia di Mosul, adagiata sulla riva destra del fiume Tigri. Da qui passavano le carovane di commercianti che dalla Cina si dirigevano verso i paesi del Mediterraneo. Cuore della capitale economica dell’Iraq, orgoglio dell’Impero ottomano, con la sua architettura medievale, le sue case basse in pietra e alabastro con gli stipiti delle porte istoriati in marmo, il suo dedalo di vie strette, le moschee, ma anche la “piazza delle chiese”, dove il 7 marzo papa Francesco andrà a pregare e dove sorgono i templi antichi della comunità cristiano-caldea violati dall’Isis.

Un cumulo di rovine

Tutto questo oggi non c’è più. Prima la furia iconoclasta dei jihadisti e poi la ferocia dei bombardamenti dell’esercito iracheno sciita, che per stanare le ultime sacche di resistenza di terroristi sunniti si accanì con sicuro intento punitivo su questo sito che potrebbe diventare patrimonio dell’Unesco, hanno trasformato la città vecchia di Mosul in un cumulo di rovine. Percorrere oggi quelle strade, dove i resti silenziosi della grandezza che fu si mischiano agli effetti personali di chi è stato sorpreso da una bomba o da una raffica di kalashnikov (pagine di Corano sparse dappertutto, materassi, coperte, vestiti, peluche, cuscini), equivale a un viaggio nell’orrore e nell’insensatezza della guerra.

LEGGI ANCHE:

Samuel Yahaya cristiani rapiti

Il missionario che in Nigeria fa da mediatore per salvare i cristiani rapiti

31 Marzo 2023
Iraq carte Saddam

«Quello iracheno è un popolo unito dalla sofferenza»

24 Marzo 2023

Sono passati oltre tre anni dalla liberazione di Mosul dai jihadisti, annunciata il 9 luglio 2017 (anche se servì ancora qualche settimana prima di completarla), ma qui non è stato toccato niente. I bossoli dei proiettili sono ancora mischiati alle macerie e molte case, che secondo l’uso avevano stanze sotto il livello del terreno, non sono mai state controllate. L’odore terribile che esce da alcune di esse fa pensare alla gente del luogo che sotto ci siano ancora cadaveri mai rimossi.

Mosul, chiesa di San Efrem

«Tutti qui odiamo l’Isis»

Anche se appare impossibile, c’è ancora qualcuno che osa chiamare questo sfacelo “casa”. Mahmoud Hadi, musulmano sunnita di 51 anni, è uno dei pochissimi abitanti di Mosul a essere tornato nella città vecchia. Mentre la vita si è spostata interamente sull’altra riva del fiume, lui è rientrato nella sua vecchia abitazione, demolita dalla guerra, ma ricostruita dalle Ong. «Qui è tutto distrutto, ma io non ho i soldi per comprare una nuova casa dall’altra parte del fiume», spiega, mentre tiene stretto tra le mani il suo rosario islamico con lo sguardo perso tra le case diroccate. «Quando l’Isis ha invaso la città, sono subito scappato. Uccidevano chiunque si avventurasse fuori casa, volevano imporre la sharia. Non è l’islam che conosco», assicura, spiegando che tutti quelli che sono rimasti avrebbero voluto seguirlo ma non hanno potuto per paura di essere uccisi. La realtà è diversa: migliaia di musulmani sono rimasti a Mosul vedendo nell’Isis non un gruppo di fanatici assassini, ma un esercito che avrebbe dato loro una rivincita sulle angherie del governo sciita. «Tutti qui odiamo l’Isis», continua Mahmoud, «durante la guerra finale hanno usato i civili come scudi umani, ma il governo ha bombardato lo stesso. A loro non importa se moriamo tutti e infatti non ha fatto nulla per ricostruire le nostre case». Mahmoud è felice di essere tornato, c’è solo una cosa che gli manca: «I cristiani. Sono nostri fratelli, sono persone eccellenti e io vorrei che tornassero. Spero che la visita del Papa li incoraggi a rientrare qui: noi li aspettiamo».

Mosul, chiesa Al Bishara

Città spopolata

Purtroppo, è molto difficile che il desiderio di Mahmoud si realizzi. Nel 2003 a Mosul, sede dell’Arcieparchia dei siro-cattolici, vivevano 45 mila cristiani, serviti da 15 parrocchie e 82 sacerdoti. Ma una violentissima campagna di omicidi e rapimenti di cristiani, seguita dall’invasione dell’Isis nel 2014, che ha fatto di Mosul la capitale del suo Califfato, ha spopolato completamente la città. Oggi sono tornate appena 50 famiglie, servite da un sacerdote e una chiesa.

Ricostruire la fiducia sarà durissima, soprattutto perché le ferite inferte dall’Isis ai cristiani sono ancora vive nella loro carne e nelle pietre delle loro chiese. La chiesa siro-ortodossa di san Efrem ne è un triste esempio. Lo scheletro della chiesa consacrata nel 1989 si trova sulla riva sinistra del Tigri, nella parte della città meno danneggiata e dove si concentra la stragrande maggioranza della popolazione. L’esercito iracheno che la sorveglia ci permette di visitarla dopo una lunga contrattazione e solo perché siamo cattolici venuti da Qaraqosh. Del bell’edificio è rimasto solo le scheletro in cemento: il presbiterio, al pari delle vetrate, è stato completamente sfondato. A terra giace ancora l’altare fatto a pezzi e dietro le rovine si intravedono le case dei quartieri circostanti.

«Questo è l’Iraq»

L’Isis, con il suo sadico accanimento anticristiano, ha fatto di questa chiesa un deposito di bombe e due di queste giacciono ancora a terra, incustodite. Su una colonna è visibile lo stemma dello Stato islamico, che qui aveva installato un centro di comando. Le macerie non sono state rimosse, il pavimento è un tappeto di calcinacci e i fili dei lampadari attaccati al soffitto dondolano al vento. Dall’alto della cupola, un celestiale Cristo benedicente che si staglia sull’azzurro del cielo costellato di stelle, miracolosamente intatto, guarda in basso lo scempio.

Anche l’oratorio, costruito sotto la chiesa, è stato occupato e adibito a prigione femminile. «Questa è proprietà dello Stato islamico» si legge sui muri. Un’altra scritta parla del successo dei jihadisti «secondo la volontà di Dio». Non è andata così. Vestiti, telefoni e conserve di frutta ricoperti di polvere si mischiano sul pavimento alle pagine dei libri di inni che i giovani cristiani venivano qui a cantare. La vista dello sfacelo è così cruda che un’esclamazione esce spontanea: «È incredibile». «Credici», risponde gelido il soldato dell’esercito iracheno che ci accompagna. «Questo è l’Iraq».

Mosul, città vecchia

Magari altri cristiani torneranno

Ma si sbaglia. L’Iraq non è solo questo. La chiesa di Al Bishara a Mosul è l’unica rimasta aperta in città. Da fuori, le mura alte e il portone robusto in ferro battuto bianco la rendono più simile a una caserma inespugnabile che a una chiesa, ma la sicurezza è un bene non barattabile in città. A fianco delle due grandi croci dorate, c’è un’iscrizione in arabo che ha dell’incredibile, ripensando a tutto ciò che i cristiani hanno subito in questa città: «Chiesa di Al Bishara per i siro cattolici e i musulmani».

La chiesa, come tutte le altre devastate dall’Isis, è stata rinnovata da poco. Qui incontriamo Ammar, uno dei pochissimi cristiani rientrati in città. Ha 26 anni e lavora per la parrocchia. «Abbiamo sempre vissuto in questa parte della città e non avevamo i soldi per comprare un’altra casa, quindi siamo tornati qui». La sicurezza in città ora è garantita, assicura, ma preferisce non farsi fotografare. La prudenza non è mai troppa. «Prima dell’Isis la chiesa era strapiena alla domenica. Ce n’era così tanta che dovevamo farla sedere fuori, nel cortile. Adesso ci sono al massimo 40 persone». I cristiani infatti «hanno paura di tornare. Ci sono state troppe uccisioni, troppi rapimenti negli ultimi anni». Con i musulmani il rapporto è tornato sereno, afferma, e tutti aspettano la visita del Santo Padre: «Se la visita andrà bene, tutto il mondo vedrà che ora la situazione è cambiata, che ora c’è sicurezza. Così magari altri cristiani torneranno qui a Mosul. Questa è una visita importante per tutto il paese».

Pace, perdono, amore

Nel cortile della chiesa l’unico sacerdote rimasto in città, e che non riusciamo a incontrare perché impegnato a preparare la visita del Papa, padre Raed Adel, ha voluto costruire un monumento. In un’aiuola paradisiaca un grande razzo nero, che rappresenta la furia dei jihadisti, si conficca nel terreno e sprigiona scintille, realizzate con aste bianche, sormontate dalle parole: “Pace”, “Amore”, “Perdono”. «È così», conclude il giovane Ammar. «Noi cristiani di Mosul abbiamo già perdonato».

@LeoneGrotti

Foto © Tempi

Clicca qui per vedere tutti gli articoli e i video del reportage di Tempi dall’Iraq

Tags: Cristiani PerseguitatiIraqIsismosulPapa Francesco in Iraq
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Samuel Yahaya cristiani rapiti

Il missionario che in Nigeria fa da mediatore per salvare i cristiani rapiti

31 Marzo 2023
Iraq carte Saddam

«Quello iracheno è un popolo unito dalla sofferenza»

24 Marzo 2023
Gruppi di sciiti protestano in Iraq contro gli Usa

A 20 anni dall’invasione americana, l’Iraq sanguina ancora

21 Marzo 2023
Bandiera della Cina sventola di fianco alla croce

Cina. I cristiani dell’Henan schedati per andare a messa

9 Marzo 2023
Un soldato armeno prega ai piedi di una croce in una postazione militare a Martakert, Nagorno-Karabakh

Come hanno potuto Italia e Israele tradire la loro sorella Armenia?

19 Febbraio 2023
Nicaragua vescovo Alvarez

Nicaragua. La vendetta di Ortega contro il vescovo anti-regime: 26 anni di carcere

12 Febbraio 2023

Video

Caorle 2023
Video

Chiamare le cose con il loro nome. Tutti a Caorle a giugno

Redazione
6 Marzo 2023

Altri video

Lettere al direttore

Pier Paolo Pasolini

Perché i ciellini sono così affascinati dai “corsari” Pasolini e Testori

Peppino Zola
28 Marzo 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Propaganda sui giornali e altri segnali della penetrazione cinese in Italia
    Lodovico Festa
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Il David pornografico
    Rodolfo Casadei
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Arringa cristiana e popolare per il «diritto dei turchi a restare turchi»
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Ribadiamo: l’inchiesta di Bergamo sulla pandemia ha solo «valore catartico»
    Emanuele Boffi
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    La vita «ordinaria, tragica e bella» di Elena Bonner
    Angelo Bonaguro

Foto

Foto

Cura: quale integrazione tra territorio e domicilio?

22 Marzo 2023
Foto

“Bisogna pur aver fiducia di qualcuno”. Il concorso dei Nonni 2.0

13 Marzo 2023
Foto

Cosa c’è di allegro in questo maledetto paese?

10 Febbraio 2023
8/2/2014 Milano Giornata Banco Farmaceutico
punto raccolta farmaci presso Farmacia Foglia C.so di Porta Romana 56
Iconphotos/Paolo Bonfanti
Foto

Inizia oggi la Giornata di raccolta del farmaco: ecco come e perché aderire

7 Febbraio 2023
Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Via Traù, 2 – 20159 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Via Traù, 2 – 20159 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist