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Vescovo di Hong Kong: «L’accordo tra Cina e Vaticano non fermerà la persecuzione»

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«L’accordo provvisorio non risolverà tutti i nostri problemi, anzi. Ma dopo anni pieni di problemi, avevamo bisogno di accordarci su qualcosa». Monsignor Michael Yeung, vescovo di Hong Kong, concede raramente interviste ma quando lo fa, non è mai banale. E anche le dichiarazioni rilasciate a Reuters sull’accordo tra Cina e Vaticano sono degne di nota.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”] LA PERSECUZIONE CONTINUERÀ

«Questo accordo provvisorio non fermerà la soppressione, non diminuirà la distruzione di chiese e non farà sì che i giovani minori di 18 anni possano tornare a entrare in chiesa», spiega ricordando le misure repressive approvate dal governo cinese con nuovi regolamenti emanati a febbraio (il tema è stato approfondito sul numero di giugno di Tempi). «Ci vorrà molto tempo per risolvere questi problemi».

VESCOVI IN CARCERE

La persecuzione dei cattolici, insomma, proseguirà come prima, secondo monsignor Yeung. Il Vaticano, continua, non ha neanche ottenuto rassicurazioni o ragguagli sui vescovi e sacerdoti tutt’ora incarcerati dai funzionari del partito comunista. Il vescovo parla in particolare di monsignor James Su Zhimin, arrestato nel 1997 nell’Hebei e mai rilasciato. Se fosse vivo, avrebbe oggi 86 anni. «Nessuno sa nulla: se è vivo o morto, rinchiuso in prigione o in qualche posto segreto».

CONSIGLI AL PAPA

Il vescovo di Hong Kong, nato a Shanghai, aggiunge di aver dato questo consiglio a papa Francesco in merito alla trattativa con la Cina: firmi un accordo, ma usi estrema cautela. «Gli ho detto: “Santo padre, vada avanti, senza paura, ma faccia molta attenzione. Trattare con la Cina è come attraversare un fiume per la prima volta. Non sai dove mettere i piedi e devi prima testare la profondità dell’acqua, capire dove sono le pietre su cui poggiare».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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