Vedove e orfani maltrattati dalle tasse. Tre proposte “per tornare al Medioevo”
Un tempo le vedove e gli orfani venivano considerati le persone più deboli e di conseguenza anche le più protette dal comune sentire. Ora invece sono ancora le più deboli ma nel più completo disinteresse della società. Un’ingiustizia, indegna di una società civile (qui la storia raccontata da tempi.it di Monica Ventimiglia, ndr).
Ad esempio, la pensione di reversibilità o indiretta, se c’è, è ridotta al 60%, ma se il coniuge superstite lavora e possiede un reddito anche di soli a 25mila euro lordi, se la vedrà ulteriormente decurtata del 50%.
Per questo il Forum ha avanzato alcune proposte concrete, che costano poco ma che renderebbero la vita di queste persone meno sofferente. Si potrebbe, ad esempio, scorporare la pensione di reversibilità dal reddito complessivo, così da evitare che il cumulo faccia scattare lo scaglione Irpef e di conseguenza le tasse.
Altra iniziativa potrebbe evitare che la quota di pensione di reversibilità a favore dei figli entri nel calcolo dei redditi così da poter essere considerati a carico del coniuge superstite. In alternativa si potrebbe elevare il limite (€ 2840,51) fissato diversi decenni addietro per considerare un figlo a carico o non a carico. Una soglia mai più adeguata alle rilevazioni ISTAT.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Una terza proposta riguarda il cumulo dei contributi versati e non goduti dal coniuge venuto a mancare. Attualmente se un lavoratore non raggiunge il minimo previsto per il conseguimento della pensione i contributi versati non sono utilizzabili dal coniuge superstite, vanno dunque perduti. Sarebbe equo invece che quei contributi possano essere aggiunti ai contributi del superstite consentendogli di raggiungere una pensione leggermente superiore.
Piccole cose, fattibili da subito, con un impatto sul bilancio pubblico limitato, facilmente governabile, e soprattutto con una spesa pubblica che finalmente andrebbe utilizzata per situazioni di bisogno oggettive, chiarissime: la fatica di un genitore rimasto solo con figli a carico dopo la morte del proprio coniuge.
Piccole soluzioni che riporterebbero la nostra società almeno al Medioevo, che sembrerebbe poterci dare lezioni di civiltà, quando almeno sapeva riconoscere quali situazioni erano davvero fragili. Orfani e vedove, ieri come oggi, anzi, oggi più dimenticati.
[pubblicita_articolo_piede]
Articoli correlati
1 commento
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
tutte cose buone senza dubbi. con un problema: la fame di tasse che colpisce tutto è per mantenere un elefante chiamato stato italiano che ogni anno continua a crescere. cresce per l’ideologia malata, marcia e infetta che si chiama cattocomunismo e mentalità assistenzialista italiana (fomentata da tutti i partiti, dalla sinistra a forza italia alla lega). lo stato deve dimagrire, i servizi vanno privatizzati. le industrie alcune si e altre no, quelle privatizzabili lo devono essere con intelligenza (non come ha fatto prodi che le ha regalate a chi le ha smembrate, come Acciai speciali Terni, o a provato a farlo come airfrance con Alitalia).
Per privatizzare occorre il riconoscimento dei consumatori come controparte, non come bancomat, occorre il giuramento sulla bibbia che con i soldi risparmiati si diminuiscono le tasse, occorre una classe politica capace di farlo (quindi non quella attuale), occorre un’idea di comunità che ci manca e serve pure l’appoggio della chiesa per spiegare che così, se fatta bene, non significa togliere gli ospedali. si fa presto a buttare lì tre proposte.