«Non è cambiato nulla, anche per quest’anno presentiamo sei 730, io e i miei cinque figli». Ricordate la storia di Monica Ventimiglia, ostetrica, mamma e vedova di San Giuliano milanese, che lo scorso agosto aveva raccontato a tempi.it la sua incredibile esistenza di tartassata? Eredità stra-tassata. Pensioni di reversibilità con effetto boomerang. Zero detrazioni e sconti. Dopo quella lettera, anche il governo promise di fare qualcosa per lei, essendo così palese l’ingiusto trattamento riservatole.
Monica è rimasta vedova, con cinque figli minori tra i 3 e i 17 anni (di cui uno disabile al 100 per cento), ma per lo Stato la sua non risulta essere una famiglia, né lei una madre con dei minori a carico, perché ogni figlio percepisce una parte della pensione di reversibilità del padre. Del suo caso, aveva promesso di occuparsi anche il presidente del consiglio Matteo Renzi.
Cos’è successo in questi ultimi dieci mesi?
Dopo la mia lettera si era sollevato un gran polverone. Mi aveva chiamato il vicesegretario alla presidenza del Consiglio, su desiderio e input del premier Matteo Renzi. Mi avevano promesso ufficialmente che nella legge di Stabilità sarebbe stato messo a tema il problema delle pensioni di reversibilità per i figli orfani. In realtà, nella legge di Stabilità non c’è stato nemmeno un riferimento a questo tema. Mi hanno contattata via email più volte prima che la legge fosse presentata, chiedendo un parere sulle loro proposte: non tassare nessuna pensione di reversibilità; non tassare solo quelle dei minori orfani o tassarle solo al di sopra di un certo livello, cioè oltre i 2.800 euro.
E lei cosa aveva suggerito?
Io avevo risposto anzitutto che quella che è chiamata “pensione di reversibilità” per i minori non è una pensione. Perché non è mica un vitalizio, termina al compimento dei 21 anni ed è concepita come un sostegno allo studio per dei ragazzi orfani, dunque già solo per questo motivo non andava tassata. Avevo aggiunto che, però, se la situazione dello Stato non permetteva la detassazione al di sopra dei 2.800 euro, quello poteva il tetto.
Il governo che le ha risposto?
Mi hanno ringraziata e non li ho più sentiti. Ho provato allora io a contattarli intorno a dicembre, quando la legge di Stabilità era in discussione, e leggevo che non c’era alcuna variazione sul problema delle pensioni di reversibilità per i minori. Ho chiesto perché e mi hanno spiegato che era più sicuro proporre modifiche in un emendamento, affinché quest’ultimo fosse approvato con maggiore facilità. Mi hanno detto che sarebbe stato presentato l’emendamento che prevedeva la tassazione al di sopra dei 4.300 euro all’anno, e gli ho detto che andava bene. Poi di nuovo silenzio. Qualche amico ha anche preso contatti con senatori dell’opposizione, che avevano a loro volta assicurato il sostegno all’emendamento. Invece l’8 gennaio ho ricevuto una nuova email dal sottosegretario: «Come temevo la legge di stabilità non include l’emendamento contenente la modifica normativa che avrebbe risolto il problema delle pensioni di reversibilità. Sono rammaricato perché ci speravo davvero. Ci riproveremo alla prossima occasione, distinti saluti».
Come vivete in famiglia?
Viviamo con la mia pensione di reversibilità, che è attorno ai duemila euro lordi, e a quella dei ragazzi che è intorno ai 300 euro al mese. Ma ciascuno di noi paga la sua parte di tasse, e quindi ci troviamo con sei moduli 730. C’è dell’altro: mio marito aveva acquistato lo studio medico, che adesso abbiamo affittato a colleghi che collaboravano con lui: naturalmente anche su questo reddito non solo io, ma pure i miei figli paghiamo le tasse. E dire che i soldi che entrano dall’affitto non bastano nemmeno a pagare il mutuo. Inoltre, se per mio marito lo studio era un bene strumentale e come tale poteva essere scaricato, per noi vale come seconda casa e, con il cambiamento dell’Isee, quest’anno noi agli occhi del fisco italiano risultiamo dei nababbi. Quest’anno infatti acquisiscono un indice molto alto sia le seconde case sia i risparmi. Oltre a risultare proprietari dello studio medico, i miei figli hanno dei risparmi in banca. I soldi del papà che spettano loro sono in banca bloccati su disposizione del giudice tutelare. Risultato: i miei figli non possono avere sconti sulle tasse scolastiche e non posso nemmeno scaricare le spese mediche. Quello che mi scoccia di più però non è questa situazione fiscale assurda.
E cosa la infastidisce allora?
Che per lo Stato non siamo una famiglia. Io non risulto come una madre che ha i figli a carico, come in effetti è, essendo io vedova. So benissimo che in Italia ci sono milioni di famiglia che stanno peggio di noi dal punto di vista economico. Conosco la realtà, so che noi almeno viviamo di qualcosa, mentre in Italia ci sono moltissime persone che non riesce nemmeno a sbarcare il lunario. Ma mi sembra vergognoso che per lo Stato se una persona rimane vedova allora vuol dire che non ha più una famiglia. La mia vicenda non è affatto unica nel suo genere: da quando l’ho raccontata continuo a ricevere lettere da tutt’Italia di persone in condizioni simili.
Foto dichiarazione dei redditi da Shutterstock