«Se dovesse passare la legge con la fiducia anche alla Camera sarebbe un atto antidemocratico. Abbiamo invitato Matteo Renzi a confrontarsi con il Family Day». Ha parlato così stamattina Massimo Gandolfini, presidente del comitato Difendiamo i nostri figli, promotore del Family Day, in conferenza stampa alla Camera dei Deputati poche ore prima dell’approdo in aula del testo sulle unioni civili.
ANCORA LA FIDUCIA. Il premier ha assicurato che il testo, dopo l’approvazione con la fiducia in Senato, verrà blindato allo stesso modo anche a Montecitorio e che sarà votato il 12 maggio. «Le unioni civili sono soltanto uno dei punti di una strategia contro la famiglia e l’umano che prevede ulteriori gravissimi passaggi: quali la modifica legge adozioni con lo slogan “adozioni per tutti”, l’eutanasia, il divorzio express, e la liberalizzazione delle droghe», ha aggiunto Gandolfini. «Abbiamo espresso anche un forte appello ai parlamentari cattolici di non rendersi responsabili della approvazione della legge in palese contrasto con la tradizione e la cultura cristiana del nostro paese. Questa legge riapre infatti la piaga e legittimazione dell’utero in affitto e della violazione del diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà».
APPELLO A MATTARELLA. Alla vigilia del dibattito in aula, i parlamentari di Area popolare Maurizio Sacconi e Alessandro Pagano hanno poi fatto una dichiarazione congiunta per chiedere a Sergio Mattarella di «esaminare con cura il Ddl Cirinna-De Giorgi, che ha mantenuto la forte impronta ideologica delle comunità LGBT»: «I profili di incostituzionalità riguardano la sovrapposizione delle unioni con i matrimoni e la copertura finanziaria delle maggiori spese indotte dalle estensione di tutti i benefici riconosciuti alle famiglie naturali. Non a caso si è già scatenata la giurisprudenza creativa che riconosce la genitorialità omosessuale. E il nodo del rapporto tra politica e giustizia non sarà mai sciolto se non sarà difeso il primato del Parlamento nel produrre le nuove regole. In assenza di rinvio alle Camere del ddl, sarà necessaria la promozione del referendum abrogativo sulla prima parte riferita ai similmatrimoni mentre potrebbe sopravvivere la seconda parte che riconosce i diritti delle stabili convivenze omo ed etero».
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