
Ucraina. Francia: «Inaccettabile che gli Usa indeboliscano l’Europa»

L’Unione Europea sapeva quale prezzo avrebbe dovuto pagare per sostenere l’Ucraina di fronte all’invasione della Russia. Sapeva anche che le sanzioni contro Mosca avrebbero innescato una guerra economica e una crisi energetica molto difficile da gestire. Quello che non immaginava, però, è che il suo principale alleato – gli Usa di Joe Biden – ne avrebbe approfittato «in modo inaccettabile».
La Francia accusa gli Stati Uniti
È durissima l’accusa lanciata a Washington dal ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire. Lunedì, durante il suo intervento all’Assemblea nazionale sulla legge di bilancio, ha dichiarato senza misurare i toni:
«Non dobbiamo lasciare che il conflitto in Ucraina finisca con un dominio economico degli Stati Uniti e un indebolimento dell’Europa. Non possiamo accettare che il nostro partner americano ci venda il suo gas liquido (Gnl) a quattro volte il prezzo al quale lo vende ai propri industriali. Un indebolimento economico dell’Europa non è nell’interesse di nessuno. Un indebolimento dell’economia europea non è nell’interesse degli Stati Uniti: dobbiamo trovare rapporti economici più equilibrati tra i nostri alleati americani e il continente europeo».
Prezzi del gas quadruplicati all’Ue
I dati sembrano dare ragione al ministro francese. Nei primi sei mesi dell’anno, ha scritto Reuters citando un rapporto della società di dati finanziari Refinitiv, gli Usa hanno indirizzato verso l’Europa il 68% del loro export di Gnl pari a 39 miliardi di metri cubi di metano da rigassificare. Quattro miliardi di metri cubi in più di tutto l’export verso l’Ue del 2021.
Che i produttori privati Usa preferiscano vendere all’Europa piuttosto che ai paesi dell’Asia e dell’America Latina, nonostante contratti già firmati, è comprensibile. I Ventisette, a causa della crisi energetica e della carenza di gas dovuta allo stop delle forniture russe, pagano molto meglio. L’Europa quest’anno è arrivata a pagare il Gnl americano in media 34 dollari per mmBtu, contro i 16 dollari del 2021, ma il prezzo è salito anche a 60 dollari. Lo stesso gas è venduto agli americani a un prezzo che varia dai 6 ai 10 dollari per mmBtu.
La guerra in Ucraina arricchisce gli Usa
Non si tratta ovviamente di speculazione, è la legge del mercato: la carenza di offerta in tutto il mondo ha fatto levitare i prezzi. Il tema sollevato da Le Maire è piuttosto politico: è un fatto che da quando è scoppiata la guerra in Ucraina l’industria americana abbia guadagnato un vantaggio competitivo decisivo su quella europea. E le imprese che estraggono gas stanno registrando ricavi da capogiro: il principale esportatore di Gnl, la Cheniere Energy, ha registrato nel primo semestre del 2022 15,5 miliardi di ricavi, in aumento del 154% rispetto allo stesso periodo del 2021. Gli Usa, da terzo esportatore di Gnl, sono diventati il primo nel 2022.
Il sottinteso del discorso del ministro francese è chiaro: se siamo uniti nel sostenere l’Ucraina contro la Russia, l’Europa principalmente con le sanzioni e gli Stati Uniti con le armi, perché l’America approfitta delle difficoltà dell’Unione Europea invece che offrire un trattamento di favore nel nome della battaglia comune?
La legge del mercato
L’amministrazione Biden avrà sempre buon gioco a rispondere che i produttori di gas americani sono privati e che il governo non può mettere becco sui soggetti a cui vendere il Gnl e sul prezzo da applicare. Potrebbe anzi aggiungere che non era affatto scontato che l’industria americana stracciasse i suoi contratti con i paesi asiatici per dirottare le forniture verso il Vecchio Continente, lasciandolo di conseguenza al freddo.
Ci si aspetterebbe però uno sforzo di solidarietà in più da parte di Washington.
Foto Ansa
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