«La pace la porto lì dove sono, facendo l’oncologo, essendo padre, è lì che sono chiamato. Ci sono segni che la mia presenza è utile, anche se non combatto», dice Hussam Abu Sini, medico ad Haifa
Il 7 ottobre scorso Hussam Abu Sini era in vacanza da un giorno con gli altri amici della comunità di Cl della Terra Santa ad Abu Gosh, a nord di Gerusalemme, quando ha sentito suonare le sirene antimissile e le prime esplosioni. «La nostra è una comunità mista», racconta a Tempi, «c’erano ebrei, palestinesi, italiani. Il 7 mattina ci siamo svegliati con le notizie dell’attacco, e io pensavo che sarebbe successo come altre volte: qualche ora di allarme e poi basta. Dicevo a tutti di stare tranquilli, che nel giro di due ore saremmo partiti per la gita programmata».
Cattolico arabo israeliano di trentaquattro anni, Hussam è un medico oncologo che lavora all’ospedale Fishman di Haifa, città del nord quasi al confine con il Libano. Ha studiato medicina in Italia, a Torino, dove ha conosciuto Chiara, oggi sua moglie. Nel 2016 è tornato in Israele per fare il medico, lei lo ha seguito e hanno due figli, Giovanni, tre anni, e Marta, quattro mesi....