La manovra presentata dal governo Monti ha suscitato perplessità tanto nel mondo economico quanto in quello politico. A Radio Tempi l'editorialista del Giornale Claudio Borghi ha spiegato le sue: «È una manovra con troppe tasse che non fanno bene all'Italia. L'unica soluzione per salvarci dalla crisi economica si chiama Lira»
Euro
Secondo gli analisti di Crédit Suisse se l'Europa non corre ai ripari il destino della moneta è segnato. Non è solo un problema di debito pubblico, di governi o di riforme. Un'analisi che ricolloca sotto la giusta luce i "disastri" dell'esecutivo Berlusconi e i "poteri taumaturgici" del governo Monti
Bernard Connolly, 61 anni, è l'autore di "Il cuore marcio dell'Europa", il libro che già nel lontano 1995 prevedeva il fallimento dell'Unione monetaria europea e che gli fece perdere il posto di economista presso la Commissione Europea che allora ricopriva. Una sua consulenza può costare fino a 100 mila dollari
Se per certi versi lo spread è paragonabile a quello che prima dell’euro era il rapporto di cambio lira/marco, la beffa, per le aziende italiane, è che questa volta non ci sono neanche i risvolti positivi sul lato esportazioni della svalutazione della liretta… Pubblichiamo l'editoriale finanziario di Alessandro Frigerio (RMJ Sgr) che compare sul numero 46/2011 di Tempi, da oggi in edicola
Secondo il professore Luigi Campiglio i trattati sono chiari: non sarà la Bce il prestatore invocato da tutti. E un divorzio monetario metterebbe a rischio l’esistenza stessa della valuta unica. Pubblichiamo l'intervista al prorettore dell'Università Cattolica di Milano che appare sul numero 45 di Tempi in edicola
Secondo il premio Nobel per l'economia Paul Krugman, l'Italia è debole per come il governo dell'euro è strutturato, "perché si indebita in moneta straniera (quella dell'Europa in teoria, in pratica quella tedesca)". Per risolvere il problema, più che un regime commissariale alla Monti, serve un governo politico scelto dal popolo
L'egoismo dei greci è la nemesi dell'egoismo franco-tedesco che è congenito a tutti i piani di “salvataggio” del paese ellenico. Non a salvarla hanno pensato in questi mesi i paesi dell'euro, ma a salvare se stessi (Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda) e le proprie banche (Francia e Germania) esposte con Atene
Il premier Silvio Berlusconi fa il suo dovere: va in Aula, senza l'opposizione, si scusa per l'incidente parlamentare e afferma che resta. Però non è asciutto, non spiazza l'avversario, fa sbadigliare Bossi con l'elenco delle riforme, non parla di Prodi, dell'euro, della speculazione, della spesa sanitaria impazzita e di quella previdenziale folle. L'analisi del direttore del Foglio