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Home Economia

Pelanda a Radio Tempi: «L’euro non so, ma Tremonti è finito»

Intervista al professore e scenarista Carlo Pelanda che spiega tutti i limiti della Bce e della moneta europea, non risparmiando nemmeno il nostro superministro: «Sta reagendo in modo inappropriato ai problemi attuali perché ha una posizione ideologica»

Massimo Giardina
04/11/2011 - 19:16
Economia, Società
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Carlo Pelanda, docente universitario ed editorialista su diversi quotidiani, è intervenuto a Radio Tempi per commentare il taglio dello 0,25% sui tassi d’interesse deliberato dalla Bce. Nel contempo ha spiegato in modo chiaro e semplice i motivi della sofferenza per la moneta unica europea.
«Mi ha fatto molto piacere la tempistica con cui Draghi si è mosso nei mercati nel suo primo atto alla guida della Bce» ha affermato Pelanda, ribadendo che il taglio dei tassi non è stata una grande sorpresa, ma apprezzabile nei tempi di attuazione.

L’attenzione dell’accademico, si è però spostata sui veri problemi che stanno determinando una frenesia ansiosa in Europa e che individua «nei limiti posti dalla Germania nello statuto della Bce». Spiega l’economista che, rispetto alle funzioni che hanno nella prassi le banche centrali, come ad esempio la Federal Reserve, la Bce è molto limitata, infatti «può intervenire sull’inflazione, ma gli è proibito dare stimoli all’economia; soprattutto non può stampare denaro. Ma, come nel caso della Grecia, se le cose vanno male, chi ci mette i soldi? Questo dovrebbe essere un tipico intervento della banca centrale».
La genesi di questi limiti risale al 1997 durante l’accordo stipulato ad Amsterdam che determinò l’architettura dell’euro, e dove venne data la possibilità alla Germania di trattare la Bce allo stesso livello della Bundesbank. Questo ha portato ad una germanizzazione dell’Europa, quest’ultima definita da alcuni ambienti con tono sarcastico e polemico «spazio economico tedesco».
Per Pelanda, il problema va oltre ed ha una valenza culturale: «La Germania segue una cultura economica molto provinciale, valligiana, detta anche idealismo economico tedesco».

Dopo aver posto tutte queste premesse, l’economista palesa le sue perplessità sul futuro della moneta europea: «Se non cambia la sua architettura, l’euro finirà con assoluta certezza, perché non può esistere una moneta unica senza un governo unico, questo è ovvio». Il riferimento del professore è volto alla mancanza di una gestione europea capace di generare una politica economica adeguata e soprattutto non orientata agli interessi tedeschi che, insieme alla Francia, adottano un «criterio strategico lontano dalla realtà, che inevitabilmente porta alla sconfitta. In poche parole si muovono con imbecillità politica»

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Pelanda non risparmia le critiche all’Italia, al suo disordine e al ministro Giulio Tremonti che «sta reagendo in modo inappropriato ai problemi attuali perché ha una posizione ideologica». D’altronde, per Pelanda, «Tremonti è finito».

Tags: banca centralebcecarlo pelandacrisiEurogreciamario draghitassitremonti
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