Elezioni
Il voto sul rendiconto generale evidenzia che Silvio Berlusconi non ha più la maggioranza alla Camera. Ma in un colloquio serale con il capo dello Stato Napolitano, il premier ha deciso l'approvazione di un maxi emendamento, che recepisca le misure caldeggiate dall'Unione Europea, a seguire le dimissioni e un nuovo voto

Raffaello Vignali, parlamentare del Pdl, spiega a Tempi.it che cosa succederà dopo la notizia di ieri che Berlusconi non si dimetterà subito ma solo dopo l'approvazione della legge di stabilità: «O viene formato un nuovo governo di maggioranza, insieme alla Lega, oppure si va alle elezioni. Non c'è nessuna possibilità di governi tecnici, Napolitano non lo permetterà»

Oggi sul Foglio girotondo di opinioni sulla situazione politica italiana. Tra gli altri interviene anche il direttore di Tempi, Luigi Amicone: «La verità è che Silvio Berlusconi è un piccolo grande Churchill ubriaco e, domani, avesse l'opportunità di calare le carte in tavola, sarà (sarebbe) sobrio per andare avanti fino al 2013». Leggi anche gli altri articoli: Ferrara, Bechis, la tattica di Udc e Pd

Il governatore lombardo continua a spingere affinché il partito si rinnovi e faccia congressi veri. E sulla stabilità della maggioranza in Parlamento dice: «Sarà la prova dei numeri a stabilire cosa accadrà: se questo Governo non dovesse avere i numeri per varare i provvedimenti, l'unica strada da percorrere sarebbero le elezioni».

Dopo 16 ore vede la luce la lettera che Berlusconi presenterà all'Europa. Trovato l'accordo con Bossi, dice il ministro Gelmini: «La Lega ha detto sì per alzare l'età pensionabile a 67 anni, ma non sugli assegni di anzianità. Riguarderà donne e uomini del pubblico e del privato, lo faremo gradualmente dal 2012 al 2025»

Le prime elezioni libere in Tunisia a nove mesi dalla caduta del dittatore Ben Ali vedono il partito islamista Ennadha in vantaggio sui laici: «Siamo largamente avanti, con consensi che oscillano tra il 25 e il 50% a seconda delle regioni». L'affluenza altissima, oltre il 90%, «è un messaggio al mondo che i tunisini aspirano a un paese libero e democratico»

Con la bocciatura del rendicono generale, non si può approvare l'assestamento di bilancio. Disfatta grave per Berlusconi che si arrabbia: ottenuto 290 voti su 291 richiesti. Bossi era in cortile a fumare al momento del voto, Tremonti, Scajola e alcuni Responsabili assenti. La sinistra urla: «Dimissioni». Fini soddisfatto: «Evidenti implicazioni politiche»

Il portavoce del Forum delle associazioni cattoliche del lavoro che si incontrerà a Todi il 17 ottobre spiega a Tempi.it il senso e le prospettive dell'appuntamento. «Non vogliamo fare un partito, non vogliamo cacciare Berlusconi, ma la gente è confusa e spaesata. Un'era politica sta finendo e noi vogliamo esserci, dicendo chi siamo e cosa vogliamo»
