Servizi segreti in mano al premier, Csm demolito da scandali, Recovery Plan sfilato ai ministeri. Non è ammissibile che si lasci correre tutto in nome della lotta al Covid
L’indignazione dell’Unione Europea si abbatte a senso unico su Polonia e Ungheria. Ma vogliamo parlare della nostra Repubblica giudiziaria e del caso Palamara?
Per il rinnovo del sindacato dei magistrati ha votato solo il 64% degli aventi diritto. La "corrente" più numerosa dunque è quella che non si sente rappresentata da nessuno. Tutto a posto?
Se i voti dei magistrati confermeranno gli orientamenti dimostrati fin qui, l'autogoverno delle toghe avrà gli stessi problemi di consenso del governo M5s-Pd. Avrà senso insistere con l'accanimento terapeutico?
Un libro raccoglie preziosi interventi di magistrati e giuristi che hanno il coraggio di guardare la crisi della giustizia senza nascondersi dietro il classico scandalo di distrazione di massa
I nodi che vanno per forza affrontati e sciolti per riformare un sistema di "giustizia" in cui i magistrati fanno carriera secondo logiche (correnti) simili a quelle che vigono in Rai
Per almeno dieci anni Palamara è stato il boss della rappresentanza togata e ha pure guidato l’assalto a Berlusconi. Adesso i colleghi si accorgono che nella magistratura c'erano «pratiche di potere e clientelari»?
Cosa c'entra lo scoop che dimostra la persecuzione giudiziaria del leader politico più votato dagli italiani, con il trojan che inguaia quello che fu il magistrato più potente d'Italia? C'entra, c'entra
Fossi nei panni del magistrato prodigio finito nel tritacarne per un incidente, metterei all’asta la mia strepitosa biografia e vuoterei il sacco sull’unico vero grande potere politico rimasto in Italia
Altro che Stati Generali. La prima emergenza è arginare l'unico vero potere assoluto che c'è nel nostro paese: quello delle toghe. La lezione del caso Palamara (e di Paolo Mieli)