Separare la politica dalla giustizia? «Denunciati 5 saggi per le riforme di Letta»

Di Redazione
05 Ottobre 2013
Enrico Letta promette riforme (anche della giustizia) e ottiene la fiducia. Rifatte le larghe intese, Repubblica trova l'indagine che può sgambettarle subito

Enrico Letta ha fatto giusto in tempo a promettere la tanto agognata riforma della giustizia, specificando che «il nostro lavoro potrà basarsi sulle importanti indicazioni contenute nella relazione conclusiva del gruppo di lavoro nominato dal presidente Napolitano il 30 marzo 2013». Accadeva il 2 ottobre davanti al Senato riunito a Palazzo Madama. E oggi, tre giorni dopo, con il governo delle larghe intese uscito rafforzato dal voto di fiducia accordato dal Parlamento proprio al discorso di Letta appena citato, ecco la sorpresa (si fa per dire) tra le pagine di Repubblica: «Denunciati cinque saggi di Letta. “Hanno truccato i concorsi”».

L’INDAGINE A BARI. Nell’articolo di Carlo Bonini e Giuliano Foschi comparso stamattina (e subito ripreso un po’ da tutti siti) si fa riferimento a una inchiesta della Finanza di Bari che avrebbe scovato un gruppo di «baroni» universitari intenti a «trafficare in cattedre (…) in almeno sette facoltà di diritto, pilotando concorsi per associati e ordinari». I professoroni secondo Repubblica sarebbero stati «denunciati a vario titolo al pm barese Renato Nitti per associazione a delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata». E fin qui è un film già visto mille volte. Se non fosse che cinque degli accademici denunciati sono nell’elenco dei saggi napolitan-lettiani incaricati di proporre le riforme costituzionali. Bonini e Foschi fanno anche i nomi: «Parliamo di Augusto Barbera (Università di Bologna), Beniamino Caravita di Toritto (La Sapienza di Roma), Giuseppe De Vergottini (Università di Bologna), Carmela Salazar (Università di Reggio Calabria), Lorenza Violini (Università di Milano)»

UN COLPO ALLE RIFORME. «In realtà siamo in fase d’indagine preliminare, quindi tutti gli eventuali reati sono da accertare nelle sedi giudiziarie», spiega con garantismo il Fatto quotidiano riportando la notizia. Ma nessuno avrebbe potuto immaginare un momento più adatto di questo a fare uscire le prime “indiscrezioni” sull’indagine in questione. Che non solo promette «intercettazioni telefoniche» a iosa sul «Monopoli del sapere» italiano (copyright la Repubblica). Ma soprattutto rappresenta, come nota il corriere.it, «un duro colpo alla fiducia in una giusta riforma della Costituzione. E un assist a chi, come il M5s, vorrebbe che tutto restasse immutato». Come il M5S e basta?

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1 commento

  1. mike

    effettivamente pare che la magistratura sia onnipotente. dove vuole… ovvio. ad esempio il mps è finito nel dimenticatoio (ma scommettiamo che se si vota a primavera lo ritirano fuori? il perché chi vuole far funzionare la testa lo capisca).

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