
«Se invade Taiwan, Xi Jinping si gioca molto più della carriera»

Resta molto alta la tensione nello Stretto di Taiwan, anche dopo che Pechino ha annunciato la conclusione delle manovre dell’esercito che per una settimana hanno spaventato l’isola. Le esercitazioni militari senza precedenti durate una settimana, che hanno simulato il blocco aeronavale dell’isola, sono state lanciate in risposta alla visita a Taiwan effettuata dalla speaker della Camera americana Nancy Pelosi. Anche se, spiega in un’intervista a Tempi Wu Jieh-min, «la Cina ha usato la visita della Pelosi come un pretesto per condurre esercitazioni militari con l’utilizzo di proiettili veri attorno all’isola». Lo scienziato politico dell’Academia Sinica, il principale centro di ricerche di Taiwan, già direttore del Center for Contemporary China presso la National Tsing Hua University, è convinto che «l’Esercito popolare di liberazione cinese pianifichi da molto tempo una simile operazione, che sarebbe più corretto chiamare “intimidazione militare”».
Professore, perché la Cina sente di dover “intimidire” Taiwan proprio ora?
Perché percepisce che Taiwan sta scivolando sempre più lontano dalla sua orbita ed è diventata più ansiosa che mai.
Dopo la distruzione a Hong Kong del modello “Un paese, due sistemi” alla Cina non resta che l’opzione militare per unificare l’isola?
Il cosiddetto modello “Un paese, due sistemi” non è mai stato appetibile per la gente di Taiwan e la feroce repressione di Hong Kong da parte di Pechino non ha fatto altro che danneggiare ancora di più la reputazione di quel modello. Secondo una rilevazione statistica dell’Istituto di sociologia (Academia Sinica) il 77,3% della popolazione è contraria all’idea dell'”unificazione”, anche se la Cina ha raggiunto un livello di sviluppo in economia e in politica simile a quello di Taiwan.
La popolazione di Taiwan quindi non vuole finire sotto la Cina?
Questo sondaggio è stato realizzato nei mesi di giugno e luglio del 2022. Indica chiaramente che l’unione di Taiwan e Cina è assolutamente fuori questione per la popolazione dell’isola.
Secondo molti osservatori, l’obiettivo del regime comunista è cambiare lo status quo nello Stretto, abolendo il concetto di linea mediana e misconoscendo l’esistenza di acque territoriali e di cieli appartenenti a Taiwan. È preoccupato?
Dovremmo prestare molta attenzione a quello che l’Esercito di liberazione del popolo sta facendo in queste settimane e a quello che farà nei prossimi anni. La Cina sta cercando di rompere lo status quo nello Stretto di Taiwan, ma i risultati delle sue azioni dipenderanno da come Taiwan risponderà e da come gli Stati Uniti reagiranno.
In autunno si terrà il XX Congresso del Partito comunista cinese, che potrebbe incoronare Xi Jinping come novello Mao Zedong. Quanto influisce questo appuntamento storico nella posa aggressiva assunta dal presidente cinese verso Taipei?
Prendere Taiwan con la forza per Xi Jinping sarebbe la ciliegina sulla torta. Xi certamente brama Taiwan, ma avventurarsi in una simile impresa militare prima che l’Esercito popolare di liberazione sia totalmente pronto metterebbe a rischio, in caso di fallimento, non solo la sua carriera politica ma anche la sua sicurezza personale.
Foto Ansa
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