Se l’imperatore europeo non ha più neanche la pietas per “parcere victis”
Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Angela Merkel è probabilmente l’unico vero statista del continente. È saldissimamente al governo di una delle più avanzate economie manifatturiere del pianeta e di un paese profondamente civile, con un federalismo funzionante, un invidiabile sistema di welfare, probabilmente il miglior mercato del lavoro – dove risultano tuttora centrali il diritto, la continuità e i contenuti educativi e professionali. La vita pubblica non è esente da errori ma non ammette errori. Angela Merkel è seria, i tedeschi sono seri.
La Germania esprime un tale grado di egemonia che il «gemello rivale», con cui ha tragicamente codeterminato il corso della storia europea, la Francia, ha deciso di sottrarsi ormai sistematicamente al confronto, beneficiando di uno stato di apparente neutralità che Carl von Clausewitz qualificherebbe come il «livello base» della guerra: l’«osservazione armata». Quanto questa drôle de guerre sia al limite di ben altre possibili escalation si incarica di rammentarcelo il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble, con periodici perentori inviti alla Francia a tagliare servizi pubblici e a comprimere i diritti del lavoro – certo, rispediti al mittente con un orgoglio nazionale che pochi si possono permettere. In questo tit for tat, se la Merkel rende imperscrutabile l’«intenzione ostile», Schäuble non fa mistero del suo «sentimento ostile», il secondo termine della bipolarità clausewitziana.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]All’estremo opposto è la Grecia: su quasi 11 milioni di abitanti, 2,5 vivono sotto la soglia di povertà e 3,8 ne sono a rischio, ultima nella classifica dei nuovi vinti, seguita da Spagna, Italia eccetera.
Ciò che è in gioco nei prossimi giorni non è la Grexit o la resa di Alexis Tsipras, ma la sostenibilità futura di un gioco che ha consentito alla Germania (e a ristrette oligarchie transnazionali) di trasformare la crisi dei debiti sovrani in un lucroso gioco a somma zero. Se la Grecia esce dall’euro c’è qualcuno disposto a prefigurare uno scenario diverso dall’agosto 2011? Quanto ci metteranno i mercati a tornare a speculare irreparabilmente contro i paesi del Sud Europa (Francia compresa)?
L’impero romano, profondamente malvagio, proclamava il buon senso di risparmiare i vinti per placarne il risentimento. O torna un senso di pietas in Europa o è un affar serio.
[pubblicita_articolo_piede]
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!