
Scrive su Facebook che il matrimonio è fra uomo e donna. Gli dimezzano lo stipendio
Una legge che non sembra dar tregua a chi crede nella morale naturale. Sulla base della cosiddetta “equality law” inglese chi semplicemente riconosce che vi siano differenze di genere viene ormai emarginato, denunciato e spesso sospeso da incarichi sociali o lavorativi.
Fra gli ultimi casi riportati dalla stampa c’è quello di Adrian Smith, dipendente di una ditta di Manchester, la Trafford Housing Trust (THT), una housing company. Smith l’ottobre scorso era stato contattato dai dirigenti dell’azienda per una frase riportata sulla sua pagina privata di Facebook, che nulla aveva a che vedere con la sua posizione lavorativa. L’uomo aveva, infatti, scritto che il Vangelo è chiaro in merito al matrimonio, che «è fra uomo e donna… se una persona non crede in questo bene, non capisco perché debba chiedere di sposarsi in Chiesa».
Evidentemente qualcuno ha contattato i dirigenti della Tht, che non potevano accedere al profilo personale di Smith, e l’azienda ha ora preso dei provvedimenti disciplinari contro l’uomo che da anni lavorava lì. Smith è passato da una mansione di alto profilo a una marginale, il suo stipendio è stato quasi dimezzato. La cristianofobia permessa per legge vede Smith indifeso e accusato di aver assunto un comportamento gravissimo pari al furto in azienda o alla violenza.
In sua difesa ha scritto la giornalista e scrittrice del Daily Mail Melanie Phillips, che pur non essendo cattolica non smette di denunciare l’ingiustizia di una legge che permette l’intolleranza verso chi «la pensa secondo i valori tradizionali occidentali».
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