Referendum e temi etici: se il centrodestra firma per i radicali, va contro la sua stessa storia

Di Alfredo Mantovano
08 Settembre 2013
Sarebbe interessante che ci si dicesse quali sono i quesiti dei radicali che il centrodestra non condivide e come pensa di contrastarli propagandisticamente

È possibile per uno schieramento politico avere all’attivo di bilancio importanti riforme di quadro, dalla legge sulla droga a quella sull’immigrazione, aver difeso la famiglia e la libertà religiosa da tentativi di aggressione, essere stato attento alla sicurezza quotidiana dei cittadini, e poi sostenere referendum che vanno nella direzione esattamente opposta?

È vero, quando il presidente Berlusconi ha apposto la propria firma ai quesiti radicali qualche giorno fa, ha precisato che gli interessano solo quelli sulla giustizia, e che ha sottoscritto altri, che pure non condivide, per permettere comunque ai cittadini di far sentire la loro voce. Si potrebbe obiettare che gli italiani si sono già espressi quando hanno votato il centrodestra; e che, firmando, si creano comunque le premesse perché, attraverso la sottoposizione al voto, i referendum siano approvati.

Sarebbe interessante che ci si dicesse quali sono i quesiti che il centrodestra non condivide e come pensa di contrastarli propagandisticamente: è d’accordo che si torni a considerare non punibile col carcere, né col lavoro di pubblica utilità, la detenzione anche consistente e lo spaccio di droga? O che si renda di fatto impossibile espellere i clandestini, non solo con la cancellazione del reato di ingresso senza permesso, ma pure togliendo il collegamento fra soggiorno regolare e lavoro lecito? Condivide che il divorzio possa essere chiesto dieci minuti dopo le nozze, come accadrebbe con l’approvazione di un altro dei referendum? Infine, ma ci sarebbe tanto altro da osservare, è proprio convinto di dover penalizzare la Chiesa cattolica, riducendole la quota dell’8 per mille? I Radicali, e chi firma con loro, ambiscono a sostituirsi alle mense della Caritas?

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6 commenti

  1. malta

    I radicali hanno rotto il c. Hanno all’attivo 20 voti ,parenti compresi e tutti i politici sono loro zerbini. Centrodx delusione, Lupi e Furmiga compresi

  2. Cisco

    Dato che i referendum prevedono un quorum, la scelta di sottoscriverli pur essendo contrari non è mai una scelta neutrale. Infatti sono contento che Lupi abbia firmato solo quelli sulla giustizia, sebbene anche su queati io la penso come l’on. Mantovano. Quanto a Berlusconi, o e’ in stato confusionale, o segue cinicamente il criterio del divide et impera…

    1. Giulio Dante Guerra

      Forse, Berlusconi è rimasto affascinato dal “divorzio breve”, che gli permetterebbe di liberarsi in 5 minuti dell’ormai troppo vecchia per i suoi gusti “sora Veronica”…
      Battute a parte: quali siano veramente le sue idee politiche, e, soprattutto, i suoi fondamenti culturali, in realtà non si è mai saputo. Quando decise di scendere in politica, fece fare – ai suoi esperti di “ricerche di mercato”! – un “sondaggio d’opinione”, da cui risultò l’esistenza d’una maggioranza consistente di elettori favorevoli a: difesa della famiglia e della vita, meno stato e meno tasse, meno ostacoli burocratici all’iniziativa economica, etc. Di qui nacque il primo programma di Forza Italia. I successivi scivolamenti lungo una “deriva radicaloide” li abbiamo visti tutti. Questo dei referendum è stato solo l’ultimo in ordine di tempo, e il più grave.

      1. Cisco

        Infatti Berlusconi non si è mai preso la responsabilità di dare al “partito” una linea sui valori non negoziabili, ha solo e soltanto espresso opinioni a titolo personale, peraltro contrarie ai valori stessi (es. unioni gay). Ha lasciato campo libero ai cattolici finchè gli garantivano buoni rapporti con i vescovi, salvo poi scaricarli e fregarsene altamente del bene comune, comunque da sempre messo in discussione dal suo impedimento di ogni riforma che garantisse la scelta dei candidati da parte degli elettori.
        Questa dei referendum è la consacrazione della “deriva radicaloide” di quella pagliacciata che era Forza Italia, e che ora vuole riproporre in forza di sondaggi che gli consigliano, per non scomparire dalla scena politica, di “serrare i ranghi” dei fedelissimi: il suo obiettivo non è più vincere, ma tirare a campare per salvarsi dalla magistratura. E invece di fare come il saggio Craxi, che d’altra parte non aveva un gruppo editoriale alle spalle, continuerà a romperci le scatole per almeno un altro decennio. La crisi italiana è frutto anche di un giganteco conflitto di interessi che ne ha bloccato la rinascita economica e morale.

  3. Giulio Dante Guerra

    Grazie, Alfredo, per questo articolo, per queste parole chiare. In Italia esiste un’area, sociologica prima ancora che politica, definibile, “millesettecentoottantanovescamente”, centro-destra. Forse non più maggioritaria, ma fortemente rappresentativa del popolo italiano. Possibile che debba sempre essere tradita, tutta questa gente, dai politici, a cui, molto spesso “in mancanza di meglio”, ha dato la propria fiducia? La prima volta accadde quando io avevo appena un anno e mezzo, e tu non eri ancora nato, sùbito dopo il 18 aprile 1948…

  4. Mappo

    Io mi sono limitato a firmare solo i sei referendum sulla giustizia, se e quando si dovesse andare a votare, se ci saranno gli altri sei referendum, deciderò a seconda delle circostanze se sarà meglio astenersi o votare no.
    Una considerazione comunque è necessaria: da cattolico altro che 8×1000, sarebbe necessario il 16×1000. Detto questo però se il referendum sull’8×1000 dovesse passare sarebbe una bella lezione per tutti quei cattolici adulti, quei tanti preti e vescovi (vedi l’eccellentissimo vescovo di Mazara del Vallo Mogavero) che straparlano di Tobin Tax o di referendum sull’acqua o si permettono di dare lezioni di etica e di morale a Berlusconi invece di evangelicamente guardare alla trave che hanno nei loro occhi.

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