Pakistan. Corte suprema: nessuno può uccidere un uomo solo perché lo ritiene “blasfemo”
La Corte suprema del Pakistan ha confermato la condanna a morte di Mumtaz Qadri, l’uomo che nel 2011 ha assassinato il governatore del Punjab, Salman Taseer, e poi si è costituito, confessando di averlo fatto perché il politico musulmano aveva difeso Asia Bibi e proposto di cambiare la «legge nera sulla blasfemia».
LA MOTIVAZIONE. La decisione è stata presa da una giuria di tre magistrati, guidati da Asif Saeed Khosa. Secondo il giudice Khosa, nessuno può uccidere un’altra persona solo perché la ritiene blasfema facendosi «giudice, giuria e boia». Se fosse così, il caos regnerebbe in Pakistan e la legge sulla blasfemia potrebbe essere usata (come infatti è usata ogni giorno nella Repubblica islamica) per «sistemare questioni personali».
CRITICARE LA LEGGE. Qadri era stato condannato a morte in primo grado nel 2011, sentenza confermata dall’Alta corte di Islamabad. Il giudice Khosa aveva già dichiarato ieri che criticare la legge sulla blasfemia, come fatto da Taseer, non equivale ad essere blasfemi.
«EROE DELL’ISLAM». Ogni giorno, al di fuori della Corte suprema, si sono riunite centinaia di sostenitori di Qadri, considerato «un eroe difensore dell’islam». Per aver difeso Asia Bibi, è stato ucciso anche il ministro delle Minoranze Shahbaz Bhatti. L’accusa di blasfemia in Pakistan è spesso usata per “regolare” conti che con le offese all’islam non hanno nulla a che fare. E i cristiani sono le prime vittime di questa assurda situazione, stretti tra estremisti che li vogliono punire e uno Stato che non li sa proteggere.
Foto Pakistan da Shutterstock
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2 commenti
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Sono pronto a scommettere che gli unici che si dichiareranno contrari all’esecuzione capitale dell’assassino saranno i cattolici.
Stana gente.
Ottimo, direi! Solo che la pena di morte fa orrore…