La preghiera del mattino (2011-2017)
Okkio al cranio! I comunisti sono tra noi. Marco Rizzo is back (chi?)
Non pago del digiuno, del cilicio e dell’Imu, come penitenza supplementare per il Venerdì Santo il Correttore di bozze si è imposto oggi di leggere l’Espresso. E a parte la solita camionata di indagini giudiziarie, affari loschi, morti sospette, disastri ambientali, attacchi gratuiti, schizzi di merda e altre buone notizie, vi ha trovato un paio di cose notevoli.
SAVIANO INCONTRA ASSANGE. Innanzitutto, per la serie “ora basta parlare di me, parliamo un po’ di Io”, Roberto Saviano desidera comunicare al mondo che «mi sento vicino ad Assange». Anche il Correttore di bozze si sente vicino al fondatore di Wikileaks, ma lui potrebbe al massimo mettergli un like su Facebook. Saviano invece può dire di essere «andato a trovare Julian a Londra». Beato l’uomo che può dare del tu a Julian, pensa il Correttore di bozze. Roso dall’invidia, il qui presente deve però fare un appunto a Saviano. Caro Roberto (scusa ma ti chiamo Roberto), è vero che «anche lui vive da recluso, circondato da uomini in armi». Ed è un peccato per entrambi, senza ironia. Però sostenere che «anche lui deve rinunciare alla quotidianità per le cose che racconta su luoghi dove la democrazia resta un sogno irrealizzato», ecco, questo pare un attimino eccessivo, se non completamente pisciato fuori. A meno che per «raccontare cose su luoghi dove la democrazia resta un sogno irrealizzato» non significhi «ricettare le trascrizioni di chiacchierate per lo più insignificanti ma comunque rubate ad ambasciate scelte a cazzo nell’orbe terracqueo per poi pubblicarle senza filtro e senza logica su internet, rischiando di far scoppiare un paio di guerre e di far uccidere qualche innocente collaboratore del mondo libero». Sia detto con il dovuto rispetto per il bandito Juliano.
RODOTA’ (E ABBIAMO DETTO TUTTO). L’altra cosa carina è che Stefano Rodotà – rivela sempre l’Espresso – «si è schierato con i referendari bolognesi che vogliono abolire i finanziamenti pubblici alla scuole materne private». Di più: «Ha accettato di diventare il presidente onorario del comitato». Ma che culo questi referendari!, esclama il Correttore di bozze. Ai tempi della fecondazione assistita avevano dalla loro i turgidi argomenti di Monica Bellucci. Adesso il diafano pallore di Rodotà. Possibile che i migliori si schierino sempre dalla parte del bene? Mai nessuno che tifi per noi oscurantisti. Neanche adesso che potremmo sgraffignare insieme i soldi dei bambini poveri per ricoprire d’oro le scuole private dei figli dei ricchi. Per di più, scrive l’Espresso, «insieme a Rodotà hanno risposto all’appello anche Margherita Hack, la politologa Nadia Urbinati, Dario Fo e Maurizio Landini». Se si unisce anche il simpatico compagno Crusciov, il Correttore di bozze passa al lato buono della forza.
IL SOL DELL’AVVENIRE. Comunque tutto questo sarà presto superato. Dal Corriere della Sera si apprende infatti che il buon vecchio «Marco Rizzo, ex parlamentare del Pdci e ora segretario dei Comunisti Sinistra Popolare/Partito Comunista, riunirà sabato 6 aprile a Roma i partiti comunisti europei, per discutere della situazione politica e creare una rete comunista “dal forte internazionalismo”». Che il progresso sia con te compagno Rizzo, pensa il Correttore di bozze rivolgendo lo sguardo verso il sol dell’avvenire. Davvero non si poteva immaginare niente di più azzeccato per la riscossa delle masse proletarie, in questo 2013, di una bella rimpatriata comunista «alla presenza degli ambasciatori di Cuba, del Venezuela e della Corea del Nord».
Ci sarà quindi Rizzo con i suoi Comunisti Sinistra Popolare/Partito Comunista, che alle ultime elezioni hanno presentato la lista nella Ripartizione Europa per gli emigranti italiani ottenendo al Senato l’1,58 per cento e alla Camera l’1,35. Speriamo che si uniscano il Partito Comunista dei Lavoratori (0,26 alla Camera, nazionale però) e il Partito di Alternativa Comunista (0,01). Anche perché bisogna essere in tanti se vogliamo parlare seriamente «di come rilanciare l’ideale comunista, vista la grave crisi elettorale che attraversa i partiti». Difficile che si presenti il Partito marxista-leninista italiano, che dalla sua avrebbe la vivacità (ci basti ricordare qui il periodico Il Bolscevico) ma ha optato per “l’astensionismo elettorale tattico”.
In ogni caso, il proletariato italiano ha davanti a sé le praterie del futuro. Rizzo e il resto della gloriosa armata promettono di far vedere i sorci verdi non solo al governo Monti «con le sue politiche liberiste e le figuracce internazionali», ma anche al «nuovo inconsistente M5S che si concentra su problemi minimi, come i costi della buvette parlamentare». E poi, come diceva il compianto compagno Stalin, il wi-fi è l’oppio dei popoli. Tutti uniti nel «“rifiuto netto della socialdemocrazia”, quindi anche del Pd, che si è ormai “abbandonato alle politiche capitaliste mondiali”», bottana socialdemocratica che non è altro. Ma soprattutto, «è necessario che l’Italia esca velocemente dall’Unione Europea, dall’Euro e dalla Nato», sempre che non sia troppo tardi per riprodurre anche in Europa il grande balzo in avanti della Corea del Nord. Speriamo che il Grande Leader Kim Jong-un ci tenda la sua mano misericordiosa. Un no tassativo, comunque, ai partiti comunisti che «hanno abiurato, cioè tolto il simbolo della falce e martello dal proprio simbolo», come il greco Syriza e il Partito comunista francese. Loro sono proprio fuori dalla Storia.
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