Ocse: «Ripresa per l’Italia nel 2014 del +0,6 per cento»

Di Chiara Rizzo
19 Novembre 2013
Secondo l'Economic outlook la ripresa l'anno prossimo sarà superiore alle aspettative, ma sempre al rallentatore. «Bene le misure del Governo che ridurranno rapporto debito-Pil, ma dovrebbero essere più ambiziose»
Il premier Enrico Letta e Angel Gurria, Segretario generale Ocse

L’Ocse corregge le sue stime per l’Italia: il 2013 si chiuderà peggio di quanto si pensasse, il 2014 andrà meglio di quanto si spera. Nell’Economic outlook si scopre oggi che quest’anno si prevede che il Pil scenda di -1,9 punti percentuali, anziché -1,6 punti; mentre il Pil l’anno prossimo crescerà dello 0,6 per cento anziché dello 0,5 per cento. Si apprende anche che l’Italia resta l’unico paese del G7 ad essere ancora in recessione.

«BENE SUL DEFICIT, MA DEBITO CRESCE ANCORA». Scrive l’Ocse che «Il miglioramento dei conti italiani sul fronte del deficit è stato sostanziale nel 2013 ma, con un rapporto debito-Pil ancora in aumento, ci sarà bisogno di una stretta di bilancio intensa almeno quanto programmato nel 2014-15. Il deficit dell’Italia scenderà dal 3 per cento nel 2013 al 2,8 per cento nel 2014 e al 2 per cento nel 2015. Il debito continuerà invece a crescere, dal 132,7 per cento del Pil nel 2013 al 133,2 per cento nel 2014, e solo nel 2015 comincerà a calare, al 132,6 per cento». L’Ocse, riguardo alle misure per tagliare il debito presentate dal governo Letta, scrive: «Le misure messe in atto dal governo italiano e quelle preannunciate dovrebbero essere sufficienti per far cominciare a scendere il rapporto debito-Pil, ma per assicurare un rapido declino potrebbe essere necessario un programma un po’ più ambizioso».

PIU’ PRESTITI BANCARI MENO TASSI. In particolare l’Ocse suggerisce di dare una sferzata alla situazione intervendo sulla concessione dei prestiti bancari e sulla riduzione dei tassi di interesse, troppo elevati, dato che «In Italia la ripresa prevista potrebbe essere ostacolata se le condizioni del sistema bancario restringeranno il credito e interromperanno il normale ciclo degli investimenti. Il prestito bancario ha continuato a contrarsi, in parte a causa della domanda ridotta di credito, ma nonostante ciò i tassi d’interesse applicati sono significativamente più alti che in altri Paesi dell’eurozona, cosa che suggerisce che anche la disponibilità di prestiti sia limitata, riducendo gli investimenti e forse i consumi».

EUROZONA. Ma nell’Outlook pubblicato oggi l’Ocse non scrive soltanto dell’Italia, guardando all’intera eurozona. «La ripresa economica nell’eurozona è rallentata e disomogenea, cosa che rende necessari ulteriori aggiustamenti durevoli e simmetrici attraverso riforme dei mercati di prodotti e lavoro, sia nei Paesi in debito sia in quelli in surplus»: è per l’intera Ue che si prevede una recessione nel 2013 (del -0,4 per cento in media) e un ritorno alla crescita nel 2014 (dell’1,6 per cento). Prosegue l’Ocse: «Nell’area euro, la disoccupazione continuerà a crescere anche nel 2014, passando dal 12 per cento al 12,1 per cento. Stessa situazione in Italia, dove la percentuale dei senza lavoro passerà dal 12,1 per cento nel 2013 al 12,4 per cento nel 2014. Il picco dovrebbe arrivare nel secondo trimestre del 2014, seguito da una lenta e progressiva diminuzione. Nel 2015, il tasso di disoccupazione è stimato al 12,1 per cento in Italia e all’11,8 per cento nell’eurozona»

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