Pubblichiamo la rubrica di Lodovico Festa contenuta nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)
Il Financial Times scrive che i tedeschi volevano sfasciare la maggioranza di Syriza per una più “europeista” con Pasok e Potamos. Riempire di Quisling tecnocratici gli Stati dell’Unione è idea in gran voga a Berlino. Di fronte a tali operazioni schifosette commentatori italioti straparlano di doveri verso l’Europa “che ci ha dato tanto”. Realismo da ragionieri che non fanno i conti con processi storici concreti ma con l’“astrattamente conveniente”. Così nacquero le tragedie del Novecento: l’ideologia del progresso inarrestabile preparò la Grande Guerra, trattare la Germania come oggi si tratta la Grecia la Seconda.
La storia è composta di identità, tradizioni, rappresentatività, uomini in carne e ossa. Chi si occupa solo della fluidità dei flussi finanziari e della prevalenza di idee convenienti porta in un vicolo cieco. La legittimità dell’“Europa” non è fondata su belle idee e abili tecnocrati, ma sulla resistenza al comunismo dopo il ’48: da lì, sotto guida americana, nacquero le convergenze comunitarie cresciute più per paura di Mosca che per la brillantezza, pur rilevante, di certi fondatori.
L’ultima fase europea è segnata dalla fine della Guerra fredda e dal cercare un nuovo quadro politico per l’unificazione tedesca, evento che molti osservatori pensavano avrebbe sconvolto gli equilibri continentali. Oggi è evidente come l’assorbimento senza sconvolgimenti non sia riuscito e che i pessimisti siano stati preveggenti.
Pensare a uno sviluppo lineare della situazione presente è fare come quelli che sulla musica del Ballo Excelsior portarono al ’14-18. Chi impreca contro i non “grati all’Europa” dovrebbe analizzare le recenti tendenze elettorali: i tory che per stare a galla assorbono molto del messaggio dell’Ukip, così l’Ump con il Front National e il Psoe con Podemos. La sconfitta dei cosiddetti populisti consiste nel far passare il cuore dei loro programmi.
Non sono chiare le vie del nostro futuro continentale ma sicuramente non sono esorcizzabili con insipide banalità.
Foto Ansa