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C’era un interlocutore tanto attento quanto invisibile, mai menzionato direttamente, ad ascoltare il discorso di Benjamin Netanyahu al congresso degli Stati Uniti, prima tappa ufficiale del tour del presidente israeliano in America alla ricerca di un sostegno bipartisan prima ancora che si delinei il risultato delle elezioni alla Casa Bianca. Stava a Riad, nel palazzo reale dell’Arabia Saudita: era il principe Mohammed Bin Salman, erede al trono e primo ministro, dominus indiscusso del più importante Stato arabo.
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E Netanyahu lo ha più volte coinvolto, sia pure indirettamente, delineando un mondo dove la guerra non è tra ebrei e palestinesi, ma tra mondo libero che guarda all’America e di cui Israele è l’avamposto in Medio Oriente, e il fondamentalismo islamico, guidato dalla teocrazia sciita iraniana, che punta ad avere la bomba atomica e combatte fornendo armi e logistica agli Hezb...
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