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Nessuno ha il diritto di obbedire, direbbe la Arendt. Neanche se “lo vuole Bruxelles”

Niemand hat das Recht zu gehorchen. Nessuno ha il diritto di obbedire. La frase di Hannah Arendt è più di un invito al coraggio civile

Pier Giacomo Ghirardini
09/08/2015 - 2:00
Società
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Pubblichiamo l’articolo contenuto nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

Niemand hat das Recht zu gehorchen. Nessuno ha il diritto di obbedire. La frase di Hannah Arendt non è solo un invito al coraggio civile. Per i credenti significa che non ci sono scusanti per il tradimento di Pietro: René Girard – che non posso non citare – mette in evidenza la genialità con cui i testi evangelici ne dimostrano l’universalità antropologica. Il tutto si gioca in una notte buia, dove finalmente viene consegnato alle autorità un uomo che è fonte di disordine.

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Anche la folla ha il suo momento. Si formano capannelli fuori dal Sinedrio. E si accende un fuoco. Tutti assieme, intorno al fuoco. Chissà con che occhi ha desiderato quel fuoco Pietro. Poter per un attimo liberarsi dal peso di sentirsi vittima predestinata. Riassaporare l’impagabile senso di sicurezza che dà una compagnia che si scambia occhiate d’intesa e pacche sulle spalle, che fa girare un otre di vino mentre si scalda le ossa. Ecco, noi andiamo a sederci con gli altri intorno al fuoco. Poi rinnegheremo tre volte. Inevitabile. Ma tutto si è deciso per noi quando è diventato insostenibile stare lontani da quel fuoco. Da soli, al buio.

Hannah Arendt ci ha insegnato la banalità del male: in alcuni territori occupati la macchina burocratica e logistica dell’Olocausto, apparentemente infallibile, si è inceppata perché qualche amministratore, funzionario di polizia o semplice cittadino, ha fatto difficoltà da leguleio, ha accampato scuse, ha provocato qualche ritardo o grana da imbranato, per bolle e fatture o timbri sbagliati. Migliaia di vite umane sono state salvate perché quelle ridicole persone (i giusti), alla prova dei fatti, non sono andate a scaldarsi al fuoco del there is no alternative insieme agli altri.

Oggi lo vuole l’Europa. A cosa dobbiamo obbedire? A tutto: dal pareggio di bilancio in Costituzione alle unioni civili – fino al diametro dei bivalvi. Ci si fa ovviamente notare che ciò non è tirannia ma è la logica conseguenza di progressive cessioni di sovranità nazionale finalizzate al maggiore bene comune. Non fa una grinza: saremo sempre dalla parte del torto. Dal ghetto di Varsavia escono donne e bambini con le mani alzate: loro hanno il dovere di arrendersi. Noi che dovremmo proteggere “orfani e vedove” non abbiamo alcun diritto di obbedire. E qualunque cosa ci è possibile facciamola: anche sbagliare un timbro.

Foto Ansa

Tags: bruxellescostituzioneEuropagesùHannah Arendtolocaustosan pietrounioni civili
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