Neanche l’1 per cento degli ovuli congelati finisce con una gravidanza
La Silicon Valley è avanti nel campo dei diritti, non fanno che ripetercelo tutti i giorni. E i suoi colossi dell’economia digitale ci tengono alle donne. Così, pur non lasciando loro neanche un attimo di respiro per fare un figlio al grido di «prima la carriera!», pagano decine di migliaia di dollari per congelare i loro ovuli (che vengono in realtà raramente utilizzati), così da permettere future gravidanze. Peccato che Facebook, Google, Apple, Uber, Yahoo, Netflix, Intel, eBay, così generose con le loro impiegate, non dicano quante possibilità hanno davvero di avere dei figli congelando ovuli.
«TASSO DI SUCCESSO: 1 PER CENTO»
Lord Robert Winston, docente di Studi sulla fertilità all’Imperial College London, è intervenuto al programma della Bbc Today per ricordare che «il numero di ovuli congelati, e poi inseminati, che danno luogo a una gravidanza sono all’incirca l’1 per cento».
Esatto: l’uno per cento. Il dato è importante perché smaschera nel Regno Unito l’inganno della Hfea, l’autorità che si occupa di tutto ciò che è legato alla fecondazione e che ha sempre parlato di un tasso di successo del 20 per cento. Uno su cinque ce la fa, insomma: una bella differenza.
LA MEZZA VERITÀ DELLA HFEA
La Hfea non ha del tutto mentito: ha sempre detto piuttosto una mezza verità. Ha sempre calcolato infatti quanti embrioni, prodotti grazie all’inseminazione artificiale di un ovulo congelato, danno vita a una nascita. Si tratta in effetti del 19 per cento. Peccato che la Hfea abbia nascosto dei piccoli dettagli: non tutti gli ovuli congelati riescono a superare la fase del decongelamento, quella dell’inseminazione con sperma maschile, quella dello sviluppo in embrione e quella del trasferimento in utero. Se si tiene conto di tutte queste fasi, neanche l’1 per cento degli ovuli congelati dà seguito a una gravidanza al termine della quale nasce un bambino vivo.
Oggi nel Regno Unito gli ovuli possono essere congelati per un massimo di dieci anni, anche perché più passa il tempo più è alta la possibilità che perdano vitalità. Recentemente, gruppi di interesse stanno chiedendo al governo inglese di prolungare questo periodo ed è per questo che Lord Winston è intervenuto per ricordare che, secondo dati del 2016 della Hfea, soltanto lo 0,7 per cento degli ovuli congelati danno luogo, una volta inseminati, a una gravidanza di successo.
COMUNICATE I DATI A FACEBOOK E GOOGLE
Come sintetizzato dalla dottoressa Sarah Martins Da Silva, ginecologa britannica e docente presso l’Università di Dundee, «non ogni ovulo fa un embrione, non ogni embrione fa una gravidanza e non ogni gravidanza fa un bambino». Bisognerebbe ricordarlo anche ai colossi della Silicon Valley che offrono generosamente l’inutile e costosissimo servizio alle loro dipendenti, nell’illusione che la tecnologia possa fermare anche l’orologio biologico.
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