Migranti. Scattano le sanzioni Ue contro Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca
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tratto dall’Osservatore romano – Scattano le sanzioni contro gli stati europei che non rispettano gli obblighi dei ricollocamenti dei migranti. Le procedure, attivate ieri da Bruxelles, hanno colpito tre paesi: Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca. «Negli ultimi mesi la Commissione ha ripetutamente chiesto» agli stati membri che non hanno ancora accolto o promesso di accogliere richiedenti asilo da Italia e Grecia «di farlo» si legge in un comunicato.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]«Purtroppo, malgrado questi appelli, la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia, in violazione dei loro obblighi legali derivanti dalle decisioni del Consiglio e dai loro impegni verso Grecia, Italia e altri stati membri, non hanno ancora preso le misure necessarie» spiega la Commissione. In questo contesto, Bruxelles «ha deciso di lanciare procedure di infrazioni contro questi tre stati membri». La relocation (il programma di ridistribuzione dei richiedenti asilo, ndr) non è una scelta. «Al di là degli impegni morali, è un obbligo legale» ha spiegato il commissario Ue agli affari interni, Dimitris Avramopoulos, sottolineando che «ci sono stati troppi rinvii e troppe discussione».
Secondo Avramopoulos, «è assolutamente fattibile dimostrare flessibilità» ma serve «volontà politica». L’Ue «non è solo richiesta di fondi o assicurare la sicurezza», ha avvertito il commissario. Inoltre, in una nota della Commissione si specifica che Bruxelles chiede all’Italia di «compiere maggiori sforzi per assicurare il ricollocamento di tutti i richiedenti asilo candidabili». È cruciale «che l’Italia acceleri i suoi sforzi per centralizzare le procedure di ricollocamento in pochi centri» si afferma, spiegando anche che il fatto che «i profughi candidabili vengono distribuiti su tutto il territorio italiano complica il processo».
Dura la reazione dei paesi colpiti dalle sanzioni Ue. L’Ungheria ha parlato di «un puro ricatto e un atto antieuropeo». Molto simile la reazione di Polonia e Repubblica Ceca. «La mia opinione sull’avvio di una procedura dell’Ue contro la Polonia è decisamente negativa» ha commentato il presidente polacco Andrzej Duda. «La Polonia è un paese aperto», dove chi ha bisogno di aiuto può riceverlo, ma non in modo «forzato» come vorrebbe l’Ue.
Intanto, sulla questione immigrazione è intervenuto questa mattina il presidente della Commissione Jean-Claude Junker, secondo cui «si dice che l’Ue non fa passi avanti sui migranti ma non è vero, Ue e stati membri sostengono Grecia e Italia». Gli stati membri «dovranno fare di più», ha detto Juncker, sottolineando tuttavia che «non dovremmo risolvere il problema della solidarietà davanti a un tribunale» e augurandosi «un ritorno del buon senso».
Intanto, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha chiesto ieri un incontro con i responsabili del Viminale per gestire l’emergenza migranti. «Roma è sottoposta a una forte pressione migratoria, così non si può andare avanti» e quindi «chiederò un incontro al responsabile del Viminale per intervenire sul tema degli arrivi incontrollati». Raggi aveva inviato due giorni fa una lettera al prefetto di Roma per chiedere una limitazione degli arrivi. Il Viminale, per contro, ha chiesto a Roma di accogliere nuovi migranti.
Foto Ansa
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