
Adunata per tempisti: stasera tutti al Meeting a vedere “Il cavaliere nel sacco”

Al quinto giorno di Meeting di Rimini i più piccoli si sentono come quell’Attila senza più esercito né erba da bruciare, in altre parole non c’è giorno migliore per consegnare loro spada e corona di grandezza infinita: il saio. O per dirla bene, il sacco, quello portato da San Francesco e padre Marco Finco – battagliero direttore artistico di quella splendida rocca culturale che è il Rosetum di Milano – per salire sul palco armato di baule e bidone, farsi bimbetto e mettere in scena oggi “Il cavaliere nel sacco. Divagazioni su san Francesco… ma sempre in tema”, con lo stesso baule e lo stesso bidone di quando lo spettacolo debuttò al Meeting venti anni tondi fa.
Tutto inizia nel 2002
Era il 2002 e tutto era iniziato con una mostra tutta fatta dai bambini della scuola Chicca Gallazzi di Busto Arsizio, tirati su a pane e san Francesco da padre Marco: c’erano le mura, la gigantesca Porziuncola, c’era anche padre Marco che aveva imbastito una visita guidata come si deve, cioè viva, animata, presente, come quel santo irriducibile alle agiografie e certe pellicole sdolcinate. All’inizio è una, in capo a poco sono cinque visite al giorno. Quell’anno, l’ultimo alla Fiera vecchia, sarebbero state gettate le fondamenta del Villaggio Ragazzi, un destino non ancora chiarissimo quando padre Marco, di ritorno da Rimini, riceve una chiamata da un prete di Grosseto: «Ti ho visto al Meeting, voglio portare il tuo spettacolo nella mia parrocchia», «non c’è uno spettacolo, c’è una mostra», «a me basta la tua presentazione “animata”». Così è, e a fine anno solare le repliche di quella “visita guidata” sono settantadue e va da sé, un vero e proprio spettacolo.
San Francesco, uno di noi che non ha rinunciato a nulla
La storia è semplice, raccontare la vita di san Francesco da quando era un bimbetto tutto desiderio e paura – desiderio di diventare grande, un cavaliere!, paura di affrontare ciò che lo attende – fino al compimento della sua esistenza di uomo, il più povero del mondo eppure il più ricco perché possedeva Dio che con la sua passione lo aveva conquistato.
Insomma, uno di noi, che però non ha rinunciato a nulla, né al suo desiderio di diventare cavaliere, di più, scudiero di Cristo nella storia, passando attraverso la guerra, la prigionia, il presepe di Greppio, l’incontro con il lupo, quello con Sorella Morte, né all’inevitabile, fragorosa, certissima passione per l’uomo che lo aveva afferrato: un amore grandioso a sé scaturito dall’amore di un Altro che aveva a cuore la sua vita. Una piccola e povera vita permeata da una domanda: cosa vuoi da me, cosa devo fare? E Dio gli risponde più o meno così: il tuo sudore, la mano del tuo cuore, quell’eterna voglia di cantare e, perché no, quella testa folle che porti sulle spalle, tutto l’hai dato a Dio. E ora non c’è più niente da buttare, nemmeno il male fatto. Mio Signore e mio Dio, risponde il poverello di Assisi.
Portate i bambini al Villaggio Ragazzi da padre Marco
Padre Marco Finco aveva chiuso lo spettacolo così anche quel giorno, in una scuola elementare di Parma. C’erano trecento bimbetti seduti per terra introdotti al Cavaliere nel sacco da poche parole, «è uno spettacolo sulla vita di san Francesco e sul perché ha seguito Gesù». Venuto alla fine il momento delle domande una bambina di circa otto anni si era alzata in piedi guardando dritto il frate: «A me sembra di avere capito perché san Francesco ha seguito Gesù. Ma tu, perché lo segui?». «E non è questo lo scopo del teatro, porre una domanda di senso sulla vita di ciascuno di noi?», ci ha chiesto padre Marco, mentre viaggiavamo per Rimini con decine di scatoloni delle nostre riviste che aveva accettato di buon grado di traghettare al Meeting con la sua povera e semplice scenografia: un baule e un bidone della spazzatura. Gli stessi di vent’anni fa, quando era Luigi Amicone a portarci al Meeting, e che ritornano al Meeting in ragione della stessa passione dell’uomo.
Più la sera avanza, più allora dovrete portarli, questi famelici e incontenibili bambini all’arena teatro del Villaggio Ragazzi, dove padre Marco Finco vestirà il panni del cavaliere nel sacco. L’appuntamento è alle ore 21, Arena Teatro Villaggio Ragazzi, padiglione C5. Ingresso liberissimo ma naturalmente obbligato per gli ex bimbetti di vent’anni fa e gli innumerevoli figli di lettori e abbonati tempisti animatori di scorribande e duelli a colpi di manone gonfiabili.
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