Con un discorso potente, il presidente tedesco Joachim Gauck ha riconosciuto che lo sterminio da parte degli ottomani di un milione e mezzo di armeni, tra il 1915 e il 1923, è stato un vero «genocidio». La dichiarazione è stata fatta in vista del centenario del massacro, che si celebra oggi.
«FORSE NOI COMPLICI». Gauck non si è limitato a riconoscere le responsabilità dei fondatori della Turchia, ma ha aggiunto: «In questo caso, noi tedeschi dobbiamo ancora fare i conti con il passato e verificare se c’è stata da parte nostra una responsabilità, forse anche complicità, nel genocidio degli armeni». I soldati tedeschi, alleati con la Turchia durante la Prima guerra mondiale, aiutarono infatti a pianificare e a portare a termine le deportazioni degli armeni.
MERKEL TITUBANTE. Il presidente tedesco ha preso l’iniziativa rispetto al governo, anticipando Angela Merkel, che in passato si era rifiutato di pronunciare la fatidica parola e che anche quest’anno era titubante se usare o meno il termine “genocidio”. «Il destino degli armeni è esemplare per la storia delle distruzioni di massa, delle pulizie etniche, delle espulsioni e sì, anche dei genocidi avvenuti nel 20esimo secolo», ha aggiunto.
RENZI E MATTARELLA? Davanti alla forte presa di posizione di Gauck, la Turchia ha protestato ancora una volta, negando tutto. Ma è paradossale che i tedeschi ammettano di essere «forse anche complici» in un genocidio che, secondo i turchi, non c’è mai stato. Il presidente tedesco è stato coraggioso, peccato non si possa dire lo stesso del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Entrambi hanno preferito tacere per non irritare la Turchia. Oggi, alla commemorazione del centenario a Erevan, saranno presenti per la Francia e per la Russia i presidenti François Hollande e Vladimir Putin. Nessun esponente del governo italiano andrà in Armenia.
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