Mater semper certa? Ora non più. Approvata in Belgio la “presunzione di maternità” per le coppie lesbiche
Mater semper certa est, pater numquam, dicevano i romani. Quanto si sbagliavano. A partire dal primo gennaio 2015, il Belgio sarà il primo paese al mondo a prevedere la “presunzione di maternità”. Ispirata alla “presunzione di paternità”, che vige in tutto il mondo, la nuova legge ha come scopo quello di facilitare la vita alle coppie di lesbiche che vogliono avere un figlio.
LEGISLAZIONE ATTUALE. Attualmente in Belgio, dove il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale dal 2003, quando la madre biologica in una coppia lesbica concepisce un figlio, attraverso la fecondazione assistita o con «l’aiuto di un amico», la compagna, sposata o meno, non ha alcun legame di filiazione con il bambino. Per ottenerlo, deve fare richiesta di adozione rispettando una procedura fatta di formazione, domande, incontri con psicologi, eccetera.
PRESUNZIONE DI MATERNITÀ. Per facilitare questo processo e ristabilire l’uguaglianza con le coppie eterosessuali, il Parlamento federale si è inventato la “presunzione di maternità”, grazie alla quale la donna sposata alla madre biologica sarà considerata subito e automaticamente come seconda madre del bambino. Se le due donne non sono sposate, sarà sufficiente che la compagna riconosca il bambino davanti agli ufficiali.
TUTELARE FIGLIO E FAMIGLIA. Nonostante le dichiarazioni dei parlamentari belgi, la presunzione di maternità resta molto diversa da quella di paternità. Quest’ultima infatti è una misura adottata per tutelare il figlio e proteggere la famiglia e la sua stabilità, presumendo che nel caso di una coppia sposata il padre del neonato sia il marito della madre.
FIGLI SENZA PADRI. Nella presunzione di maternità, però, è quasi certo che la madre putativa non abbia alcun legame biologico con il bambino, salvo il caso in cui doni i suoi ovuli per farli fecondare da un donatore e impiantare poi l’embrione nell’utero della compagna. Oltre che quasi certamente falsa, dunque, la presunzione di maternità andrebbe anche contro gli interessi del bambino, che si vedrebbe così negato il diritto ad avere un padre e a conoscerlo.
«GAY DISCRIMINATI». In Belgio, però, questo problema sembra non interessare a nessuno. Anzi. Le uniche voci che si sono alzate contro la legge sono state quelle degli omosessuali di sesso maschile, che non hanno il diritto di usufruire della medesima legge. «I parlamentari hanno considerato che per gli uomini [la legge] avrebbe implicato necessariamente l’utero in affitto», spiega la giurista del Centro interfederale per l’uguaglianza delle possibilità, Emilie Van Den Broeck. E l’utero in affitto è problematico perché in Belgio non è ancora legale. «Questa questione insomma necessitava di un ulteriore dibattito».
Un avvocato specializzato in Diritto familiare come Nathalie Uyttendaele però non ci sta: «Gli uomini potrebbero sentirsi discriminati. È chiaro che ci sono delle differenze naturali tra uomini e donne. Paternità e maternità non sono la stessa cosa, evidentemente. Ma un trattamento discriminatorio potrebbe essere invocato e forse trovare risposta davanti alla Corte costituzionale». Più che una possibilità, è una minaccia.
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19 commenti
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Di che stupirsi? il Belgio ha da tempo imboccato la strada della rincorsa all’Olanda.
Negli ultimi tempi l’ha superata proponendo l’eutanasia per minori (ancorché non consenzienti) e fra un po’ legittimerà anche il partito dei pedofili (già attivo nel paese dei mulini).
Splendidi esempi di progressismo e laicità dello stato, fulgidi paladini dei diritti umani (e abili smemorati della loro storia di massacratori degli indigeni delle loro colonie).
E qui da noi trova osannatori a go-go.
Ok visto che non può contestare l’uso seriale della stessa foto, la butta in caciara insinuando che le donne non sono mai state discriminate dal maschilismo che tanto le piace e che le vorrebbe destinate a vivere solo per sposarsi e fare l’angelo del focolare.
Sarebbe stato più facile da parte sua ammettere banalmente una cosa scontata e cioè che la foto dell’articolo è riciclata, invece ha voluto a tutti i costi fare la figura di chi risponde a sproposito.
Filomena, facciamo cosi’: noi ammettiamo la cosa banale (Tempi ha un repertorio limitato di fotografie) e tu ne ammetti una ancora più banale: che la “Presunzione di maternità” di cui parla l’articolo è assolutamente contro il senso comune del bene per l’uomo.
Ma Filomena, stai cadendo sempre più in basso, ora ti attacchi anche a una foto !
Anche fosse la centesima volta che è pubblicata, magari qualche persona per la centesima volta non potrebbe avere il diritto di inorridire ?
E poi, dai, quella tirata sul femminismo, ebbasta, non siamo nell’ottocento !
Ma perché hai questo senso di inferiorità così forte ? Se non sei un vero uomo, se non hai voluto dei bambini, rinunciando volontariamente ad una cosa così bella e appagante, se sei sola in casa con gli elettrodomestici e l’aiutante domestico, mica sarà colpa di Tempi ?
Mai conosciuta una nemica delle donne al tuo livello, tranne forse l’altra Ena, ma siete proprio tanto simili nel dispre zzare la femminilità e l’essere donna: tu più contenuta, lei proprio senza freni : ma che vi hanno fatto di male le donne, oltre a darvi la vita ?
Togli il bene e tieni buon senso tout court.
Ma o.k. che? Le ha dato di volta il cervello, non ce la fa più a reggere tante parti “seriali” in gioco? Chi ha mai contestato l'”uso seriale della stessa foto”? Io? Dove? Quando? Butto in caciara precisamente cosa e in che senso? Perché, se se la sente di essewre un po’ più precisa in una circostanza tanto imbarazzante per lei? E che c’entra il maschilismo che lei ha in testa per farselo piacere a quello che le piace pensare di me – liberissima di farlo, per carità: ma non se la prenda cone me – rispetto a una “foto seriale” che non mi piace? Filomena, non le è mai riuscito di infilare tante stupidaggini una via l’altra in un post. Una densità di idiozie per rigo nettamente superiore alla sua capacità di mettere due parole in un rigo che abbiano una qualche sensatezza. A me, quella foto, che avevo già visto, fa ribrezzo: per il resto, faccia lei, anche se peggio di come ha fatto sarà difficile anche per lei.
Faccio notare che la foto in questione non si riferisce ad un caso particolare come qualcuno vorrebbe far credere dai giudizi “schifati”, è una foto che Tempi usa sempre quando tratta questo argomento (praticamente un giorno si è un giorno anche!).
Filomena, come al solito perdi ancora una buona occasione per stare zitta.
Lo sai che fai sempre migliore figura…
Cosa fa presumere alla profonda osservatrice che nessuno si sia accorto che la foto è di repertorio? Forse, la stessa prontezza di spirito per cui non si è accorta che le nozze gay e il genderismo, a uso scolastico e non, sono all’ordine del giorno? Come è all’ordine del giorno un ddl che potrà portare di fronte a un tribunale chi ritiene quella foto, come altre, una parodia grottesca, perseguendo la libertà di pensiero e di opinione.
Nulla di tutto ciò ma semplicemente quello che ho detto visto che quella foto è apparsa per la miliardesima volta. Come vede non serve fare ragionamenti più o meno contorti, basta osservare le foto pubblicate in serie da Tempi.
Lei vede le foto che vedono tutti come se le avesse viste solo lei: e poi, accusa me di scrivere cose contorte? Lei e tutto il circolo delle -ena, con tutte le cose che scrivete sulla maternità come stereotipo culturale, come sopraffazione di genere e soggezione al maschio? Con una tale dotazione di logica e di capacità visive, lei può dire queste e altre, contorte o meno, pacchiane castronerie. Come le capita spesso, del resto.
Sarà pure una foto di repertorio, ma rappresenta in maniera straordinaria la realtà schifosa verso al quale qualcuno ci vuole portare. Vergogna!
@ Filomena
E fa bene Tempi ….fa bene … … è una foto che fissa la verità più di mille discorsi (a me colpisce pure l’occhio dello sventurato -bambino) . Ci sono altre foto verità che ben rappresentano le vostre battaglie: mesi addietro ce ne era una di due maschi piangenti in mutande (non si capiva il perché …in mutande) in una sala parto mentre una donna partoriva un bambino che evidentemente non era più suo ma doveva consegnare alle due “mutande”. Poi c’è quell’altra foto che inquadra un bambino piangente tra le gambe di due maschi in tacchi a spillo. Ma il capolavoro assoluto è la “deficiente” ridens, una donna in un letto d’ospedale felice di partorire …. lo sponsor all’aborto.
In sostanza sono foto che esprimono quello che siete ne di più ne di meno,( ed avvoglia che cantate di nuovi orizzonti culturali, di evoluzioni sociali ecc. … siete tristissimi )
felice di abortire … non di partorire… era una deficiente sorridente non un intelligente
Toni, quelle foto erano inguardabili e per quanto mi riguarda, impubblicabili. Ma sono esatttamente come tu le hai ricordate: e come, del resto, in tanti le avevamo giudicate farsesche, fasulle e disgustose.
Come vedi, però, se uno non esprime il rigetto a prima vista, ah!, allora, non vale!, dice la Filo-che-mena il can per l’aia. Ma per l’odore di friggitoria dell’atmosfera mefitica in cui lei e altre sue amiche sono immerse, non occorre il fiuto di quel segugio da tartufi del Pensiero Unico: basta leggerla, basta sentire l’alito in affanno che promana da ogni sua parola, l’anfa che esce perfino dagli spazi bianchi in cui è risucchiata la sua mente, non più “costretta” dai “limiti” di sesso variabile, di genere in 52 linee di produzione, sessualità last minute, stereotipi intercambiabili, personalità multiple come in un gioco di ruolo in cui, bracchi o bric-à-brac o abracadabra, si è persa.
Raider
Filomena non può accusare nessuno di serialità. I suoi discorsi sono seriali. Non ha nessuna tensione di capire come la pensa l’interlocutore, se avesse questa onestà avrei più considerazione del suo pensiero, ma non ha altro scopo, a costo di storcere la mente fino all’inverosimile davanti all’evidenza, di ripete all’infinito le solite cose contro maschi, Dio, e le donne (perché è pure una nemica delle donne, di questo ne sono certo).
Paesi canaglia (tra non molto seguirà sicuramente l’Olanda) che ormai fanno la gara a concretizzare qualsiasi elucubrazione pervertita ma in quanto desiderata legittima. Il bambino uguale ad un cagnolino o ad un telefonino.
PS. La foto sopra delle due mamme è un pugno allo stomaco. Falsa, brutta, e cattiva
Hai ragione Toni, noi stiamo messi male, ma il “progredito ” Nordeuropa sta sotto a un treno !
Tremenda, Toni. Una foto semplicemente stomachevole, da schifo legalizzato, da contraffazione delirante, un’immagine che dice della riduzione dell’umano alla follia di chi cambia sesso, desideri, orientamenti, identità come se fossero aibti d’occasione: e non vive questa personale scissione per sé e per coloro con cui condivide la stessa forma di allegra incontinenza psichica, di alienazione della personalità a accidente e non principium individuationis, ma pretende che la società l’assecondi in tutto e per tutto nel fare di “donatori”, prestatrici d’utero e grembo, bambini dei soggetti da subordinare ai propri capricci.