Mai così pochi aborti in America. L’ipocrisia dem che li promuove (a spese dei bimbi neri)

Di Caterina Giojelli
29 Novembre 2019
I numeri che cozzano con la campagna ultra prochoice progressista. Che ingrassa le corporation abortiste attentissime alle gravidanze afroamericane
aborto America

Tassi di aborti ai minimi storici negli Stati Uniti. Mentre i progressisti in corsa alla Casa Bianca strepitano per espandere il nuovo diritto «umano ed economico» all’interruzione di gravidanza e certificare l’avvenuto passaggio dall’aborto “safe, legal, and rare” (sicuro, legale e soprattutto raro) all’aborto “safe, legal and accessible to every person who chooses it” (accessibile a tutti), i Centers for Disease Control and Prevention pubblicano un nuovo rapporto. E asseriscono che mai, da quando hanno iniziato a monitorare la procedura nel 1969, avevano registrato un numero così basso di aborti come quello relativo al 2016, ultimo anno disponibile.

Durante quest’anno l’agenzia governativa ha registrato 623.471 interruzioni di gravidanza, in calo del 2,3 per cento rispetto all’anno precedente quando il numero era 638.169. Parallelamente il tasso di aborto è sceso a 1,6 aborti per 1.000 donne in età riproduttiva, 186 aborti per 1.000 nati vivi. I dati sono stati raccolti in 47 stati e a New York City (solo California, Washington DC, Maryland e New Hampshire non hanno fornito numeri) e confermano il calo costante di interruzioni di gravidanza: meno 26 per cento dal 2007.

POCHI ABORTI (E NON È COLPA DI TRUMP)

Il rapporto restituisce dati simili a quelli pubblicati a inizio anno dal Guttmacher Institute, che registravano in tutta America un tasso pari a 13,5 aborti per 1.000 donne dai 15 ai 44 anni nel 2017, il più basso dall’emanazione della sentenza Roe v. Wade, che nel 1973 legalizzò l’aborto a livello nazionale. Un calo dell’8 per cento rispetto al 2014, l’ultima volta che Guttmacher ha calcolato il tasso di aborto negli Stati Uniti, e del 54 per cento rispetto al 1980 quando si è registrato il picco di aborti. L’istituto, che sponsorizza in tutto il mondo il diritto all’aborto e alla contraccezione, ha commentato i dati scagliandosi contro le cosiddette “leggi-Trap”, sui requisiti necessari alle strutture dove vengono praticate le interruzioni di gravidanza, e le limitazioni introdotte dai progetti di legge proposti in particolare in dodici stati conservatori.

Tuttavia non solo in questi stati le leggi non sono ancora entrate in vigore o sono state bloccate dai tribunali federali, ma gli studi più recenti collegano il calo dei tassi di aborto a quello dei tassi di fertilità: meno aborti perché meno donne decidono di avere bambini. Dati National Center for Health Statistics, lo scorso anno sono state registrate poco più di 59 nascite ogni 1.000 donne in età fertile, con un calo del 2 per cento rispetto all’anno precedente, e del 15 per cento dal 2007. Nel rapporto del Cdc si evidenzia inoltre che il 59 per cento delle persone ricorse ad aborto nel 2016 aveva già almeno un bambino e che il 91 per cento delle gravidanze sono state interrotte intorno o precedentemente alla 13esima settimana di gestazione (due terzi prima di 8 settimane).

L’IPOCRISIA DELLE LEGGI LIBERAL

Uno spaccato molto lontano dall’incessante campagna democrat che punta all’aborto sempre e in qualunque condizione. Parallelamente ai provvedimenti restrittivi approvati durante l’amministrazione Trump, in Virginia è stata introdotta una legislazione che consentirebbe ai medici di uccidere un bambino mentre sua madre è in travaglio; il governatore di New York Andrew Cuomo ha legalizzato l’aborto nel terzo trimestre, il Vemont lo ha reso “diritto fondamentale in qualsiasi fase della gravidanza e per qualsiasi motivo.

C’è poi un’altra questione, sottaciuta nello storytelling dell’aborto sinonimo di “salute riproduttiva” e libertà di scelta della donna: come hanno fatto notare gli stessi Democrats of America a Cuomo, il 70 per cento delle interruzioni di gravidanza registrate a New York city e che che fruttano ampi margini di profitto alle corporation dell’aborto che sostengono i dem in tutta America, «apparteneva a minoranze etniche. Un bambino abortito su tre risulta essere afro-americano, e uno su quattro ispanico. La nuova legge sfrutta ulteriormente le donne, particolarmente quelle appartenenti alle minoranze etniche, che risultano sovrarappresentate in queste statistiche». Tra il 2012 e il 2016 le madri di colore hanno interrotto 136.426 gravidanze e hanno dato alla luce 118.127 bambini.

LA MATTANZA DEI BAMBINI NERI

Non per nulla, come molti osservatori hanno notato, Planned Parenthood, fondata da Margaret Sanger – che affermava che il controllo della natalità servisse a eliminare gli «inadeguati», neri, minoranze etniche, malati e disabili, e produrre una «razza più propria» -, ha aperto la maggior parte delle sue cliniche vicino a quartieri e scuole ad alto tasso di immigrazione. A Cherry, Carolina del Nord, le proteste dei residenti hanno chiarito che il megacentro progettato dal colosso degli aborti non era né necessario, né voluto. E un terzo degli elettori democratici neri ritiene che l’aborto debba essere illegale. A Saint Louis la Chiesa pentecostale Church of God in Christ – sette milioni di membri, una delle più grandi denominazioni protestanti cui si riferiscono gli afroamericani – ha approvato all’unanimità una risoluzione per opporsi all’aborto in America. E alla mattanza di bimbi neri che basterebbe a chiudere il discorso sui presupposti teorici fondativi della necessità dell’aborto in America.

Foto Ansa

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.