L’Italia è in recessione, le tasse aumentano. E gli 80 euro di Renzi? Per Confcommercio l’effetto è stato «quasi invisibile»
INCERTEZZA NEL FUTURO. «È troppo poco rispetto alle attese – fa sapere Confcommercio –, sono segnali positivi ma straordinariamente deboli e insufficienti per affermare che la domanda delle famiglie sia giunta a un incoraggiante punto di svolta. La cautela nell’interpretare i dati deriva anche dal peggioramento registrato a luglio proprio dal clima di fiducia delle famiglie – il secondo consecutivo – sintomo del permanere di uno stato di disagio caratterizzato dalla dominanza dell’incertezza per il futuro rispetto agli effetti reali di un maggior reddito disponibile».
TASSE, TASSE, TASSE. E le ragioni di questa sfiducia iniziano a essere chiare a tanti. I primi giorni di maggio undici milioni di italiani si sono trovati in busta paga il bonus promesso da Renzi. Hanno intascato, ringraziato e ricambiato il favore all’interno delle urne allestite per le elezioni europee. Il 42 per cento dei voti, il Partito democratico non l’aveva mai sfiorato. Tutti felici e contenti. Peccato che da lì in avanti le notizie per i contribuenti italiani siano andate di male in peggio. Imu aumentata, ennesima nuova tassa su rifiuti triplicata o anche più, Irpef portato al massimo consentito dalla legge, ticket sanitari che prevedevano l’esenzione per la maggioranza dei cittadini diventati a pagamento. Un’ondata di nuove tasse e imposte che hanno allertato i cittadini. Meglio accantonare gli spiccioli donati per ridarli quadruplicati sotto forma di imposte, tasse e trattenute. Altro che aumento dei consumi. Come dice Renzi, «l’estate arriverà, diversa da come l’aspettavamo, ma arriverà». Intanto l’allerta meteo è sempre in agguato.
DI MALE IN PEGGIO. Altra doccia fredda sulla ripresa è la flessione del Pil per il secondo trimestre consecutivo. Rispetto ai primi tre mesi dell’anno il Pil è sceso dello 0,2 per cento (-0,3 per cento su base annua) e il calo congiunturale, ha fatto sapere l’Istat, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. L’Italia è ancora in recessione e il dato avrà un impatto negativo sullo spread tra Btp e Bund, sulle finanze pubbliche e rallenterà di nuovo la ripresa. I dati sono devastanti, per certi economisti sono peggiori di quelli registrati durante il governo Letta. Ma il premier va dritto per la sua strada; come se nulla stesse accadendo la maratona del governo è ripresa.
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2 commenti
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oggi su molti GIORNALONI si leggono le prime timide critiche all’ottimismo di renzi, ai suoi 80 euro, all’euro che è causa di molti mali. ma questi pseudo progressisti non si rendono conto di essere dei ritardati cronici. ( ho sentito – per cui non giuro sulla veridicità – che la nana SERRACCHIANI avrebbe esultato per la bocciatura dell’introduzione di costi standard nelle spese della pubblica amministrazione. questa sarebbe solo l’ennesima conferma che siamo governato da incapaci e da fanfaroni e menzogneri).
Renzi…il pil se ne frega dei suoi provvedimenti gay friendly, e senza tutela della famiglia naturale, soprattutto il sistema Italia é destinato a saltare, speriamo insieme al totalitarismo UE.