Tutte le assurdità della legge anti-vivisezione che «paralizza la ricerca e non fa bene neanche agli animali»

Di Emmanuele Michela
24 Settembre 2013
«Per prelevare il sangue a un topo dovremo fargli l'anestesia». Dario Padovan di Pro-Test Italia spiega a tempi.it gli eccessi di una norma ultra-animalista dettata dalla disinformazione

Prosegue la trattativa tra scienziati e governo italiano per ridimensionare la legge cosiddetta “restringi-vivisezione”. Venerdì scorso 20 settembre centinaia di ricercatori sono scesi in piazza per la libertà di ricerca, e ora attendono con fiducia le decisioni della Commissione sanità del Senato. «Confidiamo nel governo: le obiezioni a questa legge sono chiare e hanno trovato ormai condivisione da parte di tutti i centri di ricerca più importanti d’Italia», spiega a tempi.it Dario Padovan, biologo e coordinatore del comitato scientifico di Pro-Test Italia, associazione tra le più attive nel denunciare la disinformazione che accompagna il dibattito sul tema “vivisezione” in Italia.

Dottor Padovan, soddisfatti della manifestazione di venerdì?
Sì, in piazza con noi c’erano tante associazioni, anche europee e americane: penso all’American Physiological Society, o alla Faseb, sigla di biologia sperimentale che raccoglie più di 100 mila ricercatori. La modifica che in Italia si sta cercando di applicare alla direttiva europea in realtà complica solo la vita ai ricercatori, danneggia la vita dei malati e non porta ad alcun beneficio per gli animali.

Nessun beneficio per gli animali?
È il controsenso più grande. Facciamo un esempio: uno dei punti è l’obbligo di anestesia sempre e comunque. Anche per esperimenti che provocano un dolore più che sopportabile: pensiamo a un prelievo di sangue, che provoca un dolore lieve. La direttiva europea specifica che se il dolore è lieve non serve anestesia, la norma italiana invece dice il contrario. È assurdo dover praticare un’anestesia per un prelievo di sangue, una misura che tra l’altro non va neanche a beneficio dell’animale, visto che ogni anestesia ha un coefficiente di rischio, per quanto basso, oltre a causare un certo fastidio nel recupero.

Quali sono le restrizioni più preoccupanti previste dalla “restringi vivisezione”?
Il danno più grande lo fa l’emendamento sugli xenotrapianti, che è una pratica poco conosciuta. Se stiamo alla propaganda animalista, “xenotrapianto” significa prendere il cuore da un babbuino e trapiantarlo in un uomo. Ma non è una definizione che non corrisponde alla realtà. La pratica viene usata per esempio nelle ricerche sul cancro, che servono sia per fare ricerca pura, sia per trovare terapie personalizzate: davanti a un paziente con un tumore, invece di andare avanti per tentativi chemioterapici, io prendo una biopsia del tumore, la impianto in un topo e poi tratto lui. Così riesco a capire a cosa risponde il tumore e la terapia migliore per il malato. E poi ci sono gli xenotrapianti d’organo.

Di che si tratta?
È una pratica che si sta sviluppando. Un organo animale viene “decellularizzato” lasciando solo l’impalcatura di tessuto connettivo. Qui si impiantano le cellule staminali per ricostruire l’organo di partenza. Al momento questo è riuscito con successo sui topi, sembra una cosa di piccolo conto, invece in futuro potrebbe risolvere molti problemi legati ai trapianti. Pensiamo per esempio a un animale con un cuore simile al nostro in quanto a dimensioni, il maiale: potremmo usare l’impalcatura del suo cuore per svilupparne uno da trapiantare nell’uomo. In questo modo si eliminerebbe il problema della scarsa disponibilità di organi e quello del possibile rigetto, dato che il cuore sarebbe ricostruito da cellule staminali del paziente stesso.

E per quanto riguarda i metodi alternativi alla sperimentazione animale? La nuova legge intende incentivarne l’impiego, ma ne esistono di efficaci?
Siamo molto indietro. Già oggi la legge vigente prevede che l’utilizzo di animali per la sperimentazione sia ammesso solo quando non ci sono alternative. Il problema è che i metodi alternativi non consentono una sostituzione da animale a vitro, ma una riduzione. L’idea è quella di seguire le tre “R”: riduzione, raffinamento e rimpiazzo. Ma quest’ultimo è la cosa più difficile da ottenere. Testare i cosmetici sugli animali, per esempio, in Europa è vietato, però la conseguenza è che su alcuni prodotti non si possono applicare tutti i test che servirebbero con il risultato pratico che questi cosmetici non saranno messi in commercio. Certo, non è un dramma finché parliamo di cosmetici, però fa riflettere: il blocco della sperimentazione animale ha bloccato in toto l’innovazione in quel campo.

Per altro la legge in questione supera le stesse direttive dell’Unione Europea, cosa che Bruxelles ha espressamente vietato. Perché alla Camera invece si è scelta questa strada?
Già le norme Ue erano molto stringenti. La direttiva è frutto di 15 anni di mediazione e discussione tra i ricercatori e la principale lobby animalista europea, l’“Eurogroup for animals”. In Italia siamo andati oltre anche per colpa degli scienziati, che non si sono troppo preoccupati di vigilare sulla cosa. Noi dal canto nostro abbiamo segnalato ai parlamentari tutti i nostri dubbi: pensi che in origine l’emendamento vietava addirittura l’utilizzo di animali nella didattica per veterinari. Un’assurdità che siamo riusciti a impedire, sebbene lo stesso divieto sia rimasto per biologi e zootecnologi. Ma il punto è che in Italia le associazioni animaliste sono molto attive, e più di una fa disinformazione pura.

Ci faccia un esempio.
L’utilizzo dei cani e dei gatti randagi. Se si leggono alcuni commenti firmati da animalisti, sembra che la direttiva ammetta l’utilizzo di questi animali per la ricerca. Ma in realtà la normativa dice chiaramente che non si può sperimentare su animali randagi. Si aggiunge poi che la sperimentazione su di loro è ammessa solo in caso di gravissimo rischio per l’ambiente, per l’uomo o per gli stessi animali, o se si deve fare qualcosa per la sopravvivenza di quella specie e non ci sono alternative. Se volessi studiare, ad esempio, il Fiv, il corrispettivo dell’Hiv per i gatti, ho due alternative: prendo un gatto da laboratorio, lo infetto con il virus e lo studio; oppure cerco un gatto già infettato e lo studio. Per il benessere dei gatti, è molto meglio seguire la seconda strada, ma alcune associazioni animaliste l’hanno fatta passare come un via libera alla sperimentazione su tutti i randagi. Inoltre la normativa prevede chiaramente il divieto di sperimentare sulle cosiddette “specie d’affezione”, cani e gatti, a meno che non ci siano motivi specifici per farlo. Va richiesta una deroga, che deve essere approvata dal ministero. Eppure siamo costretti a leggere appelli scandalizzati che denunciano presunti esperimenti sui cani senza anestesia, quando magari ciò che viene testato è un antipulci.

Venerdì è intervenuto il senatore Carlo Giovanardi, che ha spiegato come la battaglia non sia solo politica e scientifica, ma anche culturale: bisognerebbe avere cura dell’uomo, prima che dell’animale. È d’accordo?
Sì. Bisogna offrire una corretta informazione alla gente, quindi è un problema culturale. La parola vivisezione è un termine molto forte, e pure scorretto: lo dice lo stesso Umberto Veronesi, che pure è un vegetariano convinto. Se chiediamo a una persona qualsiasi di scegliere tra sacrificare dieci bambini o dieci animali, è chiaro che tutti sceglieremmo la seconda ipotesi. La gente però non riesce a capire perché debbano essere usati gli animali, proprio perché prevale una disinformazione di fondo. Io sono dell’idea che gli animali vadano tutelati, però le loro esigenze stanno un gradino sotto a quelle degli uomini e dei bambini. Prendiamo la leucemia infantile: quarant’anni fa il 99 per cento dei casi portava alla morte del paziente entro 6 mesi; oggi si riesce a trattare il 90-95 per cento dei casi. Questo progresso è costato il sacrificio di qualche animale? Sicuramente sì, però adesso possiamo salvare tutti quei bambini.

@LeleMichela

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25 commenti

  1. Francesco

    Altro che sostituirsi a Dio! Qui si tratta soltanto di mantenere la salute, un obiettivo che contro Dio non ha proprio nulla. Altro che creare nuove specie! Se ti mettono una gamba di legno diventi un ibrido uomo-abete? No, e lo stesso vale per gli xenotrapianti. Creazione di virus ibridi? Con tutti i controlli che ci sono oggi direi proprio che la cosa sia molto improbabile, è di gran lunga più probabile che un virus animale si trasmetta all’uomo (vedi l’aviaria). Da qualunque angolo la si guardi, le tue argomentazioni Remoq cadono come un castello di carte.

    1. remoq

      bravo, l’hai detto, “è di gran lunga più probabile che un virus animale si trasmetta all’uomo (vedi l’aviaria)”, come ho detto io, si chiama zoonosi.

      1. Francesco

        Lo so che si chiama zoonosi. Il mio punto, se lo vuoi vedere, è che -al contrario di quanto avviene in natura- creare una zoonosi a partire da uno xenotrapianto è essenzialmente impossibile, in quanto gli animali donatori di organi sono ipercontrollati.

  2. Stefano

    uno degli articoli più di parte mai letti!
    paradossale e assurdo dall’inizio alla fine, solo in pochi punti dimostra rispecchiare la realtà

  3. remoq

    xenotrapianti. non parliamo di etica, ma di scienza. che succede se un virus endogeno all’animale entra in circolo nell’uomo? che succede se un batterio o anche un virus endogeno si fonde con un batterio o virus dell’uomo, si crea un nuovo ceppo virale o batterico? quanto potrebbe essere pericoloso il nuovo virus o batterio, considerato che si tratta di un elemento nuovo di cui non si avrebbe nessuna conoscenza, si rischierebbe una pandemia? i “normali” trapianti che già si effettuano verrebbero mantenuti? se si, si avranno allora pazienti che riceveranno organi umani e altri organi animali, in base a cosa si farà questa scelta? Chi ha più soldi “vince” l’organo umano, o viceversa? Un uomo con un fegato di maiale, un cuore di babbuino, e via discorrendo, sarebbe comunque da considerare un uomo o una nuova specie? che sia un ibrido o nuova specie, non è comunque sostituirsi a Dio? Creare una vita a chi spetta?

    1. Alessandro

      Remoq guarda meno film di fantascienza, nei laboratori non si lavora a caso, esistono controlli appositi e norme di sterilità ed igiene, il trapianto di cuore dal maiale esiste da decenni ma nessuno ha mai detto nulla, qua si parla invece di xenotrapianti, utilizzare cioè l’organo dell’animale come supporto per le proprie cellule staminali, l’organo insomma non è animale ma umano e fatto con le proprie cellule (quindi non c’è rischio di rigetto). Se la tua religione vietaa di fare queste cose semplicemente non farle tu, ma non puoi imporre le tue credenze agli altri, altrimenti anche tu dovresti seguire tutti i precetti di tutte le religioni del mondo, per coerenza.

      1. remoq

        parlavo di xenotrapianto, che ha un solo significato. Al momento tutti gli xenotrapianti effettuati sono falliti. Il rischio di zoonosi è sicuramente alto, non si tratta di vedere film di fantascienza ma la realtà, proprio lo xenotrapianto è fantascienza allo stato brado. sarebbe meno dispendioso e infinitamente più sicuro prelevare le cellule di ogni persona e in caso di bisogno fare la clonazione e sostituire gli organi, niente zoonosi e niente problemi di rigetto, ma qua l’etica entra in gioco in maniera preponderante così come la religione. religione che per l’appunto entrerebbe preponderante anche in caso di xenotrapianto con i maiali. gli islamici non credo accetterebbero una simile soluzione, credo che anche gli ebrei avrebbero dei problemi per non parlare poi di alcune religioni orientali. che facciamo gli organi umani solo per i mussulmani e gli animali solo per gli altri?

        1. Pasticcia

          Tutti gli xnotrapianti sono cosa?
          E secondo te le valvole cardiache biologiche cosa sono?
          Mio padre, mio nonno e migliaia di persone come loro sono ancora vive solo grazie a quel trapianto (valvola cardiaca suina per intenderci).
          E se hai intenzione di mettere in mezzo quelle meccaniche mi spiace per te ma non sono per niente la stessa cosa. Solo grazie alla valvola biologica mio padre può ancora lavorare sul campo invece che dietro ad una scrivania e può ancora passarsi le mattinate a nuotare o a correre invece che a casa a guardarsi la tv.
          Sarà un intervento che anche io dovrò fare perchè la malformazione cardiaca è genetica. Se scegliessi quella meccanica mi sarebbe impedita la possibilità di avere figli.
          La differenza tra le due è più che sostanziale ed è a tutti gli effetti uno xenotrapianto.

          Mi sa che tu sei fantascienza, altro che xenotrapianti!

          1. remoq

            hai ragione, mi sono espresso male, intendevo l’organo intero. comunque le valvole biologiche, oltre che di maiale, possono essere anche di mucca, oppure autologhe o omologhe, peccato che durano relativamente poco, e che vanno sostituite. un sincero in bocca al lupo per l’eventuale operazione

    2. Andrea

      Si forma un supermegavirusbatterio che ci ucciderà tutti. Ecco cosa vogliono i ricercatori venduti al soldo delle lobby che dominano il mondo, i quali mi giunge voce che rischino di spargere il proprio seme per tutto il laboratorio da quanto godono ogni volta che vivisezionano senza pietà né anestesia milioni di animaletti terrorizzati con quel bel pelo morbido e gli occhioni lucidi. Sicuramente non conoscono come funzionano i virus e i batteri e rischiano di ucciderci tutti, meno male che ancora non è successo.
      Per rispondere all’ultima domanda, un uomo con un cuore costituito da tessuto connettivo derivante dall’animale e cellule proprie, perché derivanti dalla differenziazione di cellule staminali proprie, non può, secondo nessun tipo di interpretazione della definizione di specie, essere considerato una specie ibrida né tanto meno una nuova specie. La sua linea germinale non è influenzata dal trapianto, non trasmette i caratteri per un cuore mezzo umano mezzo suino ai propri figli; tutt’al più avrà una vita relativamente normale e non dovrà attendere anni in lista di attesa per il trapianto e non rischierà di morire se non si riuscisse a trovare in tempo un donatore compatibile.

      1. Alessandro

        e poi chi fa le offerte in chiesa se tutti stanno bene?

    3. Daniele

      Di certo gli xenotrapianti non vengono fatti con animali infetti da virus o batteri. Vengono ovviamente controllati e allevati in appositi istituti completamente sterili, non presi dal primo contadino che passa.

      ps. quando curiamo una persona già ci sostituiamo a Dio perché permettiamo di vivere ad una persona che sarebbe spacciata senza cure. Se non ti piace è un problema tuo.

      1. remoq

        be’ l’AIDS non è altro che una mutazione del SIV di cui molte scimmie sono portatrici, trsmesso per zoonosi all’uomo.

        1. Dario

          >be’ l’AIDS non è altro che una mutazione del SIV di cui molte scimmie sono portatrici, trsmesso per zoonosi all’uomo.<

          Referenza bibliografica di un articolo pere-review che lo dimostri?

          Oppure sono le solite teorie complottiste non supportate da prove?

          1. remo

            University of Alabama di Birmingham ricercatrice Beatrice Hahn

          2. Dario

            Senza offesa, Remo, ma quella non è una referenza bibliografica.

            una referenza bibliografica è qualcosa del tipo

            Virology. 2008 Aug 1;377(2):364-78
            Relationship of HIV-1 and SIV envelope glycoprotein trimer occupation and neutralization.
            Crooks ET, Jiang P, Franti M, Wong S, Zwick MB, Hoxie JA, Robinson JE, Moore PL, Binley JM.

    4. Dario

      Presumo che Remoq non abbia mai sentito parlare di animali “germ-free”. In ogni caso, il rischio di “salto di specie” è minimo, anche in caso contrario e la storia attuale dimostra questa tesi. Le milioni di dosi di vaccino contaminate da SV40 (virus all’epoca sconosciuto) non hanno portato a nessun caso di infezione, ad esempio, e lo stesso si può dire per i casi di vaccini contro la febbre gialla contaminati dal virus della leucosi aviaria. Anche i casi di fortuita infezione dell’uomo con Spumavirus di scimmia non hanno portato a casi di infezione, nonostante l’elevato grado di similitudine (che si osserva anche per l’SV40).

      Se si osserva, ad oggi i casi più eclatanti di “salto di specie” sono avvenuti quando c’è stata la ricombinazione all’interno di un organismo che poteva essere infettato da entrambi i virus (ad esempio il ceppo H1N1 del virus influenzale, che si è ricombinato nel maiale, che riesce ad ospitare sia il virus animale che il virus aviario).

      1. remoq

        i germ free sono animali per esperimenti. l sv 40 è stato trovato in casi di mesotelioma e altri tumori, a partire dai primi anni 80. l’sfv ha scarsissimo potere patogeno, infine è proprio la ricombinazione che deve essere presa in considerazione e non si hanno certezze su cosa e come certi agenti patogeni possono ricombinarsi e poi agire.

        1. Dario

          >i germ free sono animali per esperimentil sv 40 è stato trovato in casi di mesotelioma e altri tumori, a partire dai primi anni 80infine è proprio la ricombinazione che deve essere presa in considerazione e non si hanno certezze su cosa e come certi agenti patogeni possono ricombinarsi e poi agire.<

          Certo, ma nulla vieta ad un virus presente nell'ambiente o in una fettina di sashimi o di pancetta di fare lo stesso.

          Come detto, tutti i casi noti di ricombinazione, fino ad ora, sono avvenuti in animali che potevano già ospitare e far replicare entrambi i virus.

        2. Dario

          La riposto, perché vedo che si è mangiato un pezzo della risposta:

          “i germ free sono animali per esperimenti”

          E cosa vieterebbe di utilizzare maiali germ-free selezionati per gli xenotrapianti?

          “l sv 40 è stato trovato in casi di mesotelioma e altri tumori, a partire dai primi anni 80”

          Correlation is not causation:

          anche se ci sono lavori che verificano la compresenza come, ad esempio,

          Tumori. 2012 Mar-Apr;98(2):210-4.
          Asbestos and SV40 in malignant pleural mesothelioma from a hyperendemic area of north-eastern Italy.
          Comar M, Zanotta N, Pesel G, Visconti P, Maestri I, Rinaldi R, Crovella S, Cortale M, De Zotti R, Bovenzi M.

          ce ne sono altri che invece non trovano nemmeno l’associazione del virus con il mesotelioma:

          Korean J Pathol. 2013 Apr;47(2):124-9.
          No detection of simian virus 40 in malignant mesothelioma in Korea.
          Eom M, Abdul-Ghafar J, Park SM, Han JH, Hong SW, Kwon KY, Ko ES, Kim L, Kim WS, Ha SY, Lee KY, Lee CH, Yoon HK, Choi YD, Chung MJ, Jung SH.

          Br J Cancer. 2010 Sep 7;103(6):885-8.
          SV40 associated miRNAs are not detectable in mesotheliomas.
          Gee GV, Stanifer ML, Christensen BC, Atwood WJ, Ugolini D, Bonassi S, Resnick MB, Nelson HH, Marsit CJ, Kelsey KT.

          Anticancer Res. 2007 Nov-Dec;27(6B):4159-61.
          No detection of SV40 DNA in mesothelioma tissues from a high incidence area in Sweden.
          Lundstig A, Dejmek A, Eklund C, Filinic I, Dillner J.

          E ci sono lavori che dicono che il sistema di ricerca era soggetto a troppi falsi positivi:

          Lancet. 2004 Sep 25-Oct 1;364(9440):1157-66.
          Evidence against a role for SV40 infection in human mesotheliomas and high risk of false-positive PCR results owing to presence of SV40 sequences in common laboratory plasmids.
          López-Ríos F, Illei PB, Rusch V, Ladanyi M.

          “non si hanno certezze su cosa e come certi agenti patogeni possono ricombinarsi e poi agire”

          Certo, ma nulla vieta ad un virus presente nell’ambiente o in una fettina di sashimi o di pancetta di fare lo stesso.
          Come detto, tutti i casi noti di ricombinazione, fino ad ora, sono avvenuti in animali che potevano già ospitare e far replicare entrambi i virus.

          1. remoq

            abbiamo quindi appurato che l’sv40 provoca tumori nei ratti ed è presente in tumori umani, ma nessuno ha una risposta certa se ci sia correlazione, quindi tutte le ipotesi sono valide, ora scegli se farti inoculare il virus oppure no. per quanto riguarda la referenza bibliografica se non ti piace non so che farci, il virus viene da li, non penserai mica ad un complotto alieno? poi visto che mi dai ragione sui virus presenti nell’ambiente, dovrebbe farti riflettere sull’opportunità di fare il piccolo chimico, perchè qualsiasi accorgimento puoi trovare, pensare, progettare, inventare e collaudare, ci sarà sempre in agguato un errore, una negligenza, un qualsiasi fattore che rischia di mandare tutto all’aria. non si pasticcia con la genetica

          2. Dario

            “nessuno ha una risposta certa se ci sia correlazione, quindi tutte le ipotesi sono valide, ora scegli se farti inoculare il virus oppure no”

            Ragionamento fallace. L’esposizione al virus c’è stata già (vaccino antipolio negli anni ’60). Adesso bisogna dimostrare che abbia fatto danni. Le evidenze attuali dicono di no.Quindi non è vero che “tutte le ipotesi sono valide”: sono valide le ipotesi che sono suffragate da fatti. Questa al momento i fatti non li ha (referenze riportate sopra).

            ” per quanto riguarda la referenza bibliografica se non ti piace non so che farci, il virus viene da li, non penserai mica ad un complotto alieno?”

            Quella, senza offesa, non era una referenza bibliografica. Punto. Poco da girarci intorno.

            E il punto è di interesse, perché un salto di specie (tipo quello che si paventa o come quello che ha interessato l’H1N1 si misura nello spazio di un ospite o due, mentre un cambio di specie dovuto a una lenta e progressiva evoluzione di un virus, che sia durato migliaia (o milioni) di anni non ha nulla a che vedere con un rischio connesso agli xenotrapianti (che è l’oggetto della discussione).

            In particolare, se le referenze andiamo a cercarle sul serio (avrebbe dovuto farlo Remoq, ma invece l’ho fatto io) troviamo questo lavoro

            Cell Host Microbe. 2013 Jul 17;14(1):85-92.
            Gene loss and adaptation to hominids underlie the ancient origin of HIV-1.
            Etienne L, Hahn BH, Sharp PM, Matsen FA, Emerman M.

            che spiega che l’HIV non è derivato da un improvviso salto di specie, ma da una lunga e costante evoluzione, causata da perdite di geni e da progressive evoluzioni, che hanno portato il virus ad adattarsi agli ominidi in tempi antichi.

            Quindi, come detto prima, citare l’evoluzione SIV->HIV come esempio di quello che potrebbe succedere con uno xenotrapianto è un ragionamento che non sta né in cielo né in terra.

            “poi visto che mi dai ragione sui virus presenti nell’ambiente, dovrebbe farti riflettere sull’opportunità di fare il piccolo chimico, perchè qualsiasi accorgimento puoi trovare, pensare, progettare, inventare e collaudare, ci sarà sempre in agguato un errore, una negligenza, un qualsiasi fattore che rischia di mandare tutto all’aria. non si pasticcia con la genetica”

            O con l’energia elettrica, con le radiazioni, con le sostanze chimiche, con i combustibili, con i dolcificanti etc etc.. seguendo questo ragionamento dovremmo ancora mangiare carne cruda perché il fuoco brucia e una negligenza potrebbe causare un incendio.

            Senza offesa, ma mi pare un atteggiamento un po’ retrogrado. Poi sei liberissimo di trasferirti in Borneo a vivere della raccolta di bacche e radici, curandoti la febbre masticando corteccia di salice, ma io preferisco diversamente (e con me presumo un buon 99% della popolazione mondiale, stimata in difetto).

          3. remoq

            nessuna evidenza attuale puo’ confermare che sv40 abbia provocato danni, l’unica cosa certa è quella che ho scritto nel post precedente, e comunque c’è stata una zoonosi, a conferma della pericolosità di certe pratiche non sicure al 100%. Poi ho letto l’inizio dello studio, articolo, chiamalo come vuoi, da te postato, il mio inglese fa sicuramente schifo lo ammetto. ma leggo anche chiaramente che l’HIV1 è provocato dalla trasmissione inter-specie di SIVcpz, quindi zoonosi. è’ vero che parla anche di SAMHD1 che in molte persone è stata trovata geneticamente modificata, è vero che parla di APOBEC3, ma dice anche che il virus hiv ha la capacità di alterare il funzionamento dell’enzima grazie al suo vif. ancora una volta credo che il rischio zoonosi è sempre valido, esiste sempre una possibilità che possa avvenire anche con uno xenotrapianto. ribadisco ancora che tralasciando l’energia elettrica, il fuoco, comunque pericoloso se in mano ad un incosciente, con i pesticidi, con le radiazioni, etc, non siamo poi messi tanto bene, mi sembra di ricordare che incidenti ne abbiamo subiti. Il mio non era un no alla cura e all’intenzione di cibarmi di scorzette di salice, nel Borneo andrei invece volentieri a viverci, almeno per un po’. Semplicemente credo che la conoscenza sia un elemento indispensabile per progredire, ma proprio per alcuni fatti esposti, e conoscendo in parte il genere umano, credo che ci voglia il quadrupolo dell’attenzione e della consapevolezza dimostrata fino ad oggi. Infine un grazie per lo scambio epistolare sempre interessante, mai banale e soprattutto paziente e con il massimo dell’educazione, un vero piacere conoscerti anche se virtualmente.

  4. beppe

    nella fotografia si vedono i due pupazzi degli animalisti e sullo sfondo dei resti romani con una croce. questi buffoni sono disposti a sacrificare degli innocenti esseri umani pur di difendere ideologicamente degli animali, degni di attenzione e rispetto, ma non fino al punto da scavalcare gli umani nella scala dei diritti.

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