Lafforgue: «Educazione repubblicana perversa e totalitaria: vuole trasformare l’uomo. Meglio fondare scuole libere, come ho fatto io»
«La scuola in Francia è stata oggettivamente snaturata e ora è in piena crisi. Il governo Hollande l’ha usata in modo totalitario per trasformare a suo piacimento non solo la società ma l’uomo stesso e il risultato è sotto gli occhi di tutti». Laurent Lafforgue, 47 anni, allievo della Scuola normale superiore, ente costituito per creare la classe dirigente francese, vincitore nel 2002 della medaglia Fields, l’equivalente del Nobel per i matematici, docente permanente presso il prestigioso Istituto degli alti studi scientifici, è una delle teste più fini e brillanti di tutta la République. Eccellente matematico, non è certo un neofita in tema di educazione. Nel 2005 l’allora presidente della Repubblica Jacques Chirac lo ha nominato membro dell’Alto consiglio dell’educazione per riformare la scuola, ruolo da cui si è dimesso dopo appena dieci giorni in forte polemica con gli “esperti” del ministero.
Professor Lafforgue, lei dice che la scuola in Francia è stata «oggettivamente» snaturata; agli studenti parla di «verità» e di «dono»: ma tutti questi argomenti non sono più in voga da un pezzo, ormai.
Questo fa parte del problema della scuola. Come matematici, qualunque siano le nostre convinzioni filosofiche o religiose, noi facciamo l’esperienza dell’oggettività. È semplice: noi vediamo che quando una cosa è dimostrata, vale per sempre. In matematica, al contrario di altre scienze, non si arriva alla conoscenza attraverso delle rivoluzioni: se una cosa è stata scoperta come vera duemila anni fa, non c’è modo di metterla in discussione oggi. Certo, l’approfondimento è continuo, l’arricchimento costante, ma i risultati ottenuti dai nostri predecessori sono ancora veri e lo saranno sempre. Noi abbiamo fiducia nella verità.
Voi sì, ma la cultura europea no. Al contrario, è sempre più relativista e la scuola sembra destinata ad andare di pari passo.
La società è relativista ma la scuola non è obbligata a seguire la società, perché è un luogo particolare dove si crescono i giovani. E i giovani stessi non sono il prodotto della società, sono spiriti liberi e non manipolabili. Ma gli studenti hanno fiducia negli adulti e questo è il problema della scuola.
La fiducia?
No, gli adulti. Oggi i professori, i rappresentanti del sapere, gli intellettuali, nutrono profondi dubbi sul valore di quello che insegnano e della verità. Mi sembra chiaro che se non c’è la verità, allora non c’è più niente da insegnare. E senza insegnamento, non c’è scuola.
Perché?
Perché l’obiettivo della scuola è la trasmissione della conoscenza. Questa è la sua ragion d’essere, anche se per rispondere a questa missione sono necessarie delle condizioni: bisogna rispettare una certa disciplina collettiva, bisogna imparare a essere attenti, a lavorare, a rispettarsi con gli altri, ad ascoltare, a essere pazienti, ad aiutarsi. Questi non sono i principali obiettivi della scuola, ma sono cose che si apprendono in modo collaterale e fanno parte dell’educazione.
Questo non è quello che pensa l’ex ministro dell’Educazione nazionale di Hollande, Vincent Peillon, appena sostituito nel rimpasto di governo. A gennaio 2013 ha scritto a tutti i presidi: «Il governo si è impegnato a lavorare sui giovani per cambiare la loro mentalità». E ancora: «Bisogna strappare il bambino da tutti i suoi legami pre-repubblicani per insegnargli a diventare un cittadino. È come una nuova nascita».
Questo pensiero è totalitario. Secondo Peillon la scuola è il luogo dove finalmente si può trasformare non solo la società ma l’uomo stesso. Ma così si snatura la scuola e la si rovina in modo irreparabile. Da tempo in Francia si è cercato di fare della scuola prima di tutto un luogo di socializzazione, dove i giovani possano imparare a vivere in società: questo è stato considerato più importante dell’insegnamento. Quindi fior fiori di teorici hanno scritto che il primo obiettivo della scuola deve essere quello di creare le condizioni della pace nella società, che oggi torna a essere minacciata dalla guerra di tutti contro tutti. E tutti ne paghiamo le conseguenze.
Quali conseguenze?
La nuova scuola voluta per realizzare la pace è estremamente conflittuale. C’è tantissima violenza tra i giovani, che sono gli uni contro gli altri, per non parlare di quella subita dai professori, spesso vittime di violenze fisiche da parte degli alunni. Abbiamo voluto una scuola della pace, e non più del sapere, e il risultato è una scuola dove non c’è più la pace e non si impara.
Perché questo risultato?
Perché quanto più si forza una cosa ad andare contro natura tanto più questa diventerà perversa. Non si può trasformare la realtà in modo arbitrario. Peillon pensa che non esista la realtà, che possiamo modificarla a piacimento. Ma questo non è vero.
Le famiglie come la pensano?
Molti genitori sono inquieti ma la maggior parte di loro non è cosciente dello stato di distruzione della scuola oggi. Io noto due fenomeni. Il primo è che tantissime persone, in ogni ambito della società, hanno cominciato a reagire e parlo di rettori, professori, genitori, persino studenti. Questi però sono ancora una minoranza. La seconda cosa che noto, e che mi sconvolge, è il fatto che i professori abbiano ceduto e accettato questa situazione: come si può essere così rassegnati?
Il governo di Hollande ha lanciato l’insegnamento della teoria di genere nelle scuole primarie. Le famiglie però non sembrano entusiaste, almeno a giudicare dal successo della “Giornata di ritiro dalla scuola”: una protesta che ha portato ben 18 mila bambini a disertare le proprie classi.
L’imposizione della teoria di genere è un’iniziativa di Peillon, che ha portato avanti un programma del governo precedente. Non dimentichiamo che il ministro dell’Educazione nazionale di Nicolas Sarkozy, Luc Chatel, aveva per la prima volta introdotto ufficialmente nei licei la teoria di genere nei corsi di biologia. Questo mi sembra aberrante, perché posso ancora capire nei corsi di filosofia, dove si discute di diverse teorie e può trovare il suo spazio anche quella di genere. Ma in biologia è assurdo perché la differenza tra uomo e donna è radicata nella natura e non c’è spazio per teorie. Ultimamente, però, la gente si è come risvegliata, basta pensare alle proteste della società francese durante il dibattito sull’approvazione della legge Taubira sul matrimonio gay. Io credo che si possa parlare della teoria di genere, magari in filosofia, ma cercare di imporla in modo autoritario nella scuola primaria negando le differenze tra femmine e maschi, questo significa negare la realtà. Quello che si sta cercando di fare oggi è stabilire attraverso la scuola il primato della volontà sulla realtà. Al fondo della teoria di genere, infatti, c’è questa idea: non c’è più verità, non c’è più realtà, solo volontà. Anzi, la sola realtà è la volontà. Penso che la scuola debba resistere.
In che modo?
È estremamente complesso. La scuola dipende dai ministeri e da sovrastrutture difficili da cambiare, su questo ho poca speranza. Si possono però fare due cose: la prima è prendere coscienza di quello che sta succedendo, un passo richiesto innanzitutto ai professori; la seconda è fondare delle scuole diverse. In Francia i privati possono aprire degli istituti e questo è un rimedio al disastro della scuola pubblica e a quello di tante scuole cattoliche associate allo Stato che purtroppo di cattolico hanno mantenuto solamente il nome. Anch’io ho partecipato con alcuni amici alla fondazione di una scuola.
Com’è successo?
Qualche anno fa parlavo del disastro dell’educazione nazionale ad alcuni miei amici: loro mi ascoltavano ma pensavano che esagerassi. Poi hanno cominciato a mandare i figli a scuola e li ho visti sempre più inquieti e arrabbiati. Sono arrivati a un punto tale che hanno deciso di mettersi insieme con altri genitori e fondare una scuola. E anch’io ho deciso di investirci. Queste persone hanno convinzioni diverse, ma la maggior parte di loro ha radici cristiane. La scuola che hanno costruito è un’opera radicata nella fede ma al servizio di tutti: laica e aperta a tutte le confessioni.
Come vi differenziate dalla scuola repubblicana?
Cerchiamo di educare alla libertà, che in un certo senso è il vero scopo della scuola. Mi spiego: perché trasmettere la conoscenza, perché apprendere, scrivere, leggere? È per forgiare spiriti liberi, perché crescano degli uomini. Noi doniamo loro i mezzi affinché possano crescere e sviluppare il loro modo di pensare, aiutandoli a essere critici ed educando il loro senso estetico. Questo è importante: le strutture devono essere belle, i libri belli, le storie belle. Lo scopo finale è la libertà, non inculcare dei concetti.
Il contrario di quello che ha cercato di fare ancora una volta Peillon affiggendo in tutte le scuole la Carta della laicità?
Se si prende il testo letterale della Carta della laicità si scopre che in sé è abbastanza corretto. Più o meno, insomma. Il problema è che in Francia la parola “laicità” ormai è ambigua. Tutti ne parlano ma dando alla parola significati completamente diversi. Peillon, ad esempio, mentre diffonde il suo manifesto, scrive nei libri che con “laicità” intende una nuova religione che debba sostituirsi alla vecchia, distruggendo il cattolicesimo. Ormai in Francia il dibattito sulla laicità è marcio.
Articoli correlati
28 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
…ehm..ragazzi!!! State mischiando matematica e fisica…
… Stoppani ha ragione! La matematica non é ne fisica, ne astronomia, ne biologia, ne altra scienza! La vostra arroganza non vi permette di leggere correttamente un articolo? Pensavo di trovare commenti interessanti, invece trovo solo commenti pieni di boriosa saccenteria. Commenti di chi grida al pelo nell’uovo, sensa averlo trovato. La matematica é quella scienza esatta, fatta di teoremi che una volta dimostrati non possono essere smontati e messi in discussione. La matematica tratta di equazioni, disequazioni, funzioni e studi di funzioni, serie, matrici, insiemi, integrali, limiti, ecc, tutti regolati da teoremi e leggi e proprietà ben precise e dimostrate… ma di che parliamo…!?!
Infatti Ugo, la matematica non ha per oggetto nulla di reale, quindi usare l’oggettività propria del suo metodo nel campo fisico, che funziona diversamentw, è sbagliato. E’ l’errore tipico della metafisica, che pretende di dimostrare le cose solo con il ragionamento.
Come dare un calcio in culo a tutti i modelli deterministici destinati a dare una rappresentazione della fenomenologia reale…
Giovanni, da’ retta, l’epistemologia non fa per te.
Ti conviene battere in ritirata.
xUgo
la “boriosa saccenteria” ce l’avete voi..
gli studi di funzione o il calcolo integrale sono stati modificati e rivoluzionati piu di una volta è ovvio che se pensi alla matematica confinata all’aritmetica “2+2” difficile trovare rivoluzioni..
Basta pensare all’introduzione dei numeri “immaginari” .. quello che prima non si poteva fare DOPO si è potuto fare , quello che prima era giudicato impossibile DOPO era possibile e parlaimo di un tipo di caloclo importante ovvero calcolare le radici negative!
ma di che parliamo…!?!
ma è ovvio che piu l’argomento è complesso è piu si presta a correzioni , modifiche e quant’altro… O NO?
e bastaaaa co sta matematica che non c’entra niente con le scuole private…
— “È semplice: noi vediamo che quando una cosa è dimostrata, vale per sempre. In matematica, al contrario di altre scienze, non si arriva alla conoscenza attraverso delle rivoluzioni: se una cosa è stata scoperta come vera duemila anni fa, non c’è modo di metterla in discussione oggi”
Una vera bestemmia!!
Tutto va sempre messo in discussione!!
E infatti l’LHC ha propri oquesto senso: cercare il bosone di Higgs significa proprio mettere in discussione la fisica tradizionale, metterla alla prova, altrimenti non l’avrebbero cercato.
E cos’e’ la teoria della relatività se non una Rivoluzione scientifica?
Ci sono MILIONI di esempi di tesi che sono state “rivoluzionate” a partire da quelle di Galileo!!
L’articolo cerca maldestraemnte di di spingere per le scuole private, affinche i privati, compresa la chiesa, possano fare quello che vogliono con i ragazzi.
VERGOGNA.
Non per infierire, ma stai confondendo la fisica con la matematica.
Caro Giovanni, il punto che tocchi sulle scienze esatte e quelle che non lo sono è molto interessante, perché costringe a considerare cosa si è fatto illecitamente passare per certezza dal razionalismo, passando per il positivismo, fino alla contraddizione in termini del nichilismo col suo paradosso logico del “vietato vietare”. Ogni scienza è e rimane tale se ricondotta al suo proprio metodo veritativo che viene dettato dall’oggetto che studia. La matematica è scienza pura per eccellenza, tutte le altre in forma parziale. Ciò non toglie però che, anche nel più fluido dei campi, quello dei rapporti umani, non si sia in condizione di vivere con una ragionevole certezza che non smentisce l’importanza della ricerca delle verità, di cui il dubbio può essere solo utile trampolino di lancio, se non vuol diventare pretesa verità astratta esso stesso.
Ed è niente, sa confondere la fisica con l’educazione fisica.
“L’articolo cerca maldestraemnte di di spingere per le scuole private, affinche i privati, compresa la chiesa, possano fare quello che vogliono con i ragazzi” Cos’è lei invece vorrebbe che LO STATO FACCIA QUELLO CHE VUOLE CON I RAGAZZI? E’ meglio? E’ meglio perchè è meglio, o è meglio perchè conviene a lei?
xTommaso DAquino
E’ meglio perche lo Stato rappresenta l’interesse della comunità, ovvero l’interesse di tutti;
il privato rappresenta solo i suoi personali interessi, sempre e solo di lucro.
Si chiama educazione civica.
Ma quanti anni hai?
xToni, Stoppani
Ah perche la matematica fa storia a se? secondo voi non esistono rivoluzioni in campo matematico?
STRANO (il calcolo infinitesimale è il primo che mi viene in mente)… e questo sarebbe un argomento per attaccare Hollande e QUINDI per giustificare la scuola privata?
…. mamma mia…
Toni meglio se torni a credere alle “frescacce” dell’arca con gli animali…
Shiva, per tua informazione Fisica e Matematica sono due cose diverse. La Fisica infatti fa uso della Matematica per dimostrare le sue teorie. Capit? Oppure vorresti mettere in discussione il teorema di Pitagora? L’LHC e’ un esperimento di Fisica…non di Matematica…capit?
Appunto! lNon si può usare la matematica o la metafisica per avere una conoscenza oggettiva del mondo. Matematica e metafisica sono strumenti che servono a fare ipotesi la cui realtà va poi verificata empiricamente.
Stefano, per tua informazione la Matematica NON è solo l’artimetica che studi alle elementari, ci sono infinite specializzazioni tra cui ad esempio il calcolo probabilistico, statistico e migliaia di altri campi dove non c’e’ la determinazione che hai nell’ “artimetica”.
E le cose POSSONO cambiare o essere rivoluzionate come ad esempio nel calcolo infinitesimale o proprio in quello probabilistico dove si possono trovare teorie o modelli migliori che RIVOLUZIONANO quelli passati..
CAPITO?
Ma ……………. che cacchio c’entra ‘sta storia della matematica con Hollande??
“Tutto va sempre messo in discussione”
A parte le tue false certezze. Magari ti mettessi un po’ in discussione.
“Come matematici, qualunque siano le nostre convinzioni filosofiche o religiose, noi facciamo l’esperienza dell’oggettività. È semplice: noi vediamo che quando una cosa è dimostrata, vale per sempre. In matematica, al contrario di altre scienze, non si arriva alla conoscenza attraverso delle rivoluzioni: se una cosa è stata scoperta come vera duemila anni fa, non c’è modo di metterla in discussione oggi.”
Vero, ma parliamo di un’oggettività astratta, non la si può estendere all’oggettività fisica, tanto meno al’esistenza fisica di quello che è dimostrato matematicamente. Il bosone di Higgs è stato ipotizzato matematicamente molti anni fa, ma no siamo stati sicurii della sua reale esistenza fino a che, spaccando particelle ad energie altissime, non ne abbiamo osservato uno. O se preferite, si può dimostrare matematicamente che il calabrone non può volare, ma lui non lo sa e vola lo stesso 🙂
Tutto l’articolo mi pare viziato da questa falsa prospettiva.
Che rara coerenza logica, caro Giovanni! Ma se tu stesso dici che il bosone, dimostrato per via matematica aveva bisogno d’essere dimostrato empiricamente, e ciò è accaduto, dove sarebbe la “falsa prospettiva” che vizia l’articolo?
Mica sempre succede che un’ipotesi teorica venga confermata dagli esperimenti. E quando non succede l’ipotesi, per quanto elegante, viene abbandonata. La falsa prospettiva è considerare di per se vero quello che per la nostra mente è logico. Non è così ed è ancora meno vero il contrario, cioè che una cosa per essere vera deve necessariamente essere logica
Infatti una questione posta dall’articolo non era quella di attribuire valore assoluto alla logica ma di riconoscere, e su ciò basare i passi avanti successivi, il valore della verità scientifica, anziché ritenere tutto precario e corroso dall’incertezza e da un dubbio fine a se stesso e non strumento di ricerca del vero
Infatti questione posta dall’articolo non era quella di attribuire valore assoluto alla logica ma di riconoscere, e su ciò basare i passi avanti successivi, il valore della verità scientifica, anziché ritenere tutto precario e corroso dall’incertezza e da un dubbio fine a se stesso e non strumento di ricerca del vero
Lo dici tu, io nella frase che ho riportato leggo una prospettiva diversa, il resto dell’articolo sono banalità e buone intenzioni
E comunque quello che chiami “dubbio fine a se stesso” è la constatazione che la realtà non sta in nessun schema teorico che la nostra mente possa concepire. Che ci sono più eccezioni che regole. Infatti le scienze che si occupano del mondo reale non sono scienze esatte, non lo è la medicina, non lo è la biologia, non lo è la geologia, non lo è l’astronomia e dalla scoperta della meccanica quantistica neppure la fisica.
Giovanni, spero che ti paghino bene, perché ognuno dei tuoi interventi sconclusionati ti ricopre con una tonnellata di sterco.
Stoppani, quando eri Tubini eri più combattivo. Riprenditi, sei l’ombra di te stesso.
Il Tubini si è stufato di avere a che fare con gli esaltati che lo costringono a fare la parte lesa nelle aule di tribunale e mantiene basso profilo.
Se ti vuoi sfogare trovati un altro.
Caro Giovanni, il punto che tocchi sulle scienze esatte e quelle che non lo sono è molto interessante, perché costringe a considerare cosa si è fatto illecitamente passare per certezza dal razionalismo, passando per il positivismo, fino alla contraddizione in termini del nichilismo col suo paradosso logico del “vietato vietare”. Ogni scienza è e rimane tale se ricondotta al suo proprio metodo veritativo che viene dettato dall’oggetto che studia. La matematica è scienza pura per eccellenza, tutte le altre in forma parziale. Ciò non toglie però che, anche nel più fluido dei campi, quello dei rapporti umani, non si sia in condizione di vivere con una ragionevole certezza che non smentisce l’importanza della ricerca delle verità, di cui il dubbio può essere solo utile trampolino di lancio, se non vuol diventare pretesa verità astratta esso stesso.
Caro Giorgio, nessuna verità astratta il dubbio di cui parlo non è il dubbio metodico dei filosofi. E’ la constatazione che nessun modello teorico descriverà mai veramente e completamente il mondo. Se basta il battito delle ali di un gabbiano in Cina per creare un grande uragano in California la nostra pretesa di conoscere con precisione i meccanismi della natura e di poterli prevedere va a farsi benedire. E detto per inciso, anche ogni suo “senso” o “fine”. Se la causa di una enorme catastrofe non è l’ira divina , ma un pennuto che svolazzava nel posto sbagliato al momento sbagliato tutta una serie di discorsi metafisici con cui ci siamo gingillati per secoli perdono senso e valore.