Babbo Natale contro le multinazionali
Come se non ne avessimo abbastanza dei pistolotti anticapitalisti, quest’anno a cannoneggiare le solite odiate multinazionali ci si metterà anche Babbo Natale. Nientemeno. È infatti in arrivo un film per le festività invernali dove il mitico Santa Claus (interpretato da Paul Giamatti) e suo fratello Fred (Vince Vaughn) si troveranno a fronteggiare lo spietato boss di una corporation (Kevin Spacey) che cercherà di distruggere la bontà del Natale per trasformare tutto in un megabusiness. Tutto, manco a dirlo, in nome del solo profitto.
tu quoque Ammettiamo che l’idea che Babbo Natale abbia un fratello, Fred Claus (che dà anche il titolo al film), è simpatica. Ciò detto, però, per il resto pare che a Hollywood, quanto a idee, siamo un po’ alla frutta. Pensare di fare un film di Natale contro le multinazionali e scegliere come protagonista un ciccione barbuto e rossovestito inventato e globalizzato dalla Coca Cola, bè, non pare proprio la pensata dell’anno. Avanti così e possiamo aspettarci di tutto in futuro, magari perfino un Al Gore che fa un documentario per smontare i luoghi comuni.
Quelli che allo sport ci credono sul serio
Sabato 10 novembre, alle ore 18, all’istituto Sacro Cuore in via Rombon a Milano, si terrà l’incontro di presentazione del libro Bellezza, ascesi, utilità. La sfida educativa nello sport. A presentarlo Tiziano Soggiorno, presidente di CdO Sport (che organizza l’evento), don Eugenio Nembrini, rettore dell’istituto, Massimo Anchini, presidente del Centro Sportivo Milano, e i due curatori del volume, Giancarlo Ronchi e Nicola Lovecchio. Sarà anche riproposta la mostra “In gioco sul serio. L’avventura dello sport”, allestita all’ultimo Meeting di Rimini.
superattivi Sport non significa solo agonismo, o ricerca della perfezione fisica. Può voler dire anche strumento di educazione per i ragazzi. Per questo la Cdo Sport si sta occupando di creare dei corsi ad hoc nelle scuole e per gli operatori del settore. Con queste stesse motivazioni, ha editato il volume Bellezza, ascesi, utilità. La sfida educativa nello sport, in cui sono raccolti gli interventi di Luigi Giussani, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e dell’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra.
La Via lattea scandalizza se ne parlano Leopardi e Giussani
Al Festival della Scienza di Genova viene esposta la mostra “A che tante facelle. La Via lattea tra scienza, storia e arte”, una rassegna di cartelloni provenienti dal Meeting di Rimini. La mostra è visitata da molte scolaresche e riscuote un buon successo, ma fa storcere il naso a qualcuno. Che segnala a Repubblica la presenza di una mostra di Cl dentro un evento “scientifico”. Il quotidiano riporta la notizia in modo scandalistico, ma deve prendere atto che i curatori del festival non ritengono la mostra censurabile.
pretestuoso La rassegna è rigorosa da un punto di vista scientifico, e intercala le spiegazioni con frasi (da Giacomo Leopardi a don Luigi Giussani) che danno un respiro ampio alle stesse verità appurate dalla scienza. Dov’è lo scandalo? Qualche anno fa l’arcivescovo Tarcisio Bertone attaccò il Festival in quanto «concepiva come quasi impossibile il rapporto tra scienza e vita». Quest’anno, a sorpresa, il cardinale Angelo Bagnasco ha detto che visiterà «una sola delle mostre del festival». Indovinate voi quale.
Il ministro che va piano.
Il ministro per i Trasporti, Alessandro Bianchi, durante Domenica in ha presentato il nuovo piano generale per la mobilità. Secondo il ministro, vicino al Pdci, tutte le auto dovrebbero mettere il limitatore di velocità in modo tale che nessuno superi più i limiti consentiti. Negli stessi giorni si è verificato il cinquantenario della Trabant, l’auto simbolo dell’ex Germania dell’Est. Ormai fuori produzione dal 1990, la Trabant, disponibile in soli tre colori (crema, blu, verde pastello), non raggiungeva i 100 chilometri orari.
. va lontano ma poco sano Idea per il ministro Bianchi. Chiudere la Ferrari (che già solo in prima supera i limiti di velocità) e obbligare per decreto tutti gli italiani a farsi una Trabant. In fondo trattasi pur sempre di auto elegante, versatile, comoda per ogni viaggio e itinerario, dotata di tutti i comfort moderni compreso un motore a due tempi rumorosissimo e inquinantissimo (non a caso il soprannome della Trabant era “ammazzaforeste”). Così ci potremo consolare di non morire per eccesso di velocità, ma solo di cancro ai polmoni.
Beppe Fioroni convince il Corriere della Sera
Il 30 ottobre il ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni è stato ospite della Fondazione Corriere della Sera a Milano. Il tema, ça va sans dire, dovrebbe stare a cuore al giornalone della borghesia italiana, e all’incontro lo ha confermato il presidente del gruppo Rcs Piergaetano Marchetti sottolineando «la centralità del problema scuola». Durante la conferenza, quindi, come riportato diligentemente il giorno dopo dal quotidiano di via Solferino, il ministro ha dovuto esprimere le sue intenzioni su tutto, dai bulli agli esami a settembre, dagli esuberi alla valutazione dei docenti.
noi no Ha detto il mondo e quell’altro, Fioroni. E la rivoluzione di qua, e niente sconti di là. E il realismo di su, e la responsabilità di giù. L’unica cosa che si sono dimenticati, quelli del giornalone borghese, è una domandina scomoda sul ricorso del ministro contro la riforma scolastica lombarda. Oppure i tempi sono cambiati e al Corriere si adeguano alla nuova imprenditorialità che se ne sbatte di poter “sfruttare” una formazione professionale finalmente degna? Oltre al cuore, adesso anche il portafoglio ha fatto il salto della quaglia?
Il Gino Paoli benefico è un one man show
Il cantautore Gino Paoli dà un concerto a scopo benefico nella sua Genova. Si sceglie il Palazzetto dello sport per accogliere un pubblico importante. Che invece sceglie di rimanere a casa. Così l’incasso della serata si rivela molto scarso. E lui esplode per il tradimento dei concittadini. Lo dice dal palco annunciando che il concerto si fa comunque per rispetto dei pochi. «Però quando non si riesce a fare un’opera buona, mi arrabbio. Non per me ma per chi ha bisogno. Vorrei solo farvi notare la generosità dei genovesi».
quattro amici al palco Scusate, ma dov’è la notizia? I genovesi col braccino corto appartengono alla tradizione come la focaccia a Recco. Come il cielo in una stanza. Ovvietà a parte, qualche dubbio sull’attuale appeal del buon Paoli, l’eterno Brel di riviera, viene naturale. Può essere che sia finito il tempo del cantautore progressista, un po’ tristanzuolo, cantore dei sassi che il mare ha consumato. Insomma, esaurito piuttosto che tutto esaurito. E belin, se pure i quattro amici al bar lo hanno abbandonato, allora. Anzi, no. Quattro c’erano allo show. Crepi l’avarizia.