Contenuto riservato agli abbonati
Parigi. «Non è successo tutto per caso. Il progressismo non si è imposto con la sua forza. È stato finanziato e lo è ancora oggi, in maniera sempre più potente». Emmanuel Rechberg, giornalista economico del magazine L’Incorrect, e Wandrille de Guerpel, giornalista specializzato di questioni sociali per la stessa rivista, hanno passato due anni a setacciare i conti di decine di associazioni, Ong e commissioni lautamente sovvenzionate dallo Stato francese per propagare nella società le ideologie woke, gender e decoloniale: pagate a tempo pieno per imporre la nuova doxa progressista. Dal lavoro di ricerca dei due giornalisti è nato Le vrai coût du progressisme (L’Artilleur), inchiesta che per la prima volta dettaglia la spesa del progressismo in Francia, mostrando fino a che punto «la neutralità giusta e benevola del servizio pubblico abbia ceduto il passo alla militanza».
Non si salva nemmeno la nazionale di calcio
«È l’intero Stato a partecipare alla diffusione e alla promozione di qu...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno