L’Onu fa disinformazione sul clima
C’è una ragione se questa estate sentiamo parlare così tanto di morti a causa del caldo estremo: il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha lanciato una “chiamata all’azione” contro il caldo estremo che ha indotto i mandarini della sua mega organizzazione a diffondere l’allarme, sincerandosi che i fatti non disturbino la narrazione.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha strombazzato l’inquietante dato secondo cui, nella sola Europa, più di 175 mila persone muoiono ogni anno a causa del caldo estremo. Si trattava di una cifra ingigantita di quattro volte. Chiamata in causa, l’Oms ha silenziosamente modificato il suo comunicato online rimuovendo dal titolo la parola “estremo”, ma solo dopo che i media avevano già diffuso la catastrofica notizia. Benché abbiano corretto l’errore online, non hanno però trovato lo spazio per menzionare il fatto che il caldo estremo è in realtà per l’Europa il minore dei rischi legati alle temperature, con il freddo che uccide 13 volte più persone. La cosa non si sarebbe intonata con la chiamata all’azione del segretario generale.
Dear Hans.
Your statement appears to be untrue.
Your statement says explicitly in the headline (and this is what has been picked up by news agencies) that extreme heat kills more than 175,000 Europeans each year
In your text (https://t.co/DryuP8plVl) it is obvious that it is… pic.twitter.com/PhKf2Zowg4
— Bjorn Lomborg (@BjornLomborg) August 1, 2024
Subito dopo è stata l’Unicef, l’organizzazione che si occupa dell’assistenza dei bambini, a suonare l’allarme. Ha pubblicato un documento strategico dove si sostiene che nel 2021 in Europa e in Asia centrale sono morti 377 giovani a causa delle alte temperature. Nessuna menzione del fatto che i loro stessi dati mostrano come i decessi annuali dovuti al caldo si sono più che dimezzati nell’arco di tre decenni, o come il freddo causi ogni anno circa tre volte più decessi in queste stesse regioni, o come il caldo sia tra le cause di morte meno rilevanti in questa fascia di età. Per un’organizzazione dedicata all’infanzia, dovrebbe forse contare di più il fatto che in tutta l’area la malnutrizione uccide ogni anno 26 mila giovani.
Utilizzando dati sbagliati e riportando notizie distorte, sia l’Oms che l’Unicef mostrano di privilegiare la propaganda politica rispetto all’integrità dei dati, in ossequio al ristretto focus sul clima imposto dall’ufficio del segretario generale.
Guterres non potrebbe essere più allarmista. Ha fatto notare che a livello globale le morti di anziani dovute al caldo sono aumentate dell’85 per cento negli ultimi decenni, ma ha mancato di precisare che la quasi totalità di questo incremento è dovuta al fatto che oggi il mondo ha il 79 per cento di anziani in più.
Nella sua chiamata all’azione tutta emotiva ha dichiarato che «il caldo estremo sta dilaniando le economie in misura crescente, accentuando le disuguaglianze, minando gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e uccidendo le persone», e ha dichiarato che si assiste a «un rapido aumento della dimensione, dell’intensità, della frequenza e della durata degli episodi di caldo estremo».
Tutto ciò non è solo allarmante, ma anche fuorviante. Un importante studio del 2024 sul caldo estremo e sui suoi effetti sulla mortalità indica che negli ultimi trent’anni i giorni caratterizzati da ondate di calore sono aumentati a livello globale da 13,4 a 13,7: un aumento tutt’altro che rapido. Ma soprattutto, il tasso globale di morti provocate dal caldo estremo non è in aumento, anzi è diminuito di oltre il 7 per cento per ogni decennio.
Guterres ha espressamente imputato al cambiamento climatico tutti i decessi causati dal caldo estremo, ma questo è palesemente falso perché quasi tutte le morti dovute al caldo estremo sono causate dai 13,4 giorni di ondate di calore che già 30 anni fa avremmo comunque patito. Da allora, il cambiamento climatico ha aggiunto 0,3 giorni e poco più al tasso di mortalità in calo. Suggerire il contrario è disonesto.
In realtà, se dovessimo congelare la distribuzione mondiale delle età, aggiustandola per il numero crescente di persone anziane, negli ultimi trent’anni le morti causate dal caldo estremo sono diminuite del 13,9 per cento in ogni decennio. Un calo dovuto in gran parte al fatto che la popolazione si è arricchita e ha maggiore accesso all’aria condizionata e all’energia elettrica.
Questo è il problema più profondo della retorica di Guterres. Le migliori politiche per evitare le morti per caldo estremo – cosa che il mondo ha fatto molto bene negli ultimi decenni – sono quelle che garantiscono che un maggior numero di persone possa permettersi di vivere in ambienti freschi con l’aria condizionata. Stranamente, le Nazioni Unite rifiutano queste idee salvavita. La guida in quattro punti dell’Oms su come evitare i pericoli del caldo estremo non cita l’aria condizionata. Consiglia alle persone di affidarsi a «tapparelle e persiane» e «aria notturna» e di trascorrere qualche ora al supermercato per rinfrescarsi.
Abbassare i prezzi dell’energia affinché più persone possano permettersi l’aria condizionata è l’opposto di quel che Guterres promuove. Lui insiste che la «malattia» del mondo è «la dipendenza dai combustibili fossili». Ci chiede di mantenere l’incremento della temperatura globale al di sotto del limite di 1,5 gradi, cosa che costerebbe migliaia di trilioni di dollari, farebbe schizzare verso l’alto i costi dell’elettricità e impoverirebbe le vite delle persone.
Misinformation on climate:
News constantly focuses on extreme heat
— the world’s smallest temperature risk
Cold kills almost 30x more than extreme heat
(4.6M vs 0.155M)https://t.co/4k5eU2qzOChttps://t.co/MP9iIhN10whttps://t.co/eIAeD5EdGi pic.twitter.com/pGFYFun20W
— Bjorn Lomborg (@BjornLomborg) July 18, 2024
Forse la critica più grave da muovere alla “chiamata all’azione” di Guterres è che si concentra esclusivamente sul caldo estremo, che ogni anno uccide globalmente circa 155 mila persone. Il segretario generale non parla quasi mai delle temperature fredde (a meno che non sia per riproporre la discutibile tesi che anche il freddo estremo sia causato dal riscaldamento globale). Il freddo uccide 4,5 milioni di persone all’anno, quasi trenta volte di più del caldo estremo. In un mondo più ragionevole, Guterres concentrerebbe una potenza di fuoco trenta volte superiore sulla soluzione di questo problema molto più grande. (Anche in questo caso, scoprirebbe che sarebbe di grande aiuto abbassare i prezzi dell’energia).
È difficile evitare di concludere che le tragiche morti dovute al caldo siano per il segretario generale dell’Onu semplicemente un mezzo utile per il suo allarmismo climatico. Lui e le Nazioni Unite dovrebbero quanto meno capire i loro stessi numeri.
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