Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
    • Agosto 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
    • Agosto 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

La crisi del gas russo fa ricchi gli Stati Uniti

La sostituzione del gas russo con il gnl Usa sarà un vero affare per l'America, meno per l'Europa. Resta però un problema: Joe Biden non può governare il mercato

Amedeo Lascaris
30/03/2022 - 6:27
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia

Una metaniera trasporta il gnl americano che sostituirà il gas russo

L’aumento vertiginoso dei prezzi del gas a partire dal secondo semestre del 2021 e ora la guerra lanciata dalla Russia contro l’Ucraina stanno rendendo gli Stati Uniti non solo il principale produttore di gas naturale liquefatto (gnl) al mondo, ma l’unica vera talassocrazia globale in grado di capitalizzare quello che per l’Europa e per le potenze continentali si sta prospettando come un vero disastro economico e sociale.

L’accordo sul gas tra Usa e Ue

La minaccia di Vladimir Putin di pretendere dai paesi cosiddetti “ostili” il pagamento delle forniture in rubli, se tradotta in realtà, porterebbe ad una fine, almeno in termini economici, di Russia (impossibilitata a compensare le entrate provenienti dai paesi europei con quelle cinesi) e ovviamente dell’Europa che non dispone degli strumenti per compensare nel brevissimo periodo le forniture di gas russo: 155 miliardi di metri cubi nel 2021, di cui 142 via gasdotto e 14 via gnl. Con questi dati, appare chiaro che i 15 miliardi di metri cubi di gnl statunitense aggiuntivi che nei prossimi mesi fluiranno verso l’Europa, annunciati lo scorso 25 marzo dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e da Joe Biden, andranno giusto a coprire il gnl importato dalla Russia, lasciando di fatto fuori il resto.

La strategia Ue prevede di ridurre di almeno due terzi le importazioni di gas russe entro la fine di quest’anno: 60 miliardi di metri cubi di gas russo saranno sostituiti con gnl, 18 miliardi con biometano e altri 50 miliardi dall’idrogeno. Le evoluzioni sul campo e i tempi lunghissimi di gestazione e implementazione delle strategie europee potrebbero rendere tali proposte già superate e forse irrealizzabili. Un dato è tuttavia certo, Washington si pone come il vero vincitore della guerra parallela per il dominio energetico di una risorsa ponte come quella del gas, giocando, come già avvenuto per la crisi petrolifera del 2015, su un piano differente, nuovo e soprattutto resiliente ai cambiamenti: il dominio marittimo.

LEGGI ANCHE:

Ursula von der Leyen in Ucraina con Volodymyr Zelensky

Bruxelles è vicina a Kiev, ma l’Ucraina è lontana dall’ingresso nell’Ue

5 Febbraio 2023
Sbarco di migranti da una nave ad Arguineguin, Gran Canaria, Spagna

Nel mondo ci sono quasi un miliardo di aspiranti migranti

4 Febbraio 2023

Il gnl americano costa fino al 40% in più

Se il gas naturale è una risorsa tutto sommato abbondante a livello globale, con riserve accertate pari a 198 mila miliardi di metri cubi, che accrescono di anno in anno, lo stesso non si può affermare per il gas naturale in circolo sui mercati che risente dello sviluppo delle infrastrutture per il suo trasporto dal giacimento al cliente finale che può avvenire o tramite gasdotto o via nave.

Il gnl e il gas che passa tramite gasdotto sono lo stesso prodotto in forme diverse e costi diversi. A differenza del gas naturale che viene immesso nei gasdotti senza grandi trasformazioni, il gnl, come afferma appunto il nome, viene compresso fino allo stato liquido per lo stoccaggio e il trasporto e viene “rigassificato” per l’uso e l’immissione in rete. Il sistema di esportazione via gasdotto è quello più utilizzato e caratterizza produttori e clienti a vocazione continentale e con una gestione del settore energetico generalmente statale, con grandi produttori che operano attraverso le cosiddette Noc (National oil and gas corporation, ad esempio Gazprom per la Russia, Sonatrach per l’Algeria, oppure Aramco per l’Arabia Saudita) e gli importatori che vedono un operatore nazionale che gestisce i flussi in entrata e la distribuzione sul territorio nazionale.

I costi e i tempi di sviluppo sono alti, ma dati gli ampi volumi e il basso costo di gestione delle reti una volta realizzate, sono facilmente ammortizzabili.

Usa primo esportatore di gnl al mondo

Il gnl funziona con una logica differente. Il gas estratto dal giacimento viene trasferito via gasdotto al cosiddetto treno di liquefazione, stoccato e caricato su navi metaniere che possono trasportare il gas di fatto ovunque vi sia un terminal di rigassificazione disponibile, senza vincoli di sorta, se non quello contrattuale, ma con costi superiori al gas trasportato via gasdotto. Non è un caso che i paesi che importano più gnl, come il Giappone, siano quelli che sono impossibilitati per ragioni geografiche ad essere approvvigionati tramite gasdotti, quindi disposti a pagare il gas a un prezzo più alto. Il clima di picco della domanda innescato dalla ripartenza dell’economia post-Covid e ora la necessità di liberarsi del giogo russo hanno reso il gnl appetibile anche in Europa, con gli Stati Uniti principale “attore” del mercato presente e futuro.

A differenza della Russia, gli Stati Uniti vantano non solo la rete di condotte più estesa e capillare al mondo, 333.366 chilometri, (la Russia è seconda con 92.831 chilometri), ma soprattutto la più grande capacità di liquefazione di gas per l’esportazione. Gli Stati Uniti hanno iniziato a esportare gnl nel 2016 e in brevissimo tempo sono divenuti il principale esportatore al mondo, facendo concorrenza ad Australia e Qatar. Attualmente, negli Stati Uniti operano sette terminali gnl: Kenai (Alaska) Sabine Pass (Louisiana), Corpus Christi (Texas), Cove Point (Maryland), Cameron Lng (Louisiana), Freeport Lng (Texas) ed Elba Island (Texas). Sono in programma ulteriori espansioni di terminali e nuovi terminali, con il Calcasieu Pass che entrerà in funzione sempre in Louisiana entro la fine del 2022, per un totale di 13 nuovi terminali approvati.

La geopolitica del gas

A novembre 2021 la capacità di liquefazione del carico di base nominale degli Stati Uniti era di 269 milioni di metri cubi di gas al giorno (dati Eia) con la capacità di picco, che include gli aumenti della capacità di produzione di gnl nei due terminal di Sabine Pass e Corpus Christi, pari a 328,4 milioni di metri cubi. Secondo l’Eia, entro la fine del 2022, la capacità nominale degli Stati Uniti dovrebbe aumentare a 322,8 milioni di metri cubi al giorno con la capacità di picco che aumenterà a 393,6 milioni di metri cubi, superando l’Australia (che ha una capacità di produzione massima stimata di gnl di 322,8 milioni di metri cubi al giorno) e Qatar (capacità massima di 294,4 milioni di metri cubi al giorno).

Le tensioni geopolitiche unite all’aumento della domanda di gas a livello globale hanno consentito l’espansione del gnl a livelli record. Il commercio di gnl nel mercato energetico globale è aumentato del 94,3 per cento dal 2009 al 2019. Nel 2019, anno pre-pandemia, il commercio di gas è stato pari a 801,5 miliardi di metri cubi (38 per cento di gnl e 62 per cento via gasdotti). Nel 2021 il mercato del gnl è cresciuto ulteriormente con circa 380 milioni di tonnellate di gnl commercializzate (524 miliardi di metri cubi standard), di cui 80 milioni (110 miliardi di metri cubi) acquistate dall’Europa. Gli Stati Uniti hanno acquistato via via quote di mercato. Nel 2019 gli Usa hanno esportato 33 milioni di tonnellate di Gnl (circa 45 miliardi di metri cubi), quantità cresciuta a 44,8 milioni di tonnellate nel 2020 (61,8 miliardi di metri cubi) e al record di 75 milioni di tonnellate (circa 103 miliardi di metri cubi) nel 2021.

All’Ue mancano i rigassificatori

Il gnl Usa mostra quindi enormi potenzialità, ma con vantaggi sicuri per le aziende statunitensi e vantaggi “ipotetici” e non risolutivi per i paesi europei. Se si prendono come base i dati dello scorso anno, gli Usa potrebbero soddisfare “idealmente” l’equivalente di circa il 40 per cento del gas che la Russia invia in Europa e sarebbe proprio questo l’obiettivo dell’amministrazione Biden. L’accordo annunciato il 25 marzo prevede infatti che gli Usa aumenteranno le forniture all’Europa a 50 miliardi di metri cubi fino al 2030. Tuttavia, il settore del gnl funziona su carichi e su una capacità limitata di produzione ed esportazione, nonostante la grande crescita degli ultimi anni, dovuta soprattutto all’alta domanda di gas e all’aumento dei prezzi (che variano notevolmente da mercato a mercato).

La spesa prevista per trasportare 50 miliardi di metri cubi di gas verso l’Europa si aggirerebbe intorno a 29 miliardi di dollari, 20 miliardi per lo sviluppo di nuovi terminal (o treni) per liquefazione e 9 miliardi per ampliare la flotta di navi metaniere. A ciò si aggiunge il tema della capacità di rigassificazione europea e del loro utilizzo a pieno regime. I 28 terminali in Europa hanno attualmente una capacità di acquisto annuale di quasi 150 milioni di tonnellate all’anno, ma vi sono 70-75 milioni di capacità inutilizzata, per varie ragioni da quelle burocratiche a quelle fisiche dovute alla capacità dei terminal di ospitare navi di grande stazza. Il programma Ue prevede la costruzione di altri 26 nuovi terminali nel prossimo periodo.

Il nodo dei contratti

Un altro problema è quello contrattuale e di struttura stessa della filiera del gnl Usa. Nel mercato globale, il 70 per cento del gnl viene esportato con contratti a lungo termine. Pertanto, il restante 30 per cento viene venduto con l’offerta più alta nel mercato spot. Gli Usa hanno inviato quest’anno gran parte delle forniture non coperte da contratti di lungo periodo verso l’Europa tramite il mercato spot, sostanzialmente muovendo le metaniere là dove il cliente era disposto a pagarlo al prezzo più alto.

L’accordo per esportatore gas verso l’Europa sarebbe quindi molto differente rispetto agli accordi sottoscritti finora con entità statali dei paesi produttori tradizionali, con costi ancora da calcolare (il gnl statunitense costa circa il 40 per cento in più rispetto al gas naturale di importazione russa, ma data la volatilità del mercato la percentuale può variare). Come ogni altra industria negli Stati Uniti, il gnl è un settore privato composto da una serie di società concorrenti che operano in un sistema capitalista di libero mercato.

Biden non può comandare il mercato

Come sottolineato da diversi media statunitensi, tra cui Forbes, l’accordo con l’Ue fatto da Biden sarebbe avvenuto senza alcuna previa consultazione con l’industria del gnl statunitense. Diversi sono i vincoli per l’amministrazione, non solo di regolamentazione, ma anche di leggi fatte prima della crisi in Ucraina, volte ad ostacolare lo sviluppo delle fonti fossili tramite vincoli alla concessione di prestiti da parte delle banche. Nei fatti, Biden non ha alcuna autorità reale, a meno di invocare poteri esecutivi di emergenza, per ordinare all’industria privata di conformare le sue operazioni commerciali per soddisfare un’agenda nazionale di qualsiasi tipo. Il settore del gnl guarda storicamente all’Asia con forniture verso Giappone e Corea del Sud, disposte a pagare prezzi più alti per assicurarsi un maggiore carico di forniture e scorte.

Nel 2021, i dati dell’Eia mostrano che circa il 75 per cento delle esportazioni di gnl degli Stati Uniti scorreva in base a contratti verso l’Asia e altre nazioni non europee. I dati in netto aumento del quarto trimestre 2021 sono stati resi possibili dalla netta convenienza a vendere su un mercato con contratti spot dove il gas era scambiato a 194 euro per megawatt ora (il gas naturale prodotto da un giacimento sotterraneo contiene la maggior parte di metano più vari altri idrocarburi più pesanti e i clienti pagano per l’energia derivata dal gas, non per un determinato volume di gas). Come sottolinea l’articolo di Forbes nel sistema statunitense sono i rapporti contrattuali a guidare le rotte del gnl, e non il governo federale.

Tags: gasgnljoe bidenRussiaUnione EuropeaUSA
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Ursula von der Leyen in Ucraina con Volodymyr Zelensky

Bruxelles è vicina a Kiev, ma l’Ucraina è lontana dall’ingresso nell’Ue

5 Febbraio 2023
Sbarco di migranti da una nave ad Arguineguin, Gran Canaria, Spagna

Nel mondo ci sono quasi un miliardo di aspiranti migranti

4 Febbraio 2023
Joe Biden, presidente degli Stati Uniti (Ansa)

Biden: come Trump, peggio di Trump

3 Febbraio 2023
Libia, Giorgia Meloni insieme al premier del Governo di unità nazionale libico Abdulhamid Dabaiba

Patto storico sul gas. Dalla missione in Libia all’hub energia

2 Febbraio 2023
Un soldato dell'esercito Usa maneggia un Javelin

Armare l’Ucraina e combattere la Cina? «Gli Usa non sono pronti»

31 Gennaio 2023
L'ex europarlamentare Antonio Panzeri e l'ex vicepresidente dell'Eurocamera Eva Kaili (Ansa)

Il Qatargate assomiglia sempre di più a Mani Pulite

30 Gennaio 2023
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Video

Artsakh, il conflitto invisibile. «Anche fare una zuppa è impossibile»

Redazione
1 Febbraio 2023

Altri video

Lettere al direttore

Da sinistra: Letizia Moratti, Attilio Fontana, Mara Ghidorzi e Pierfrancesco Majorino candidati alle elezioni regionali in Lombardia presso gli studi Rai a Milano, 24 gennaio 2023 (Ansa)

Il mio voto alle regionali della Lombardia (e una richiesta di unità)

Peppino Zola
5 Febbraio 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    La nuova centralità internazionale dell’Italia che non piace a Francia e Germania
    Lodovico Festa
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    L’importanza di una presenza cristiana in tutti gli ambiti della società
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Roberto Perrone mancherà a Fred Perri e a tutti noi
    Emanuele Boffi
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Gli insostenibili argomenti di Nathalie Tocci sulla guerra in Ucraina
    Rodolfo Casadei
  • Cartolina dal Paradiso
    Cartolina dal Paradiso
    Come ho scoperto che Dio fa ardentemente il tifo per me
    Pippo Corigliano

Foto

Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023
Foto

Karabakh. Il conflitto invisibile. Cosa sta succedendo alla popolazione dell’Artsakh

28 Gennaio 2023
Foto

Crisi del sistema politico. Il presidenzialismo è la soluzione?

19 Gennaio 2023
Politicall
Foto

La geopolitica tra identità e relazioni internazionali – Incontro a Torino

16 Gennaio 2023
Rosario Livatino
Foto

L’attualità del beato Rosario Livatino

16 Gennaio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
    • Agosto 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist