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Il decreto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita del giugno dell’anno scorso ha avuto larga eco all’interno del mondo cattolico. Esso è inteso a disciplinare l’esercizio del governo nelle associazioni di fedeli, stabilendo tra l’altro i criteri per la rappresentatività delle cariche dei responsabili. Poiché vi sono indicazioni esplicite sulla durata massima di queste, sottoposte a votazione periodica, il decreto è genericamente guardato e discusso come l’avvio di un processo di democratizzazione, con le regole che il senso comune attribuisce a tale fenomeno. Non è proprio così e anche nella concezione prevalente di democrazia ci sono probabilmente questioni da chiarire.
Cominciamo da qui. Normalmente si intende la democrazia come la definizione dell’interesse prevalente di una comunità attraverso l’opinione maggioritaria dei componenti. Questi eleggono i loro rappresentanti, chiamati a realizzare o a opporsi su quanto deciso da...
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